A tutti noi capita in vari modi di cadere; alla fine ci sarร la nostra caduta definitiva a terra, quando verranno meno tutte le nostre funzioni biologiche e ci sarร tolta la vita. Ma non tutti siamo giร pronti a consegnare, a restituire, a dare la vita, cioรจ a donarci attivamente sapendo che non solo abbiamo ricevuto un dono, ma che noi stessi siamo un dono, per noi e per gli altri, da mettere in circolo.
Senza tale scelta โ senza amore incarnato โ resta di noi solamente un cadavere, uno scheletro, polvere. Ma assumere consapevolmente il rischio di uscirne cambiati, diversi e trasformati รจ ciรฒ che ci consente di vivere la nostra opportunitร . Il testo evangelico รจ al presente: chi si attacca morbosamente alla propria individualitร la distrugge, si distrugge giร ora, perchรฉ sterilizza la feconditร inscritta nel suo corpo.
Quel cadavere รจ come un seme caduto, adagiato sul suolo, ma incapace di attingere dal terreno il nutrimento per il germe della nuova vita; non รจ piรน spiga e non lo sarร piรน: non porta frutto; รจ sterile, sprecato. Se perรฒ persino un chicco di grano puรฒ generare una spiga, a maggior ragione quanto รจ generativa la persona umana! Il piรน grande ostacolo รจ purtroppo sempre l’attaccamento egoistico: il voler essere serviti e riveriti, anzichรฉ coinvolgersi e condividere.
In un mondo che incentiva l’egoismo, l’approfittarsi a scapito dei piรน deboli e la concorrenza per essere riconosciuti come prestigiosi, chi affronta questo campo con il timore di perdere le proprie ambizioni, i propri interessi e le proprie comoditร non riesce ad amare sino in fondo, perchรฉ resta vittima delle logiche mondane, delle aspettative sociali e dei progetti calcolati, senza mai poter gioire dell’inatteso. Al contrario chi, guardando con stupore a Cristo che regna in Croce, non ha paura di morire โ e non per incoscienza, ma anzi perchรฉ giร sa la spiga che puรฒ essere โ trova in Lui il coraggio di amare, che per il Quarto Vangelo si traduce con โservireโ (diakoneo).
Il nostro santo diacono Lorenzo ha mostrato la sua personale prontezza nel donarsi sino in fondo, senza risparmi. La morte di chiunque come lui scelga una vita caratterizzata da uno dei molteplici servizi verso i fratelli, in cui si lascia incontrare veramente Cristo bisognoso, si innesta nella morte stessa di Cristo โ che lo sappia o no โ che serve la donna e l’uomo per riallacciarli alle viscere del Padre.
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Partecipando al donarsi di Dio in ogni atto di amore in cui moriamo a noi stessi perchรฉ l’altro viva, la morte fisica sarร il culmine del dono divino che fa fiorire pure nostra persona in un profumo che รจ da sempre e mai verrร meno.
Commento a cura di:

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesรน. Un’immersione nella storicitร dei Vangeli, Postfazione di Gรฉrard Rossรฉ, EDB 2019.
