Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 20 Settembre 2020

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Siamo grati a Dio per ciรฒ che la vita ci offre

La parabola dei lavoratori a giornata ci pone di fronte a unโ€™apparente ingiustizia sociale e a una rimostranza sindacale ante litteram, fra un padrone e i suoi dipendenti, a causa del medesimo salario elargito a tutti.
รˆ interessante il fatto che il padrone ordini di pagare per primi gli operai assunti per ultimi, affinchรฉ gli altri vedano che chi ha lavorato meno riceve la stessa paga.

Agli operai delle prime ore che si lamentano, il padrone risponde: ยซIo voglio dare anche a questโ€™ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perchรฉ io sono buono? (Mt 20,14-15).ยป โ€œEssere buonoโ€ รจ la chiave. Ci troviamo di fronte a un padrone diverso dai soliti, per il quale le logiche del dare e avere non sono quelle consuete, perchรฉ, appunto, non รจ solo giusto ma รจ anche buono.
Quando chiama gli operai dellโ€™ultima ora li interroga: ยซPerchรฉ ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?ยป (Mt 20,6). Risposta: ยซPerchรฉ nessuno ci ha presi a giornataยป (Mt 20,7). Lavorare a giornata โ€“ pratica ancora, purtroppo, molto diffusa โ€“ non offre alcuna prospettiva di lunga durata. รˆ una vita drammatica, perchรฉ chi รจ costretto a lavorare a giornata non saprร  mai con certezza se il giorno successivo potrร  guadagnarsi il pane: รจ la vita di chi ogni giorno deve trovare una soluzione. In fondo, รจ la condizione dellโ€™uomo.


Se osserviamo la nostra esistenza, viviamo soltanto un giorno per volta e dobbiamo trovare nel quotidiano ciรฒ che veramente dร  senso, sostanza e pienezza in maniera autentica. Tanti vivono il lavoro come un peso, come noia e fatica, ma chi ha vissuto โ€“ o sta vivendo โ€“ la realtร  della disoccupazione sa bene quanto sia drammatico non avere il senso della propria utilitร , che porta a sentirsi falliti e inutili. Gli operai che si lamentano devono capire che il premio รจ essere stati presi a giornata, che il lavoro รจ un dono e che quel lavoro โ€“ ovviamente โ€“ riguarda la vigna del Signore, in cui il salario principale, in veritร , รจ proprio il lavorare in sรฉ. รˆ una gioia poter stare nella vigna del Signore, poter vivere la bellezza di essere cristiani. Il salario di un denaro รจ lโ€™unico taglio di cui il Signore dispone, perchรฉ โ€œunoโ€ รจ simbolo di pienezza, totalitร  e completezza e il Signore non รจ intenzionato a offrire solo una parte.


Inoltre, un denaro non รจ solo il valore del lavoro svolto dallโ€™operaio, ma รจ anche il valore dellโ€™operaio, perchรฉ ciascuno vale quanto lโ€™altro. Nella vigna del Signore abbiamo tutti la stessa dignitร , ma con diverse responsabilitร ; e chi ha piรน responsabilitร  non ha piรน valore degli altri, bensรฌ i suoi errori possono solo creare molto piรน danno alla collettivitร . Lo tenga sempre a mente chi aspira perennemente a un gradino piรน in alto di quello in cui si trova.


I lavoratori della prima ora devono gioire per aver risolto il problema della giornata fin dal mattino, perchรฉ non hanno dovuto vivere lโ€™angoscia di coloro che, solo a fine giornata, hanno dato un senso alla loro esistenza.
Questa รจ la parabola che ci indica il cambio di prospettiva sulla vita: รจ un dono poter fare il bene, รจ un dono lavorare, poter fare qualcosa di importante, faticare, stancarsi, potersi spendere per amore degli altri e soprattutto per amore di Dio. Tutto รจ un dono, perchรฉ i doni di Dio sono le cose che ci chiede di fare.

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Possa il Signore donarci di essere meno ingrati e piรน contenti per ciรฒ che la vita ci offre.

Commento di don Luciano Condina

Fonte – Arcidiocesi di Vercelli


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