Imparando ad obbedire a Dio insegniamo ad amare
XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIOย (ANNO A)
La parabola dei lavoratori ingaggiati a tutte le ore, che abbiamo ascoltato domenica scorsa, ci ha fatto riflettere sulla bontร di Dio che si manifesta nellโatteggiamento del padrone di casa che esce piรน volte nellโarco della giornata lavorativa per mandare nella sua vigna quanti piรน operai possibili. Nel momento della ricompensa quelli che erano stati chiamati per primi pensano di ricevere un salario maggiore rispetto agli ultimi, ma vedendosi trattati allo stesso modo, si ribellano accusando dโingiustizia il padrone. La prima lettura di questa domenica, tratta dal profeta Ezechiele, inizia proprio dal malumore di quelli che non comprendono lโatteggiamento di Dio e mormorano contro di Lui accusandolo di una condotta ingiusta. Sia il profeta Ezechiele che Gesรน si rivolgono a quelli che hanno consapevolezza di essere โprimiโ perchรฉ ricoprono incarichi di responsabilitร come ยซi capi dei sacerdoti e gli anziani del popoloยป. Qual รจ la prima responsabilitร delle autoritร ? ร lโobbedienza a Dio. Per poter essere leader e amministrare la giustizia, bisogna innanzitutto saper ascoltare Dio. Il modello รจ Gesรน Cristo che, pur essendo della stessa condizione di Dio โฆ si fece obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio lo ha sovraesaltato. Lโuomo giusto non รจ quello che ha sempre in bocca la Parola di Dio, o che giudica in nome suo, ma colui che, meditandola ogni giorno, le permette di penetrare piano piano nel cuore. Obbedire non significa non sbagliare, ma ascoltare e lasciarsi guidare dalla Parola di Dio, anche quando non si comprende quale sia la sua volontร . Infatti, il primo figlio agisce dโistinto facendo prevalere la sua volontร , ma lโinvito ad andare a lavorare nella vigna che il padre gli ha rivolto lo mantiene nel cuore, se lo ripete dentro e alla fine si convince a dire con i fatti il suo sรฌ.ย
La legge non ci appare facile da mettere in pratica e siamo sinceri quando opponiamo resistenza perchรฉ siamo consapevoli dei nostri limiti. Le esigenze del Vangelo, che sono le stesse dellโamore, ci appaiono superiori alle nostre forze e abbiamo ragione perchรฉ da soli non riusciremmo a perdonare, ad amare fino alla fine, a non rispondere ala male con il male. ร normale che la nostra prima risposta alla chiamata di Dio sia no. Chi riuscirebbe con la sola forza della sua volontร a ยซsvuotare sรฉ stessoยป, ยซfarsi poveroยป e sacrificarsi per i peccatori e gli ingrati? Nessuno! Eppure, se ci lasciamo pungere dalla Parola di Dio riusciamo a fare un percorso di conversione attraverso il quale, istruiti da Gesรน, possiamo assumere i suoi stessi sentimenti, perchรฉ il Vangelo รจ come il bacio sulle labbra attraverso il quale lo Spirito di Dio da Lui passa a noi. Il lavoro nella vigna, ovvero il servizio dโamore agli altri come quello di Cristo e insieme a Lui, รจ possibile solo se animato dallo Spirito Santo.ย
I sentimenti di Cristo, amore e compassione, vengono assimilati nella misura in cui, metaforicamente parlando, si esercita piรน il senso dellโudito e meno quello dellโolfatto, della vista e del tatto. Infatti, soprattutto chi esercita unโautoritร e si assume delle responsabilitร , รจ piรน esposto alla tentazione di lasciarsi guidare dal โfiuto degli affari remunerativiโ o dalle โluci abbaglianti del potere e della famaโ che alimentano bramosia di โstringereโ qualcosa o qualcuno tra le mani. Lโolfatto e la vista istintivamente muovono i passi verso un oggetto da prendere e divorare per possedere. Da qui nascono i sentimenti di rivalitร e vanagloria.ย
Lโobbedienza รจ la virtรน fondamentale per amare il cui movimento รจ opposto a quello dellโafferrare e divorare. Obbedire significa fare un cammino di conversione che comporta da una parte lo โsvuotamentoโ del proprio io con la scelta di farsi poveri, mancanti, bisognosi dellโaltro, e dallโaltra parte lโopzione di fidarsi di Dio e lasciarsi istruire da Lui.ย
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Gesรน รจ il primo figlio che diventa il primogenito di molti fratelli, lโuomo giusto perchรฉ, ascoltando la voce del Padre, aderisce alla sua volontร e si dona totalmente sulla croce. Il Vangelo ci invita ad indirizzare i nostri passi sulla ยซvia giustaยป lรฌ dove il Signore ci chiama a servirlo e amarlo anche se questo comporta non una rinuncia alla nostra volontร ma lโadesione alla sua per essere nella comunitร tutti unanimi e concordi.ย
Dio non ci giudica dal curriculum delle buone azioni fatte perchรฉ lo prescrive la legge, ma perchรฉ, pur con difficoltร e facendo i conti con la nostra debolezza, abbiamo saputo ascoltare la voce di Dio in quella dei fratelli, anche di quelli piรน fastidiosi o le cui richieste sembrano essere esorbitanti rispetto alle nostre forze. Non si รจ mai in ritardo per imparare ad ascoltare e recuperare il tesoro delle relazioni che rendono la nostra vita veramente bella e luminosa.ย
Auguro una serena domenica e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae รจ stata fondata il 2 luglio 1968 dallโArcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirร ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di etร … [Continua sul sito]

