I gesti eucaristici di Gesรน e dei discepoli che trasformano la vita
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIOย (ANNO A)
La fine del Battista รจ annuncio e presagio della morte di Gesรน. La notizia dellโarresto e della condanna a morte di Giovanni induce Gesรน a ritirarsi in un luogo deserto. ร un momento critico che affronta cercando spazi di solitudine, non di isolamento. Infatti, il deserto รจ il luogo deglโincontri intimi e profondi che non avvengono tra i potenti che si mettono dโaccordo per spartirsi il potere, ma tra i bisognosi che condividono nella solidarietร la loro povertร . Gesรน, che sente lโumana impotenza davanti alla forza del male che sferra colpi mortali, scopre di non essere solo ma parte di una comunitร fatta dโinfermi, di poveri, di bisognosi, di perseguitati, di oppressi, come lui, che lo segue, lo precede e lo attende. La paura avrebbe indotto Gesรน a nascondersi separandosi e isolandosi per proteggersi, mentre egli sceglie il deserto per cercare il conforto nella intimitร col Padre. La trova quando, vedendo le folle bisognose di cura, sente compassione e avverte una solidarietร talmente profonda con quella gente che offre la sua potenza per curare i malati lรฌ presenti. Nel deserto a contatto con la povera gente Gesรน comprende il senso della sofferenza annunciata nel martirio del Battista. Questo avviene perchรฉ lo sguardo di Gesรน รจ illuminato dalla compassione. La misericordia di Dio si rivela nellโincrocio dello sguardo di Gesรน, attento ai piรน piccoli, e quello dei poveri che alzano gli occhi verso di Lui in attesa di ricevere aiuto.ย
Nella prova, presi dalla paura, possiamo andare avanti con uno sguardo perso nel nulla e vagare spendendo inutilmente tutte le nostre risorse oppure cercare il volto di Dio e trovarlo in quello dei fratelli piรน piccoli, come Gesรน, oppure seguirlo e andare da lui, come fa la folla. Sono loro quelli che accolgono lโinvito espresso dal profeta Isaia nella prima lettura. Dio si rivolge ai nullatenenti, a quelli che non possono riscattare il debito contratto o restituire il valore di ciรฒ che hanno ricevuto. Dio offre la sua parola come un dono gratuito ma che ha un prezzo, quello della responsabilitร e del servizio. La sapienza di Dio spegne la sete e sazia la fame con il nutrimento della sua parola, che ha effetto quando lโamore Gli viene corrisposto attraverso il servizio ai fratelli.
La misericordia di Dio, che agisce attraverso la sua parola creatrice, รจ terapeutica perchรฉ non libera dai mali ma dal Maligno che inganna lโuomo facendogli spendere soldi, guadagnati con sacrificio, per ciรฒ che non รจ pane e che nel momento del bisogno, della paura, dellโangoscia, della persecuzione, della delusione, della povertร lo tenta distogliendo lo sguardo da Dio per concentrarlo sui limiti, le colpe, gli inganni, le debolezze, i peccati degli altri.ย
La logica sottile del Maligno tocca anche i discepoli che, giunta la sera, invitano Gesรน a congedare la folla e finalmente separarsi da loro. Alla sera, quando si tirano le somme della giornata e si fanno i conti emergono piรน forti limiti, mancanze, attese deluse. La fatica appare sterile e si affaccia in automatico il pensiero che ognuno si arrangi per sรฉ. La presenza di quella folla รจ diventata troppo pesante e le esigenze che essa porta sono troppo grandi rispetto alle proprie capacitร .
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La compassione di Gesรน non ha tempi di produzione e non scade con il temine della giornata lavorativa. Il deserto nella notte della prova senza la luce della misericordia di Dio รจ avvolto dal buio dello scoraggiamento che induce allโisolamento e al distanziamento nel quale ognuno รจ abbandonato al suo destino.
Il deserto, luogo della compassione, della solidarietร e dellโintimitร รจ lo spazio nel quale vivere il tempo di grazia dellโincontro con la Misericordia e tra i miseri che hanno bisogno di cura. Anche gli apostoli sono tra i miseri. Essi perรฒ non hanno ancora compreso che lรฌ, nel deserto, dove tanti infermi avevano trovato la salute, รจ il luogo nel quale avviene lโincontro con Dio, misericordioso e pietoso, che apre la mano per saziare la fame di ogni vivente. ร Gesรน il luogo in cui trovare il necessario per vivere; non bisogna cercare altrove ciรฒ che Gesรน offre qui e ora. Il Crocifisso, al tramonto della sua vita terrena, spogliato di tutto e solo, รจ ridotto a deserto. Ma proprio lรฌ e alla sera, quando cala il buio, che incute paura, Dio prepara un banchetto per il suo popolo offrendo se stesso. Sulla croce il luogo la solitudine del deserto e la notte della prova sono redente dalla compassione per i peccatori.ย
Come Dio invita i poveri a comprare, anche se non potrebbero perchรฉ sono senza denaro, cosรฌ Gesรน esorta gli apostoli a rispondere al bisogno della gente provvedendo loro stessi. Essi non sanno come raggiungere la gente e Gesรน dร loro lโindicazione di deporre in quel luogo tutto quello che hanno. La povertร dei discepoli, deposta ai piedi di Gesรน รจ trasformata da lui In offerta attraverso la benedizione. Con essa si riconosce che la provvidenza di Dio รจ offerta a noi non per soddisfare gli umani bisogni ma per alimentare il desiderio dellโamore e della comunione.
La compassione non รจ semplicemente una comprensione mentale dei problemi e una partecipazione affettiva alla sofferenza, ma รจ forza che spinge allโazione. Non si tratta di indicare soluzioni che non ci coinvolgono e che ci fanno rimanere tranquillamente estranei al nostro posto, distanti dalle loro reali esigenze, paghi di aver dispensato suggerimenti e consigli. La compassione comporta il coinvolgimento attivo nel quale non ci sostituiamo alla responsabilitร degli altri ma la stimoliamo attraverso un atteggiamento di condivisione delle nostre povere risorse. Come nel deserto Dio ha sfamato Israele permettendogli di continuare il pellegrinaggio nel deserto verso la terra promessa, cosรฌ nel deserto al termine della giornata avviene un banchetto nel quale Gesรน trasforma la povertร in ricchezza, il bisogno in sazietร , la mancanza in pienezza, i discepoli in servi della comunione.ย
Il centro del racconto รจ il miracolo compiuto da Gesรน che avviene attraverso tre gesti: prendere, benedire e spezzare. Lโazione di Gesรน รจ incorniciata da quella degli apostoli: portare e dare.ย ย Essi dapprima portano a Gesรน il poco che รจ anche il tutto che hanno. Ciรฒ che hanno offerto viene loro restituito moltiplicato perchรฉ essi lo distribuiscano agli altri.
Il miracolo non lo fa lโuomo, ma Dio. Al discepolo spetta solo di far godere a tutti del miracolo che la grazia che Dio ha operato una volta per tutte sulla croce, lรฌ dove Gesรน ha preso su di sรฉ le nostre povertร , ha pregato il Padre e ha ยซspezzatoยป la sua vita, come si fa col pane, per condividerla con tutti.ย
Ai gesti eucaristici di Gesรน corrispondono quelli degli apostoli che offrono a Gesรน la propria povertร , che รจ anche il frutto della provvidenza, e distribuiscono alla folla i pezzi di pani che ricevono dalle mani di Gesรน.
Distribuire รจ un gesto che, mettendo in comunicazione la mano benedicente di Gesรน con quella dei poveri, diventa la forma piรน efficace di evangelizzazione. Le mani dei discepoli sono il segno di una Chiesa che non riceve un dono per trattenerlo per sรฉ e possederlo, ma per riconsegnarlo come dono dโamore agli altri.ย
Lโincontro con Gesรน fa dei nostri cuori, desertificati dalla paura, il luogo dellโascolto nutriente della sua Parola. Essa ci fa riconoscere nelle nostre povertร la vicinanza di Dio compassionevole che รจ solidale con noi. Prima di darci tutto egli ci chiede di dargli il nostro niente, offrirgli la nostra miseria senza vagare altrove nellโillusoria speranza di trovare la pace del cuore. Chiede anche di non fermarci al miracolo del pane, ma di renderlo fruibile a tutti distribuendo a piene mani, e senza tenere nulla per sรฉ, tutto quello che Gesรน dona. Solo nella logica del dono di sรฉ per i fratelli possiamo dare un senso alla sofferenza causata dagli stessi e ridare al cuore, inaridito dal dolore e dalle prove, vitalitร ed entusiasmo.
Auguro a tutti una serena domenica e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae รจ stata fondata il 2 luglio 1968 dallโArcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirร ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di etร … [Continua sul sito]

