Commento al Vangelo del 9 Agosto 2020 – don Giovanni Berti (don Gioba)

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โ€œโ€ฆe il naufragar m’รจ dolce in questo mareโ€

Cosรฌ si conclude la famosa poesia โ€œlโ€™infinitoโ€ che Giacomo Leopardi scrive a 20 anni nella sua Recanati. La parola naufragio non รจ in sรฉ stessa portatrice di significato positivo perchรฉ indica un evento tragico legato alle navi e alle persone che ci stanno sopra.
Leopardi seduto su un colle ha davanti a sรฉ una siepe che non gli fa vedere tutto lโ€™orizzonte, che rimane in parte misterioso. Questo sguardo in parte impedito lo costringe andare oltre con lโ€™immaginazione alimentando un senso di infinito nello spazio e nel tempo. Tutto questo gli crea in parte paura, ma nello stesso tempo anche una sensazione profonda di dolcezza. Lโ€™incertezza della vita รจ paura e gioia insiemeโ€ฆ per questo alla fine conclude dicendo che รจ dolce naufragare in questo mare di infinito.

Nel Vangelo la barca con i discepoli in navigazione in un mare agitato dalle onde e con il vento contrario bene rappresenta la comunitร  cristiana che fatica a navigare nella storia. Lโ€™approdo allโ€™altra riva del lago, che non รจ cosรฌ scontato per lโ€™incertezza della navigazione, รจ simbolo della realizzazione di tutto quello che nella Chiesa si mette in atto per vivere il Vangelo, per testimoniarlo e trasmetterlo. E la paura e lo smarrimento sono sempre tanti nella Chiesa in tempi agitati come il nostro e quando anche dentro la Chiesa stessa noi stessi diventiamo duri di cuore e siamo come il vento contrario.

Pietro che vorrebbe camminare sulle acque e si sente capace di farlo senza lโ€™aiuto di nessuno, alla fine naufraga, appesantito dalle sue paure e dalle sue incertezze. In Pietro che naufraga e rischia di annegare, siamo rappresentati tutti noi, sia come cristiani che come esseri umani. Le nostre incoerenze nel vivere il Vangelo, la nostra fede superficiale, le nostre durezze umane alla fine ci tirano verso il basso e fanno prevalere le onde contrarie della vita.

Ma nel racconto lโ€™evangelista Matteo dร  piรน risalto alla figura di Gesรน che invece รจ capace di camminare sulle acque, รจ capace di essere piรน forte delle paure, piรน forte di ogni opposizione al Vangelo: lui ci cammina sicuro sopra e non affonda. Non cโ€™รจ mare agitato o vento contrario che possano fermare Gesรน perchรฉ arrivi a tenderci la mano e salvarci da ogni naufragio e permetterci di realizzare il suo messaggio e portarci allโ€™altra riva. Ci chiede solo si fidarci di lui, di guardare oltre gli ostacoli della vita e del cuore, di immaginare insieme a lui un infinito mondo dove regna lโ€™amore di Dio.

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Per gli apostoli e Pietro il futuro con Gesรน e come comunitร  รจ pieno di incognite e non tutto รจ chiaro oltre la siepe del presente. La tentazione รจ quella di chiudersi e non accettare il rischio del cammino sulle acque agitate della nostra storia. Si rischia sempre di naufragare, ma la mano tesa di Gesรน รจ subito pronta ad afferrarci.

Questa mano tesa la troviamo nelle pagine del Vangelo da meditare, nella preghiera che facciamo insieme ogni domenica e ogni volta che ci raduniamo. Gesรน ascolta il nostro grido di aiuto (โ€œSignore, salvamiโ€) e ci tende la mano attraverso le persone che abbiamo vicino, basta solo avere un poโ€™ piรน di fiducia e non disperare anche quando lโ€™acqua sale.
Penso che lโ€™esperienza di Pietro alla fine sia stata bella perchรฉ ha sperimentato il suo limite e le sue paure insieme con il fatto di essere salvato. Lui che era stato chiamato a diventare pescatore di uomini, viene pescato a sua volta perchรฉ non affoghi e da questa salvezza impari come fareโ€ฆ

Il suo naufragare รจ stato quindi dolce, perchรฉ ha sperimentato lโ€™infinito amore di Gesรน che รจ sempre presente e gli insegna a fare altrettantoโ€ฆ


Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)

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