Gesรน propone un tema molto delicato questa domenica, quello della correzione fraterna! Siamo nel grande discorso ecclesiale, in cui il Maestro insegna ai suoi discepoli ad essere veramente Chiesa. Come comunitร di uomini in cammino, anche nella Chiesa non mancano incidenti di percorso che colpiscono le relazioni tra noi. Custodire la dimensione soprannaturale dellโidentitร di questa comunitร , perรฒ, invita ad approcciarsi in un modo specifico a queste situazioni di rottura, non come si fa in questo mondo, dove lโodio, la vendetta e il rancore sono gli strumenti privilegiati, ma come ci chiede Gesรน.
Giร lโapproccio iniziale offerto dal Maestro si presenta alquanto inusuale per la mentalitร dominante: anche se qualcuno ci fa del male, compie qualche azione sbagliata contro di noi, egli resta sempre un fratello. Troppo spesso la prima reazione che scatta in noi, in queste situazioni, รฉ quella di vedere lโaltro come un nemico, un ostacolo, oggetto di odio e rancore, piรน che un fratello. Gesรน, invece, ci invita a partire dalla fraternitร , radicata nella stessa condizione umana e con un legame ancora maggiore tra i battezzati, derivando dallโessere tutti Figli nel Figlio.
Perchรฉ anche chi ha sbagliato verso di noi possa essere considerato un fratello, si richiede una grande dose di umiltร , di fede, di preghiera e di disponibilitร a mettere da parte il proprio orgoglio e la propria sete di vendetta. Fatta questa premessa, Gesรน ci pone di fronte ad una vera e propria procedura, con passi specifici di un cammino penitenziale. Il primo di questi passi da fare, se davvero ci sta a cuore la comunione con lโaltro, sarebbe quello di recarsi presso di lui e ammonirlo in maniera riservata e diretta. Come stride questo invito di Gesรน con quellโidea che si annida spesso in noi: โLui ha sbagliato, deve venire lui a chiedermi scusa!โ.
La logica del Vangelo evidentemente va in altra direzione: si presenta come una vera โteologia del primo passoโ. Un cristiano non puรฒ aspettare lโaltro, ma รฉ chiamato a fare il primo passo per andargli incontro sempre, anche con la consapevolezza che questa missione potrebbe essere infruttuosa sul momento. Le possibilitร sono al 50%. Il fratello potrebbe ascoltare e ravvedersi, con la conseguenza di una comunione ricostituita, oppure potrebbe non volerne sapere. In questa seconda eventualitร , Gesรน propone un passo ulteriore, quello di coinvolgere persone fidate e prudenti, discrete e umili, veri amici, che sappiano aiutare nel far comprendere al fratello il suo errore. Spesso, in queste circostanze, si รฉ portati a coinvolgere altri per criticare e trovare sfogo alla propria rabbia, piuttosto che per lasciarsi aiutare a riconquistare lโaltro nella comunione!
Qualora anche questo tentativo risulti inutile, ecco il terzo passaggio: coinvolgere la comunitร , anche rivolgendosi a chi ha lโautoritร di guidarla, se รฉ necessario. Quello che spesso si verifica, anche nei nostri ambienti parrocchiali ed ecclesiali, รฉ che nella migliore delle ipotesi, si saltino i primi due passaggi, per arrivare direttamente allโaccusa presso lโautoritร , o peggio, si inizi direttamente con il quarto di questi passi, tagliando i ponti con il fratello e considerandolo come il peggiore dei malfattori. Questo ultimo passo doloroso, che Gesรน stesso mette in conto, nella sua logica non รฉ mai definitivo, ma si configura come lโestremo invito rivolto al fratello per ripensare a quanto ha commesso.
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Quella che nella vita della Chiesa si chiama โscomunicaโ, come massima pena che lโautoritร ecclesiastica puรฒ applicare ad un fedele, non รฉ mai pensata come condanna definitiva, ma secondo la stessa logica di Gesรน vuole essere il segno estremo a cui si arriva nel caso di gravissimi delitti, per invitare la persona a ravvedersi e a pentirsi di quanto ha fatto. Evidentemente, questo insegnamento ha a cuore qualcosa di centrale nella vita della comunitร cristiana, che รฉ il dono della comunione fra noi. Fa sempre molto male vedere nella Chiesa fratture e rotture profonde tra persone che condividono la stessa fede, lo stesso battesimo e partecipano alla stessa mensa eucaristica.
Quanto tutto questo indebolisce la testimonianza della comunitร cristiana, diventando ostacolo alla fede dei piรน piccoli! La vera comunione, invece, sostiene, incoraggia, abbellisce e rende piรน efficace la preghiera della Chiesa, rendendo Gesรน veramente presente e operante in mezzo ad essa e attirando altri alla condivisione di questa esperienza.
- Fonte
- Immagine da Eco di Basilicata
