Umili operai del vangelo e gioiosi testimoni della Misericordia
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIOย (ANNO A)
La liturgia della Parola di questa domenica si apre con lโesortazione del profeta Isaia a cercare il Signore mentre si fa trovare e a invocarlo mentre รจ vicino. A questo invito fa eco il Salmo 144 nel quale lโorante benedice Dio per la sua bontร e la sua misericordia; Lui รจ buono verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature e si fa prossimo a chiunque lo invoca con sinceritร .
Le parole del salmista potrebbero adattarsi benissimo agli operai di cui parola il vangelo, protagonisti, insieme con il padrone di casa, della parabola narrata da Gesรน. Il racconto allโinizio sembra descrivere una scena usuale nella quale il proprietario di una vigna ha bisogno di operai e va in piazza per cercarli. La particolaritร sta nel fatto che il padrone esce ben cinque volte nellโarco di tutta la giornata e ingaggia gli operai i quali non vengono chiamati dopo una selezione ma sono direttamente inviati a lavorare nella vigna.ย
ร evidente che il padrone di casa sia Dio che vive in permanente stato di missione perchรฉ ogni tempo รจ quello giusto per incontrare gli uomini e per far loro la proposta di vita eterna. La proposta intercetta lโattesa degli uomini, cosรฌ come il proprietario della vigna incontra il bisogno degli operai. Ciรฒ che muove Dio ad andare incontro allโuomo e chiamarlo con sรฉ non รจ una sua necessitร , ma il bisogno piรน profondo dellโuomo stesso di dare senso al tempo della vita. Dio non soddisfa semplicemente i bisogni ma porta a compimento la vocazione di ciascuno. Infatti, gli operai, sia quelli della prima ora sia gli ultimi sono accomunati dal medesimo invito ad andare a lavorare nella vigna. Gli operai dellโultima ora non erano stati scelti da nessuno e tutti li avevano scartati. Questi tali rappresentano gli uomini e donne che per tanti motivi non sono riusciti a realizzarsi nella vita e a concretizzare il loro desideri piรน profondi; pur avendo sogni e progetti non hanno trovato spazi e occasioni per valorizzare i loro carismi. Dopo una vita passata a girare a vuoto hanno incontrato il Signore che ha dato loro un senso per vivere. Essere ricompensati per primi vuole significare che Dio ha una preferenza verso gli ultimi, gli esclusi, gli emarginati. Agli occhi degli uomini non valgono nulla mentre agli occhi di Dio sono preziosi.ย
Il racconto non lo dice, ma รจ facile immaginare lo stupore degli ultimi diventati i primi ad essere pagati. Non importa per quanto tempo hanno faticato e cosa hanno fatto, ma ricevono la ricompensa promessa a chi รจ stato ingaggiato sin dallโinizio. La meraviglia con la quale assistiamo ai miracoli quotidiani, lo stupore legato alla scoperta di un volto di Dio molto diverso dal sentito dire, permette di entrare piรน in profonditร nel mistero del suo amore. Dio non ci tratta secondo i nostri meriti e non ci ripaga secondo le nostre colpe (Cf. Sal 102).ย
- Pubblicitร -
Cercare il Signore significa desiderare di conoscerlo e amarlo di piรน, non piรน come schiavi ma come figli. San Paolo, parlando ai Filippesi, confida il suo imbarazzo nel seguire due desideri che sembrano contrapposti ma sono complementari: essere con Cristo oltre questa vita ed essere con i fratelli nella Chiesa e lavorare con frutto in questa vita. Lโapostolo รจ uno di quegli operai chiamati a ยซlavorare nella vigna del Signoreยป dopo i Dodici, che invece hanno seguito Gesรน fin dallโinizio. Eppure, quando ha incontrato il Signore sulla via di Damasco che lo chiamava alla salvezza, ha visto la sua vita trasformata radicalmente. Ha sperimentato la misericordia di Dio che, chiamandolo, lo ha liberato dalla schiavitรน del peccato, quello dellโorgoglio e dellโautoreferenzialitร .ย
Allโorigine della fede non cโรจ una idea, ma lโincontro con Gesรน, crocifisso e risorto, immagine visibile del Dio invisibile, Parola del Padre, carezza dello Spirito. Chi accoglie Gesรน e risponde al suo invito a seguirlo nel cammino del discepolato vede cambiare lโorizzonte della propria vita e con esso anche la direzione dei propri desideri. In ogni evento della vita Dio si fa incontrare, perchรฉ non รจ il โtotalmente altroโ ma โlโassolutamente prossimoโ. Dio ci ama cosรฌ come siamo, ma non ci lascia come ci trova. Ci invita ad ยซabbandonare i pensieri iniquiยป per imparare ad assumere il suo stesso pensiero. Il Signore ha per cosรฌ dire un โpensiero fissoโ: la vita e la felicitร dei suoi figli.ย
Lavorare con frutto nella vigna del Signore significa vivere la missione come la vive Dio. La fatica รจ fruttuosa se risponde alle istanze dei fratelli con i quali si condivide la comune figliolanza di Dio, la medesima vocazione alla gioia e lo stesso bisogno di essere aiutato e salvato. Dobbiamo evitare il pericolo di dimenticare quello che siamo, figli peccatori, e come siamo stati sanati dalla misericordia del Signore. Farne continua memoria nella preghiera di ringraziamento ci aiuterร a debellare la malattia dellโinvidia che alimenta la ribellione a Dio e le lotte fratricide.ย
La ricompensa che Dio promette agli operai non si misura in base alla quantitร del lavoro svolto ma รจ il frutto della missione svolta con gli stessi sentimenti di Dio. Chi serve amando con lo stesso cuore di Gesรน rimane gioioso anche nelle difficoltร . Anche la prospettiva della morte non fa paura perchรฉ chi รจ riconoscente a Dio per la sua misericordia altro non desidera che far sperimentare agli altri la stessa dolcezza che lui ha gustato nel perdono e la stessa forza che ha ricevuto quando, rifiutato e giudicato dagli uomini, ha trovato nella Chiesa rifugio e aiuto per ricominciare.
Auguro a tutti una serena domenica e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae รจ stata fondata il 2 luglio 1968 dallโArcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirร ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di etร … [Continua sul sito]

