mons. Vincenzo Paglia – Commento al Vangelo del 20 Settembre 2020

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La lunga serie di domeniche dopo la Pentecoste ci ha coinvolti nel viaggio di Gesรน verso Gerusalemme. Il Vangelo di questa domenica si colloca poco prima dellโ€™ingresso di Gesรน nella cittร  santa. Subito dopo confiderร  ai discepoli la sua prossima fine. Era ormai evidente che le sue parole suonavano in modo totalmente estraneo alla religiositร  allora dominante, sino al punto da sconvolgerne lโ€™assetto. Il fronte dellโ€™opposizione, non solo si era allargato, ma aveva maturato la decisione di eliminare Gesรน. E lui ne era cosciente: sapeva bene che se avesse continuato su quella via per lui sarebbe stata la fine. Ma non si fermรฒ.

Non poteva smussare il suo Vangelo, nรฉ ridurne le esigenze. Del resto giร  i profeti avevano sottolineato la distanza che intercorreva tra il modo di pensare di Dio e quello degli uomini. Nel capitolo 55 del profeta Isaia si legge: โ€œI miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieriโ€. La distanza tra il cielo e la terra (ossia i modi di ragionare, di pensare, di comportarsi nei due mondi), era uno dei dogmi dellโ€™antico Israele. Semmai si auspicava che il cielo scendesse sulla terra; e con tutta la sua diversitร . รˆ racchiuso tutto qui il mistero della storia della salvezza che in Gesรน ha trovato il suo culmine e quindi anche il massimo della diversitร . Gesรน รจ altro da questo mondo, pur vivendo in esso fino in fondo.

Anche la parabola degli operai dellโ€™ultima ora, riportata da Matteo allโ€™inizio del capitolo ventesimo, si iscrive in questo contesto di alteritร . Apparve molto strana agli ascoltatori di Gesรน: era, infatti, completamente fuori della comune giustizia salariale il gesto del padrone della vigna che dava la stessa paga sia a coloro che avevano lavorato per tutto il giorno che a quelli che avevano invece lavorato per unโ€™ora sola. La vicenda narrata si sviluppa attorno allโ€™iniziativa di un imprenditore agricolo, viticoltore, che per lโ€™intera giornata รจ preoccupato di assumere lavoratori per la sua vigna (qualcuno ipotizza che il padrone sia preoccupato di terminare la vendemmia entro breve tempo prima della stagione delle piogge). Quel giorno esce di casa ben cinque volte. Si reca sulla piazza sin dallโ€™alba e pattuisce con i primi lavoratori un denaro di compenso (era la paga ordinaria di una giornata lavorativa); esce ancora alle nove del mattino, poi a mezzogiorno, alle tre e infine alle cinque.

La risposta che danno questi ultimi lavoratori al suo invito (โ€œnessuno ci ha presi a giornataโ€) fa pensare a tanti, giovani e meno giovani, disoccupati, non solo o non tanto nel lavoro remunerato, quanto nel lavoro per costruire una vita solidale. Peggio se occupati in etร  giovanissima e in situazioni di degrado umano. Sono tanti i disoccupati in questo senso: sono quei giovani, magari disillusi oppure soggiogati dal consumismo che si ripiegano su se stessi, esecutori e vittime allo stesso tempo. E forse dobbiamo dire che sono cosรฌ anche perchรฉ โ€œnessuno li prende a giornataโ€. Venuta la sera, continua la parabola, inizia il pagamento. Gli ultimi ricevono un denaro ciascuno. I primi, visto quanto accade, pensano di ricevere di piรน. รˆ logico pensarlo, forse anche giusto. La sorpresa nel vedersi trattare come gli ultimi li porta alla mormorazione contro il padrone: โ€œquesto non รจ giustoโ€ sono tentati di dire. E in effetti gli ascoltatori della parabola (forse anche noi) sono portati a condividere questi sentimenti. Ma รจ proprio qui la distanza tra il cielo e la terra.

รˆ anzitutto da chiarire che Gesรน non vuole impartire una lezione di giustizia sociale, nรฉ presentare uno dei comuni padroni di questo mondo che, giustamente, ricompensa secondo le prestazioni date. Egli presenta un personaggio assolutamente eccezionale, il quale tratta i suoi sottoposti al di fuori delle regole legalitarie. Gesรน vuole mostrare lโ€™agire del Padre, la sua bontร , la sua magnanimitร , la sua misericordia, che superano il comune modo di pensare degli uomini. E lo superano davvero quanto il cielo dista dalla terra. Lavorare per il Signore, per il Vangelo, per la vita e non per la sopraffazione o addirittura per la morte รจ giร  una grande ricompensa. Questa straordinaria bontร  e misericordia crea mormorazione e scandalo. Ma non รจ che Dio distribuisca a capriccio la sua ricompensa, donando a casaccio a chi piรน e a chi meno. Dio non fa ingiustizia a nessuno e tanto meno รจ un dissennato. In veritร , Egli รจ guidato dalla larghezza della sua bontร  a donare a tutti secondo il loro bisogno. La giustizia di Dio non risiede in un astratto principio di equitร , ma si misura sul bisogno dei suoi figli. Questa parabola ci spinge perciรฒ a considerare la grande sapienza che risiede in questa via indicataci. La ricompensa consiste nellโ€™essere chiamati a lavorare per la vigna del Signore e nella consolazione che da questo viene, non importa se si รจ da tanto o da poco tempo nella vigna.

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Fonteil sito web di mons. Paglia

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