ร una delle pagine piรน famose del Vangelo, quella di Pietro che scopre di essere papa.
In realtร รจ molto di piรน: รจ la manifestazione dellโimmenso rispetto che Dio ha per ciascuno di noi. E che noi, troppe volte, non abbiamo di lui.
โLa gente chi dice che sia il Figlio dellโuomo?โ
Facile: Giovanni Battista, Elia, Geremia o qualcuno dei profetiโฆ
Certo, tutti hanno capito la grandezza di Gesรน, ma la riducono a qualcosa di giร noto e conosciuto, non riescono a cogliere la sua novitร .
Ho lโimpressione che questo non sia solo un โdifettoโ dei contemporanei di Gesรนโฆ
Anche noi corriamo il pericolo di dare per scontato, di pretendere di sapere giร , di vivere la fede in modo stanco e ripetitivo.
Ma Gesรน non si accontenta di smascherare โla genteโ, ora vuole arrivare anche a loro, ai discepoli. โVoi chi dite che io sia?โ.
Una volta allโanno ci capita si sentirci chiedere da Gesรน: ยซChi sono io, per te?ยป.
Oggi, non dieci anni fa, o un anno fa. Oggi siamo chiamati a fissare il nostro sguardo su quello del Nazareno, per scoprire se vogliamo ancora essere discepoli del Maestro.
Noi siamo molto abili a questionare su Dio, a condurre alti discorsi su di lui (fare teologia), porgli domande, interrogativi e chiedere lumi sul Mistero.
Il Vangelo oggi ci ricorda che lโessenziale รจ piuttosto ascoltare la domanda che lui ha per me, e rispondere di conseguenza.
Lโessenziale รจ lasciarsi mettere in questione da Dio, piรน che questionare su di lui.
ร lasciarsi raggiungere, piuttosto che raggiungerlo con definizioni sulla sua essenza.
Gesรน domanda: Chi sono io per te? Cosa cโentro io con la tua vita?
Le risposte possibili son due, da sempre. Una religiosa e una mossa dalla fede.
Quella religiosa si ferma al contenuto, ad unโaffermazione dogmatica, imparata magari a catechismo. Risposta che incasella, definisce, sistema Dio in una griglia concettuale predefinita. E pensiamo di conoscere Dio in proporzione a ciรฒ che sappiamo su di lui, alle informazioni in nostro possesso. ร come presumere di dissetarsi conoscendo la formula dellโacqua.
Gesรน perรฒ vuol farci fare un passo oltre, dalla religione alla fede.
Nella tua vita concreta, cosa ha che fare il Dio di Gesรน Cristo?
La relazione che hai con la persona di Gesรน Cristo, tocca le scelte che fai, il tuo modo di pensare, di vedere le cose, di incontrare la persona che ami, gli amici che frequenti, il lavoro che svolgi, il denaro che gestisci, il vestito che indossi, il cibo che mangi?
ยซChi sono io, per te?ยป. Simone il pescatore osa, si schiera.
Gesรน รจ uomo pieno di fascino e di mistero. Di piรน. ร un profeta. Di piรน. ร il Messia.
Facile dirlo, per noi. Ma per chi stava lรฌ con lui, con il falegname di Nazareth, รจ unโaffermazione sconcertante. Gesรน non era un uomo di cultura, e neppure religioso. E non era neanche tanto devoto, permettendosi di interpretare liberamente la Legge (riportandola allโessenziale, in veritร ).
Simone dice a Gesรน: โTu sei il Cristoโ, che significa: โTu sei il Messia che aspettavamoโ, una professione di fede bella e buona e, decisamente, ardita.
Pietro, riconoscendo nel falegname lโinviato di Dio, fa un salto di qualitร determinante nella sua storia, un riconoscimento che gli cambierร la vita.
Per Simone, dire che Gesรน รจ il Cristo รจ un salto mortale. E Gesรน gli restituisce il favore.
Gesรน gli risponde: โTu sei Pietroโ.
Simone non sa di essere Pietro. Sa di essere cocciuto e irruente ma, riconoscendo in Gesรน il Cristo, scopre il suo nuovo volto, una dimensione a lui sconosciuta, che lo porterร a garantire la saldezza della fede dei suoi fratelli.
Sapeva di essere un testone, scopre di essere una roccia.
Sapeva di essere un irruento, un sangue caldo; il Signore gli svela che su questo difetto potrร costruire un ruolo, aiutare i fratelli.
Pietro rivela che Gesรน รจ il Cristo. Gesรน rivela a Simone che egli รจ Pietro.
Quando ci avviciniamo al mistero di Dio, scopriamo il nostro volto. Quando ci accostiamo alla Veritร di Dio riceviamo in contraccambio la veritร su noi stessi.
Il Dio di Gesรน non รจ un concorrente alla mia umanitร .
Alcuni sono persuasi che aprendosi alla misericordia di Dio, quasi venga a mancare una parte della propria umanitร .
Molti hanno la comica immagine del cattolico come mezzo-uomo, animale da sacrestia (immagine talora confermata da certi nostri devoti!). Niente di piรน fasullo: se il Dio in cui crediamo ci fa decrescere in umanitร , non รจ il Dio di Gesรน Cristo.
Quanti, avendo seguito con piรน decisione la presenza del Signore Gesรน, giungono a dire che hanno imparato a diventare veramente uomini! Non abbiamo paura, quindi, a fidarci di questo Dio che davvero ci puรฒ rivelare a noi stessi, con semplicitร e veritร .
Per questo coraggio, per il suo ardire, per la sua generositร imbarazzante, per la sua irruenza Pietro รจ scelto per confermare la fede dei fratelli, per custodire e dire il Vangelo insieme agli altri apostoli.
Ma occorre non dire a nessuno che egli era il Cristo. Almeno sino a quando Gesรน non sarร elevato da terra.
Lโunica vera immagine di Dio ci deriva dalla croce.
ร sul patibolo infame che Dio rivela il suo vero volto: amore sino alla fine.
Per questo, ogni conoscenza di Dio che non passa dal crogiuolo della croce, sarร sempre unโimmagine impura, ancora piena di scorie, non oggettiva appunto.
Solo dinanzi allโamore crocifisso abbandoneremo tutte le nostre immagini distorte che ci portiamo dentro di Dio, e impareremo finalmente a riconoscerlo in tutti i crocifissi che chiedono di essere accolti. Smetteremo cosรฌ di fare domande su Dio, e impareremo a rispondere alle invocazioni dei fratelli che ci chiedono, imploranti, di amarli cosรฌ come sono e non come vorremo che fossero.
La bella notizia di questa Domenica? Il cristianesimo non รจ nรฉ una dottrina, nรฉ una morale, ma รจ il mio rapporto con Gesรน, il mio Signore e il mio Dio.
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AUTORE: Paolo di Martino
FONTE: Sito web
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