p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 9 Agosto 2020

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Pietro si impaurรฌ! Gesรน interviene dicendo: โ€œUomo di poca fede, perchรฉ hai dubitato?โ€.ย  Una affermazione che Gesรน esprime subito dopo avere detto a Pietro: โ€œVieni!โ€.

In fondo lโ€™incontro col Signore, sia nel vangelo come nella nostra vita, รจ un continuo passaggio dalla meraviglia al dubbio, passando poi dal dubbio allโ€™incredulitร . Il cammino del turbamento รจ cosa nostra, della nostra vita. Noi siamo chiamati a passare dal turbamento, come movimento a noi naturale, al coraggio della fede. Una fede, teniamo presente, sempre provata dal dubbio e dalla caduta. Questo modo di essere ci porta, nellโ€™esperienza di salvezza, a una sua pienezza.

Il dubbio si gioca a metร  strada tra lโ€™incredulitร  e la fede. Il dubbio รจ passaggio necessario per ognuno di noi. Se siamo sani viviamo il dubbio, se sani non lo siamo il dubbio lo neghiamo. Se siamo sani il dubbio diventa domanda di ricerca, se sani non siamo, il dubbio รจ continuamente negato e sottoposto ad incertezze imparate ma non sane, non umane.

Se la fede รจ sana e consapevole vive anche del dubbio del credente. Il non credente dubita del suo non credere come il credente dubita del suo credere. Chi non ha dubbi รจ cieco e dogmatico: cosa non reale e non vera! Andare a fondo, che รจ parte del nostro credere, รจ apertura alla salvezza al di lร  di quello che crediamo o che non crediamo.

Pietro ci rappresenta mostrando noi, ogni fedele fino al Papa, che volgiamo gli occhi al Signore come gente di fiducia che riesce ad avanzare. Quando noi guardiamo solo alle nostre difficoltร  noi rischiamo di impaurirci affondando. La paura la fa da padrona.ย 

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Il problema non รจ il dubbio, il problema รจ negarlo. Come il problema รจ non affidarci al grido โ€œSignore, salvaci!โ€. Signore, salvami, รจ la radice della fede che non nega il dubbio e non cerca una risposta piรน o meno razionale. Lโ€™esperienza della fede ci porta alla luce e a riconoscere il Signore. Il dubbio non lo neghiamo e non ne troviamo una risposta sapiente, il dubbio lo viviamo come luogo di fede e di incontro, non di negazione di ciรฒ che siamo.

Gesรน ha donato il pane e dopo tale dono sale! Lui sale sul monte, da solo, a pregare. I discepoli fanno lโ€™esatto opposto: scendono da soli sul mare a remare. Lui, Pane vivo, ha dato il suo Corpo per noi divenendo per le nostre convinzioni e i nostri poteri, un assente, uno che non possiamo sfruttare e sentire dalla nostra parte.

Noi, sulla barca, ci troviamo di notte, col vento contrario, sospesi sullโ€™abisso agitato che desidera solo inghiottirci. La fatica per raggiungere lโ€™altra riva รจ cosa sempre piรน inutile. Non ci accorgiamo che Lui รจ semplicemente presente come amore fraterno: รจ lโ€™unico Pane che cโ€™รจ sulla barca, pane insidiato dai vari lieviti.

Gesรน รจ uno presente alla barca. Prima Gesรน รจ colui che dorme e si risveglia. Lui รจ il presente tra i suoi discepoli cosรฌ come รจ, morto e risorto, che ci lascia il suo pane. Un Gesรน che sembra sempre meno presente e sempre piรน assente: Lui ha vinto la morte e cammina sulle acque. รˆ assente perchรฉ presente con il suo Pane e la sua Parola che ci stimolano a camminare come Lui ha camminato. Da ultimo troviamo Gesรน che scatena la tempesta, una tempesta di domande per i discepoli che capiscono sempre meno il Pane lamentandosi di non averne. Preferiscono, cioรจ noi preferiamo, il lievito dei farisei e dei sadducei che รจ fermento ben diverso dal fermento di Gesรน.

Cosรฌ la barca diventa luogo di fede, simbolo della comunitร . Non vi รจ via di fuga dalla barca: o si arriva a terra o si va a fondo. Gesรน in barca coi suoi dona il Pane, morendo e risorgendo. Lui, presenza di Pane, rischia di essere vissuto come un fantasma, effetto del non darci della sua Parola evitando di fare come Lui ha fatto. Cosรฌ la nostra difficoltร  a riconoscerlo รจ preferire dare corpo alle nostre fantasie che sono lieviti che muovono la nostra vita riducendo a fantasma la realtร  dellโ€™Io-Sono.

Gesรน da noi descritto รจ assente perchรฉ presente รจ il Vivente che ha camminato sul mare e che, con la sua parola, ci chiama a fare altrettanto.

Siamo chiamati ad accogliere il suo invito con le nostre paure dando spazio a Lui non per uccidere le paure ma per viverle. Se guardiamo Lui e la sua promessa, noi camminiamo. Se noi guardiamo solo le nostre difficoltร , noi imitiamo Pietro affondando.

Invochiamo Gesรน che รจ Dio che salva perchรฉ lโ€™avventura di Pietro โ€“ Signore salvami โ€“possa essere lโ€™avventura vitale di ogni persona.


AUTORE: p. Giovanni Nicoliย 
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