I fratelli sono compagni di strada
Lunedรฌ della XXVII settimana del Tempo Ordinarioย (Anno pari)
Per un pio israelita il pellegrinaggio a Gerusalemme รจ uno dei momenti piรน intensi e significativi perchรฉ lโascesa verso il tempio, anche se faticosa, รจ resa gioiosa dal desiderio di abitare nella casa di Dio. Il dottore della Legge domanda a Gesรน la via per vivere da figlio di Dio ed ereditare la sua vita. Formulato in altro modo lโinterrogativo vorrebbe chiedere cosa bisogna fare per meritare di essere riconosciuti da Dio suoi figli. La legge indica il cammino: amare Dio e il prossimo. La replica del dottore della legge si sofferma sullโidentitร del prossimo, ma a ben vedere anche sulla propria. Lโamore al prossimo suscita lโinterrogativo sulla propria identitร . Per essere figli di Dio bisogna salire verso la santa montagna, lรฌ dove Dio abita e per essere fratelli, cosa bisogna fare?
La parabola volutamente non ambienta la storia sulla strada che sale verso Gerusalemme, ma su quella che dalla Cittร santa scende verso Gerico. ร la strada del ritorno alle proprie case, al proprio ambiente, lรฌ dove ordinariamente si vivono le relazioni fraterne. Le cadute sono allโordine del giorno perchรฉ tutti siamo fragili ed esposti agli attacchi. Nellโassalto dei briganti possiamo leggervi problemi e disavventure che possono capitare a chiunque e che lo mettono โkoโ. Quante persone sono messe a dura prova economicamente, fisicamente e spiritualmente e non riescono a rialzarsi a causa dei duri colpi subiti. Il sacerdote e il levita avevano finito il loro servizio liturgico presso il tempio e ritornavano alle proprie case. Alla vista del malcapitato riverso per terra passano oltre con indifferenza. La strada รจ la stessa come lo รจ la vita che รจ comune ad ogni uomo con le sue difficoltร , sogni, desideri, fatiche, sorprese e imprevisti.
Siamo tutti sulla stessa strada! A volte capita che, percorrendola, sentiamo maggiormente la solitudine, anche se siamo vicini ad altri. Non basta essere vicini o connessi, ma ci si salva se diventiamo fratelli se scegliamo di camminare insieme e non da soli, anche se questo richiede di farci carico di responsabilitร . Il sacerdote e il levita vanno dritti per la loro strada; soli erano e soli rimangono, dallโanonimato vengono e nel silenzio della morte vanno. Il Samaritano scorgendo lโuomo per terra si accorge di non essere solo e non rimane indifferente. Sceglie di non farsi i fatti suoi ma di interessarsi allโaltro, entrare in una relazione fraterna. La fratellanza รจ riconoscere ciรฒ che accomuna anche persone diverse. Cosรฌ il Samaritano, che agli occhi dellโIsraelita osservante รจ il fratello straniero che vive la fede in Dio in maniera differente da lui, riconosce nel malcapitato moribondo un fratello, cioรจ se stesso con le sue fragilitร e ferite. La fratellanza lo spinge a farsi fratello, a fermarsi, ad accostarsi e a prendersi cura di lui. La paura e la diffidenza proiettate sugli altri, soprattutto i piรน poveri, li fanno diventare una minaccia da cui difendersi e da cui allontanarsi; invece la compassione ci permette di identificarci con lโaltro e di entrare in una comunione tale da sentirlo parte di sรฉ.ย
Gesรน non si vergogna di chiamarci fratelli Lui che si รจ fatto prossimo ad ogni uomo come il buon Samaritano. La via della felicitร รจ quella sulla quale camminiamo insieme come fratelli che si amano soccorrendosi reciprocamente nelle prove della vita.
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Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae รจ stata fondata il 2 luglio 1968 dallโArcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirร ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di etร … [Continua sul sito]

