Credo che nellโaffrontare un brano evangelico come quello odierno la prima conversione sia una conversione alla schiettezza, alla sinceritร , alla non indulgenza. La volontร del Padre, uomo ricco, Signore della storia, รจ che io prenda coscienza che sono male e faccio male. Io sono persona ferita che provoca ferite. Fare chiarezza significa cominciare a distinguere ciรฒ che รจ bene da ciรฒ che รจ male. Il male graffia ma รจ anche, se sincero, maestro di tenerezza.
Il punto di partenza รจ dunque questo: Dio รจ lโuomo ricco che chiede ragione al suo amministratore disonesto di ciรฒ che sta facendo. Dio รจ lโuomo ricco, noi siamo gli amministratori disonesti, il cui punto di partenza รจ il nostro essere male.
La nostra disonestร รจ data dal nostro bisogno di possesso: se non ho non sono; se ho allora valgo. La nostra disonestร nasce per dimenticanza: non ci rendiamo conto che noi non abbiamo diritto a possedere nulla, perchรฉ tutto รจ di Dio Padre.
Qui in terra siamo e restiamo amministratori di ingiustizia, vale a dire di beni accumulati contro la volontร del Padre che li vuole distribuiti.
In questo mondo ingiusto dove noi siamo ingiusti, dove il male siamo noi, dove รจ importante smetterla di accusare quel povero Diavolo di tutti i mali del mondo e cominciamo a prenderci noi la responsabilitร del male che siamo, Dio Padre, uomo ricco perchรฉ Creatore di tutto, ci invita a vedere la nostra disonestร .
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Lโevidenziare la nostra disonestร รจ invito a non chiamare piรน bene ciรฒ che รจ male. Delle cose e dei beni ne abbiamo bisogno, ma lโaccumulo di cose e di beni รจ cosa nefanda che nega la volontร del Padre e il diritto di tutti ad esistere. Non solo, ma tale accumulo che risponde alle leggi del mercato ci schiavizza e ammazza la nostra libertร : dobbiamo essere sempre i piรน avanzati, dobbiamo avere lโultimo media di grido per non perdere occasioni, dobbiamo obbedire alle leggi del mercato che ci toglie il fiato perchรฉ se non obbedisco andiamo in crisi. Dio Padre ci vuole liberi e goditori del creato, non sfruttatori e distruttori dello stesso.
Siamo male e il Signore evidenzia questo nostro essere male sempre e comunque, perchรฉ cominciando a chiamare per nome il nostro essere male noi possiamo fare il primo passo verso il bene.
Lโamministratore disonesto รจ stato disonesto con la ricchezza del padrone prima che il padrone lo richiamasse. Invertendo la tendenza allโaccumulo, mettendosi a donare a chi era in debito verso di lui e verso il padrone, comincia a vivere lโesperienza del capitolo 15 di Luca: il capitolo della misericordia di Dio Padre e Madre, Uomo e Donna. Cosรฌ inverte la tendenza dellโaccumulo in quella del dono.
La salvezza non sta tanto nel cambiare la realtร , che rimarrร sempre con un forte accento di malvagitร , ma nel viverla con lievito opposto al lievito dei farisei, nel viverla col lievito della misericordia e della condivisione, rendendola in tal modo giusta.
Come noi sappiamo discernere il tempo che verrร guardando il cielo o ascoltando le previsioni del tempo, cosรฌ siamo chiamati ad imparare a discernere la volontร del Padre. Cogliere ciรฒ che รจ bene per il Padre riguardo ai propri figli, significa mettere del lievito buono nella pasta delle nostre giornate perchรฉ si possa fare del buon pane e celebrare lโeucaristia del dono e della condivisione con i nostri fratelli.
Non รจ cosa facile? Per niente. Ma non รจ questo il problema. Il problema รจ se รจ cosa buona e giusta e bella che rende il mondo piรน umano per tutti, riccastri compresi.
Cosรฌ vivremo lโelogio del Padre per noi suoi figli, amministratori disonesti e scaltri allo stesso tempo.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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