Siamo tutti in viaggio verso lo Sposo, il nostro orizzonte ultimo, lโoceano infinito in cui ci dilegueremo. La Vita.
La parabola in questione ci ricorda che vi รจ un solo modo perchรฉ questo avvenga: nella Vita si entra da vivi.
Le cinque โvergini stolteโ provano ad entrarci da morte.
Spente loro stesse, pretendono di partecipare alla luce.
Siamo โstatue di saleโ che anelano al mare, per divenire finalmente noi stessi, per conoscere il compimento.
Gesรน ricorda: ยซVoi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderร salato? A nullโaltro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla genteยป (Mt 5, 13).
Rischiamo di essere come โlโuomo di sabbiaโ, ormai privo si sรฉ stesso di un humus vitale, di una terra fertile capace di nutrire la vita.
Occorre tornare ad essere โsalatiโ, sapidi, sapienti, termini profondamente legati tra loro.
Occorrerebbe andare a comprare quellโolio che permetterebbe dโilluminarci, partecipare della luce, essere felici. Ma la felicitร non si acquista, perchรฉ รจ sempre e solo lโeffetto collaterale dellโamore.
ร solo lโamore che permette di vivere da vivi, con gusto, fino a scoprire che il mare ce lo portiamo dentro, e le lacrime che sanno di sale sono lรฌ a ricordarcelo.
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AUTORE: don Paolo Squizzato
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