Padre Giulio Michelini – Commento al Vangelo di domenica 6 Settembre 2020

- Pubblicitร  -

La responsabilitร  comune

Tre sono i principali temi che percorrono il vangelo di questa domenica: la correzione fraterna, il potere della Chiesa di โ€œlegareโ€ e โ€œsciogliereโ€, la preghiera di intercessione. Siamo allโ€™interno del quarto discorso di Gesรน nel vangelo di Matteo, quello comunitario o ecclesiale. รˆ nella comunitร  umana che si sperimenta il peccato commesso da un fratello (non quindi esattamente โ€œuna colpaโ€, come traduce invece il lezionario il v. Mt 18,15), รจ la chiesa che ha il potere di liberare chi รจ legato, ed รจ alla comunitร  dei credenti che viene affidata la sorte degli altri.

Il denominatore comune di questo vangelo sembra proprio essere quello della responsabilitร  ecclesiale. Non quella demandata agli altri, quanto piuttosto la corresponsabilitร  che lega tutti i battezzati.

La prima grave responsabilitร  riguarda, come detto, il peccato dellโ€™altro. Chi assiste alla triste esperienza del vedere un fratello o una sorella sbagliare non puรฒ tirarsi indietro. Anzitutto deve โ€œandareโ€ (vaโ€™, Mt 18,15): abbiamo qui il verbo dellโ€™impegno morale e dellโ€™agire concreto, che troviamo in tante occasioni nelle parole di Gesรน: ยซvaโ€™ a riconciliarti con il fratelloยป (Mt 5,24); ยซvaโ€™ per due migliaยป con lui (5,41), ยซvaโ€™, vendi quello che haiโ€ฆยป (19,21), e cosรฌ via. Dopo aver assunto lโ€™impegno di andare fisicamente e psicologicamente verso lโ€™altro, se si vuole aiutare chi pecca si deve farlo con discrezione; senza offendere, e con la caritร  di chi sa quanto sia facile incorrere nello stesso errore: ยซchi crede di stare in piedi, guardi di non cadereยป (1Cor 10,12). Il verbo ammonire che troviamo in Matteo al v. 18,15 รจ presente โ€“ ovviamente nel greco della Settanta โ€“ anche in Lv 19,17, quando si dice: ยซNon coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera (ammonisci, correggi) apertamente il tuo prossimo, cosรฌ non ti caricherai di un peccato per luiยป. Rimproverare qualcuno per quanto ha fatto non deve essere espressione dโ€™odio o dโ€™ira, ma di compassione e comprensione.

Come un pagano e un pubblicano. Abbiamo a che fare qui con una situazione di una certa gravitร , di un peccato importante, se addirittura รจ prevista una particolare cura, che perรฒ nel pensiero del Gesรน di Matteo non sembra essere, come si potrebbe pensare, o come spesso รจ stato interpretato, lโ€™espulsione dalla chiesa: ยซsia per te come un pagano o un pubblicano (= un esattore delle tasse)ยป (Mt 18,17). Gesรน paragona chi ha peccato e non ascolta nรฉ i fratelli nรฉ lโ€™assemblea, ai pagani e agli esattori delle tasse. Molti autori hanno compreso questa sentenza come una scomunica del peccatore, ma questa ipotesi non รจ dimostrabile con nessun confronto con fonti qumraniche o rabbiniche. Lโ€™endiade ยซil pagano e lโ€™esattore delle tasseยป, tra lโ€™altro, si trova solo qui in tutto il Nuovo Testamento. Guardando al contesto socio-culturale del giudaismo del primo secolo, si puรฒ notare che: a) i pagani non erano mai disprezzati, e anche se a volte ci si riferiva a loro in modo dispregiativo (cfr. ยซcaniยป: Mt 15,6), si onoravano coloro che, come il suocero di Mosรจ, Ietro, o altri ancora, seguendo i sette precetti noachici (Giubilei 7,20; cf. At 15,20) potevano essere salvati; b) gli esattori delle tasse erano visti alla stregua di ladri, briganti, omicidi e peccatori, e come gli usurai e i pastori โ€“ secondo la Mishnร  โ€“ non potevano essere ammessi a testimoniare in tribunale. Guardando invece al Primo vangelo, si deve ammettere che Gesรน non ha chiusure verso nessuna di queste due categorie: a) certo, Gesรน non va a cercare i pagani, ma quando li incontra apprezza la loro fede (cf. Mt 8,10; 15,28) e invierร  anche a loro, infine, i missionari (cf. Mt 28,19-20); b) il maestro condivide la mensa con gli esattori delle tasse (cf. Mt 9,10) ed รจ in amicizia con essi (cf. Mt 11,19); parla di loro come di quelli che โ€“ insieme alle prostitute โ€“ entreranno per primi nel Regno (cf. Mt 21,31b-32). Uno di loro, poi, Matteo, รจ del gruppo dei Dodici (cf. Mt 10,3). Si puรฒ dunque giungere alla conclusione, con Nicoletta Gatti, che Gesรน con questo suo detto sta invitando i suoi a superare nella logica del perdono ogni espulsione, sulla base di una giustizia superiore: ยซin questโ€™ottica pubblicani e gentili sono โ€œpiccoliโ€ che Gesรน รจ venuto a cercareยป, quelli cioรจ che piรน di tutti hanno bisogno di quella misericordia che vuole Dio (cf. 9,13: ยซMisericordia voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatoriยป). Essere come un pagano e un esattore delle tasse โ€“ in quanto categorie deboli, non perchรฉ bambini, ma perchรฉ peccatori โ€“ significa essere al centro della cura del maestro, il quale vuole che la Chiesa faccia altrettanto. Lโ€™interpretazione della Gatti รจ alquanto interessante, anche se forse deve essere affiancata a quella antica (addirittura coeva o di poco posteriore a Matteo), a cui si accennava, che la Didachรจ sembra dare del testo matteano: ยซCorreggetevi [elรฉgchล, come in Mt 18,15] a vicenda non nellโ€™ira, ma nella pace, come avete nel vangelo: e a chiunque abbia offeso il prossimo nessuno parli, nรฉ sia ascoltato da voi fino a che non abbia cambiato mentalitร  [ยซnon si sia ravvedutoยป: metanoรฉล]ยป (15,3). Qui sembra che la misericordia verso il discepolo peccatore debba essere accompagnata anche dalla severitร  degli atteggiamenti, fino al punto da non parlare allโ€™altro: sempre, perรฒ, per ottenere il risultato del suo ravvedimento e del suo ritorno nella comunitร .

- Pubblicitร  -

รˆ comunque in questi versetti che troviamo una delle due occorrenze della parola greca ekklesรญa dei vangeli, anche se il lezionario, dalla traduzione ufficiale CEI, preferisce tradurre diversamente, con โ€œcomunitร โ€. Nelle domeniche scorse si รจ letto dellโ€™occorrenza nelle parole di Gesรน rivolte a Pietro (ยซTu sei Pietro, e su questa pietra edificherรฒ la mia chiesaยป; Mt 16,18), ebbene, nel nostro testo Gesรน dice: ยซse non ascolterร  neppure loro, dillo alla chiesa; se non ascolterร  la chiesaโ€ฆยป. Nel linguaggio di Matteo chiesa significa la comunitร , la chiesa locale, e allude ad una parola aramaica (qahal) che intende proprio il gruppo di fedeli radunati nella sinagoga. Nella Bibbia รจ Israele, anzitutto, la chiesa di Dio. Ora, รจ la chiesa a cui appartiene la persona che sbaglia, a doversi fare carico del peccato: รจ alla chiesa che spetta lโ€™ultima parola, ed รจ a questa che รจ lasciata lโ€™ultima possibilitร  di aiutare lโ€™altro a salvarsi.

Legare e sciogliere. Ed ecco che in questa occasione ritornano quei verbi, โ€œlegareโ€ e โ€œsciogliereโ€, giร  incontrati nel brano della confessione di Pietro a cui si alludeva sopra. Nella tradizione cattolica i nostri verbi sono stati soprattutto applicati alla dimensione sacramentale del perdono (si veda, ad es., il Catechismo universale al par. 553: ยซIl potere di legare e sciogliere indica lโ€™autoritร  di assolvere dai peccati, di pronunciare giudizi in materia di dottrina, e prendere decisioni disciplinari nella Chiesa. Gesรน ha conferito tale autoritร  alla Chiesa attraverso il ministero degli Apostoli e particolarmente di Pietro, il solo cui ha esplicitamente affidato le chiavi del Regnoยป), ma la frase che in Mt 16,19 era rivolta, al singolare, al solo Pietro, ora รจ invece al plurale e coinvolge tutti i membri della chiesa. Tutti i credenti hanno ricevuto il potere e il dono della riconciliazione, che poi si mostrerร  in modo sacramentale; tutti si devono sentire responsabili della conversione dellโ€™altro, perchรฉ a tutti รจ affidata la possibilitร  di sciogliere o di lasciare legato. Non si puรฒ semplicemente delegare, quando รจ in gioco la sorte di chi ci sta vicino. Un gesto dโ€™amore puรฒ davvero liberare dai peccati.

Ecco allora che la chiesa non puรฒ non ricorrere anche alla preghiera comune per intercedere a favore di chi sbaglia. Gesรน risorto รจ presente in mezzo a coloro che lo invocano: รจ la sua ultima parola e la sua ultima promessa nel vangelo di Matteo: ยซIo sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondoยป (Mt 28,20). La sua presenza garantisce che egli ascolterร  quelli che sono concordi nel domandare qualcosa. Per pregare, dice Gesรน, bisogna volere la stessa cosa: il verbo symphลneล, che tanto ricorda lโ€™accordo degli strumenti nellโ€™esecuzione di una musica, spiega che bisogna accordarsi per ottenere. Ancora una volta, alla comunitร  dei credenti รจ dato il potere di โ€œsciogliereโ€, di aiutare chi รจ nel bisogno, esprimendo cosรฌ compiutamente la piรน grande caritร . Non quella compiuta nel segreto (ยซQuando fai lโ€™elemosina, non sappia la tua sinistra ciรฒ che fa la tua destraยป, Mt 6,3), ma quella di cui oggi cโ€™รจ forse piรน bisogno, la caritร  della responsabilitร  comune e della corresponsabilitร  ecclesiale.


Altri Articoli
Related

Commento alle letture della liturgia del 23 Dicembre 2025

Tempo di Avvento IV, Colore Viola - Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 4 Il...

Missio Ragazzi – Commento al Vangelo di giovedรฌ 25 Dicembre 2025 per ragazzi

Di quante cose il Vangelo ci fa dono nella notte...

Carlo Miglietta – Commento alle letture di giovedรฌ 25 Dicembre 2025

NATALE DEL SIGNORE Letture: Messa della Notte: Is 9,1-3.5-6; Tt...

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 23 Dicembre 2025

Nascita di Giovanni Battista.Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo,...