โPienezza della Legge รจ infatti la caritร โ, scrive Paolo ai romani. ร unโaffermazione che va ben aldilร della logica legalista che i farisei avevano imposto alla gente. Lโapostolo, raccogliendo in sintesi la dottrina evangelica, invita ad allontanarsi da un atteggiamento moralistico rigido e angusto per assumere prospettive piรน larghe e piรน gioiose. E santโAgostino, legando questo pensiero paolino con la libertร cristiana, scrisse la nota frase: โAma e faโ quel che vuoiโ. Ma si badi bene, questa affermazione sulla piena libertร del cristiano, non significa assenza di obblighi. Paolo, infatti, aggiunge immediatamente: โNon siate debitori di nulla a nessuno, se non dellโamore vicendevoleโ. Cโรจ pertanto un debito che i cristiani hanno; ed รจ lโunico: lโamore vicendevole. Ai cristiani, liberati da ogni altro legame, resta questโobbligo vincolante. Si potrebbe dire, in altre parole, che cโรจ un diritto del prossimo verso ognuno di noi, quello allโamore, il diritto ad essere voluti bene. Questa decisa affermazione di Paolo si scontra con la nostra pervicace mentalitร egoistica.
La Liturgia di questa domenica coglie tanti di noi nel momento di riprendere la vita ordinaria dopo una pausa di riposo estivo. Ci immergiamo nuovamente nei nostri itinerari personali, pronti ad appassionarci alle nostre prospettive e ai nostri progetti. E il prossimo? E il debito di amore che abbiamo verso di lui, dove lโabbiamo posto? Spesso ci contentiamo di pensare che non abbiamo sentimenti di forte ostilitร verso gli altri. Ma ciรฒ significa che per lo piรน la nostra vita scorre parallela a quella di chi ci sta vicino, quando non contro, come spesso abbiamo dovuto constatare nei confronti dei piรน deboli, specialmente se non sono dei nostri. Per un verso sembra crescere nella nostra societร il senso del rispetto verso lโaltro, ma dallโaltro crescono anche distanza, indifferenza e violenza. Certo, esistono modi spiacevoli di interessarsi agli altri, quelli della critica fatta alle spalle, della maldicenza, della malevolenza, e cosรฌ via. Tanto che il rispetto รจ giร a volte una conquista. Ma il Vangelo dice che non basta questo rispetto, perchรฉ esiste il diritto dellโaltro al nostro amore. Questโaffermazione, tra le piรน chiare del Vangelo, incrina decisamente le nostre prospettive solitarie e i nostri destini paralleli.
Il Vangelo di Matteo (18,15-20), che abbiamo ascoltato in questa domenica, ci ricorda le parole di Gesรน sulla correzione e sul perdono fraterno. Esse sono esattamente sulla stessa linea dellโamore per il prossimo. Cโรจ, infatti, un modo di non dire le cose che non รจ rispetto, รจ anzi indifferenza; e un altro modo di dirle che รจ invece sincero interesse e doverosa responsabilitร verso gli altri. Ogni credente ha il dovere di correggere il proprio fratello quando sbaglia, come anche ognuno ha il diritto ad essere perdonato. Purtroppo viviamo in una societร che sempre piรน non conosce il perdono, appunto perchรฉ non conosce il debito dellโamore. La Parola di Dio, in questa domenica, ci interroga profondamente. In un mondo sempre piรน interdipendente ma insieme concorrenziale occorre imparare che per essere veramente liberi e per costruire una societร davvero civile, dobbiamo farci nuovamente schiavi dellโamore lโuno per lโaltro. Lโutopia del rispetto integrale dei diritti di ciascun uomo e di ciascuna donna passa per lโassunzione da parte di tutti di un unico imprescindibile dovere: rispettare il diritto dellโaltro ad essere amato. Questo diritto si intreccia con la fondazione di una convivenza umana pienamente liberata da tante minacce esterne e interne.
Lโimmagine perfetta di questa convivenza รจ data dallโunitร dei discepoli che pregano insieme: โIn veritร vi dico: se due di voi sulla terra si metteranno dโaccordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che รจ nei cieli gliela concederร โ. Anche queste sono parole molto impegnative. Lโaccordo dei discepoli nel chiedere la stessa cosa, qualunque essa sia, vincola Dio stesso nel concederla. Dio dร agli uomini uniti in unโunica volontร un potere immenso. E se questo non accade o non appare, dobbiamo interrogare il nostro modo di pregare, che forse รจ viziato in radice da individualismi e indifferenze parallele. La stessa liturgia domenicale talora รจ sentita in modo individualista: ognuno va per proprio conto e per il proprio interesse. La Santa Liturgia รจ, invece, il momento privilegiato per costruire lโunitร e lโarmonia nel pregare e nel chiedere. Se la nostra preghiera non sembra ottenere risposta รจ anche perchรฉ non ci siamo interrogati abbastanza sul nostro prossimo, su chi ha bisogno, su chi aspetta che qualcuno si ricordi di lui. Anche il miracolo della pace dipende da questo accordo nella preghiera.
Fonte – il sito web di mons. Paglia
- Pubblicitร -
Qui tutti i commenti al Vangelo delle domeniche precedenti di mons. Vincenzo Paglia
