Paolo de Martino – Commento al Vangelo di domenica 20 Settembre 2020

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Prima di iniziare vi devo fare una domanda.
Siete pronti a rimettere un poโ€™ in gioco la vostra immagine di Dio? A lasciarvi scardinare dallo Spirito per gustare la novitร  del volto sorprendente di Dio rivelato da Gesรน?
Non รจ facile accettare un Dio che anzichรฉ premiare i buoni e castigare i malvagi fa invece โ€œsorgere il suo sole sui cattivi e sui buoniโ€, offrendo a tutti il suo amore.
Un Dio del genere sembra ingiusto, come il padrone della parabola narrata da Gesรน.
Se la risposta รจ no, forse รจ meglio che vi fermiate qui.
Se la risposta รจ sรฌ, allora continuate pure a leggere.

Questa parabola รจ stata definita un Vangelo in nuce, come se tutto il Vangelo fosse concentrato in questo breve racconto sconvolgente e irritante.
Viene presentato un Dio che continuamente esce verso gli operai per invitarli a lavorare nella sua vigna.
In una giornata esce ben cinque volte.
Questo รจ il nostro Dio, un Dio in esodo continuo per permettere a noi, sue creature, di portare frutto, ovvero di compierci come esseri umani, in grado di vivere lโ€™esodo dalla schiavitรน dellโ€™egoismo al servizio ai fratelli.
โ€œLavorare nella sua vignaโ€ significa proprio divenire se stessi raccogliendo lโ€™amore del Padre e attraverso questo farsi fratelli. E questo รจ possibile a tutte le ore. Non ci sarร  mai un momento della vita in cui uno possa dire: tanto io son cosรฌ, ormai รจ tardi impegnarmi a fare del bene, a realizzarmi, a cambiare.
Siamo sempre chiamati a portare frutto, anche quando non รจ la stagione.
Il padrone di casa della parabola esce anche alle cinque, ovvero fuori tempo massimo, dato che il lavoro nei campi terminava alle quattro. Ed esce oltre per chiamare i casi disperati, quelli che nessuno ha mai preso a giornata, ovvero quelli da sempre ritenuti perduti, falliti e cattivi. I non idonei, gli irregolari insomma.

Chi รจ quel buon padrone? Eโ€™ chiaro, per Gesรน รจ Dio, il Padre.
Dio non dร  secondo i meriti ma secondo i loro bisogni, perchรฉ il suo amore non รจ concesso come un premio, ma come un regalo. Quel che motiva il suo agire รจ la necessitร  dellโ€™uomo, la sua felicitร . Dio non guarda il merito ma il cuore. E Lui vuole amare tutti.
Per chi dice Gesรน questa parabola? Innanzitutto per gli apostoli.
Cosa succede infatti prima di questa parabola? Cโ€™รจ Pietro che parla a nome di tutti gli apostoli e dice a Gesรน: โ€œEcco noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che ne avremo dunque?โ€.
Pietro ragiona secondo la mentalitร  del tempo: Dio premia i giusti e castiga โ€œla colpa dei padri nei figli, e nei figli dei figli fino alla terza e quarta generazioneโ€ (Es 34,7; Nm 14,18).
Pietro e amici (gli apostoli) rivendicano un trattamento particolare: noi siamo con te, avremo di piรน, ovviamente! Noi che facciamo questo, siamo meglio degli altri!
Una volta le persone dicevano: โ€œMa se uno si converte lโ€™attimo prima di morire e nella vita ne ha fatte di tutti i colori, va in paradiso?โ€, come a dire: โ€œNon sarร  mica giusto!โ€.
Il cuore dellโ€™invidioso dice: โ€œE allora io perchรฉ ho faticato!?โ€.
Eโ€™ proprio questo il punto! Tu lโ€™hai fatto non per passione, ma per premio, dovere.
Il cuore di chi ama dice: โ€œChe meraviglia! Sono contento che ce lโ€™ha fatta anche lui!โ€.
La parabola cโ€™invita a conquistare lo sguardo di Dio: se lโ€™operaio dellโ€™ultima ora lo guarda con bontร , se lo vedo cioรจ come un amico, non come un rivale, se lo guardo come mio fratello, non come un avversario, allora gioisco con lui della paga piena, non mi sento defraudato, mi rallegro con il mio amico, faccio festa con mio fratello e ci sentiamo entrambi piรน ricchi. Questione di bontร . Che, impietosamente, svela la grettezza del nostro cuore.
Alcuni teologi dicono che se lโ€™inferno esistesse sarebbe vuoto. Una volta parlando con una persona dico di questa possibilitร  e lui mi ribatte istintivamente: โ€œEh, no! E allora che senso ha fare il bene?โ€.
La domanda รจ: โ€œMa perchรฉ allora fai il bene? Per paura? Per merito? Perchรฉ ti รจ comandato?โ€, โ€œMa che immagine hai di Dio?โ€. Un professore che premia gli alunni?
Ma cโ€™รจ qualcosa di piรน profondo.
Nel vangelo di Mt sette volte si dice: โ€œVenuta la seraโ€.
Quando viene sera accade sempre qualcosa di importante.
โ€œVenuta la seraโ€ รจ lโ€™espressione adoperata per lโ€™eucarestia (anche la moltiplicazione dei pani, brano eucaristico avviene โ€œvenuta la seraโ€). Questo vuol dire che ciรฒ che si dice qui si riferisce allโ€™eucarestia. Nellโ€™eucarestia Gesรน accoglie tutti, tantโ€™รจ vero che nellโ€™ultima cena Gesรน accoglie anche Giuda, e sa che lo tradirร !
Lโ€™eucarestia, allora, non รจ un incontro per eletti, per santi o per giusti. Ma รจ un incontro per tutti quelli che vogliono ricevere lโ€™amore di Dio, che si posa su tutti, perchรฉ Lui vuole darsi a tutti, buoni e cattivi, giusti e ingiusti, vicini e lontani.

Lo sconcerto verso lโ€™agire di Dio dipende dal posto che ci attribuiamo in questa parabola.
Se ci stimiamo lavoratori instancabili della prima ora, cristiani esemplari, che danno a Dio impegno e fatica, che pretendono perchรฉ, pensano, Dio e la sua benevolenza si devono meritare, allora possiamo essere urtati dalla larghezza di Dio. Cosรฌ fecero i farisei.
Se invece con umiltร , con veritร , mi metto tra gli ultimi operai, tra i servi inutili, accanto ai peccatori, a Maddalena e al buon ladrone, se conto non sui miei meriti ma sulla bontร  di Dio, allora la parabola mi rivela il segreto della speranza: Dio รจ buono.

Gesรน ci mette in guardia dal rischio di imbarcarsi con Dio in un rapporto di tipo sindacale, dove la mia retribuzione รจ stabilita in base ad un merito.
A volte mi fa spavento sentire cristiani convinti di poter gestire la loro fede come la tessera di una pizzeria dโ€™asporto, come se la cosa piรน urgente fosse mettere tanti timbrini per meritarsi un bel premio finaleโ€ฆ
Ciรฒ che conta non sono i meriti, ma lโ€™accoglienza del dono gratuito di Dio che segue logiche sorprendenti e inattese. Ce lo ricorda anche Isaia nella prima lettura: โ€œLe mie vie non sono le vostre vie, i miei pensieri non sono i vostri pensieriโ€ (Isaia 55,8).
Mentre noi ci preoccupiamo di meritarci una buona paga e contiamo soddisfatti i timbri sulla nostra tessera, Gesรน ci stupisce: era meritata lโ€™accoglienza del padre verso il figlio fuggitivo? E la benevolenza nei confronti della prostituta in casa di Simone il fariseo o il privilegio di una pasto (su auto-invitoโ€ฆ) nella tana di Zaccheo? Era meritata lโ€™incursione guaritrice nella casa della suocera di Pietro o la promessa fatta al ladrone sulla croce?
La bella notizia di questa Domenica? Dio non si merita, si accoglie!

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AUTORE: Paolo di Martino
FONTE: Sito web
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