Il particolare iniziale con cui si apre il brano evangelico di questa domenica non รจ secondario: Gesรน, dopo aver appreso la triste notizia della morte di Giovanni Battista, si ritira in disparte, esce temporaneamente di scena. Sono tanti i momenti riportati nelle pagine dei Vangeli, in cui Gesรน si ritira in preghiera, lontano dagli sguardi delle folle, per entrare nel dialogo profondo con il Padre. Si tratta di quei momenti di silenzio e di ascolto, che gli danno la forza per proseguire la sua missione nel mondo.
Spesso, in questi momenti in cui si sottrae alle folle, Gesรน rielabora nella preghiera eventi, storie, volti, difficoltร . Non deve essere stato facile per Lui sapere che il suo precursore era stato barbaramente ucciso. Questo doveva richiamare in Lui la consapevolezza che, a breve, sarebbe toccato anche a Lui! Per accettare questa โsorteโ, quindi, aveva bisogno di silenzio e dialogo rinnovato con suo Padre. Il silenzio di Gesรน, da cui tutti noi dovremmo imparare molto, cercando spazi di โritiroโ dal rumore e dal disordine della quotidianitร , รจ in forte contrasto con il vociare della folla che lo cerca e lo segue.
Con la โricaricaโ della preghiera, Gesรน incontra la folla e ne sente compassione, le sue viscere sono mosse dalla misericordia (si usa lo stesso verbo greco con cui รจ descritto lโatteggiamento del Padre che vede tornare il figlio nella famosa parabola di Luca 15). La preghiera dร a Gesรน uno sguardo profondo, fa emergere il modo in cui Dio stesso guarda allโumanitร , sempre bisognosa di amore, misericordia, perdono e cura. Gesรน non si sottrae ad offrire questi doni in abbondanza, sempre! Alla fine della giornata, i discepoli con un atteggiamento e una visione diversa da quella del Maestro, gli fanno capire che per quel giorno poteva essere abbastanza: aveva giร fatto troppo, adesso era tempo di congedare la folla, perchรฉ ciascuno andasse a procurarsi da mangiare.
Gesรน, come fa spesso, li spiazza: loro stessi dovranno procurare il cibo alla folla! Gesรน vuole coinvolgere sempre di nuovo anche i suoi discepoli nel suo sguardo amorevole sulle folle. Come Lui, i discepoli devono sentirsi coinvolti in prima persona in questi bisogni dellโumanitร . Loro sono chiamati a stare con Gesรน e condividerne lo sguardo e le attenzioni verso i bisogni degli uomini. Nel nostro seguire Gesรน ed essere suoi discepoli, dovremmo sempre chiederci se avvertiamo veramente anche in noi questa chiamata a condividere la sua attenzione e cura per i fratelli. I discepoli, di fronte a questa provocazione, denunciano la loro inadeguatezza dovuta alla mancanza di mezzi. Da soli, con il poco che possiedono, non possono farcela. Gesรน li invita a mettersi in gioco e a portare a Lui il poco, perchรฉ possa diventare molto.
Sta in questo il miracolo sempre attuale di Gesรน nella nostra vita: trasformare con la potenza della sua presenza e della sua grazia il โpocoโ che siamo e che possediamo in quel โmoltoโ, che supera abbondantemente i bisogni nostri e quelli degli altri. Affinchรจ Gesรน, come in quella serata nel deserto, possa compiere il miracolo dellโabbondanza, ci sono sempre due rischi da evitare: quello di defilarsi elegantemente dalle situazioni, dicendo โho giร fatto abbastanzaโฆ che ci pensino altri!โ e, dallโaltra parte, quello di confidare solo nelle proprie forze: โse non ho i mezzi sufficienti, non posso far nullaโฆโ.
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In entrambi i casi si tratta di valutazioni troppo umane: da una parte quella di chi fa prevalere la propria comoditร e immobilismo, dallโaltra quella di chi confida sullโonnipotenza dei mezzi. Cristo, in questo episodio della moltiplicazione di pani e dei pesci, ci insegna a metterci sempre seriamente in gioco di fronte ai bisogni degli altri, senza demandare ad altri o rimandare ad un domani indefinito e a confidare totalmente nella forza della sua grazia, la sola che puรฒ trasformare sempre la pochezza dei nostri mezzi nellโabbondanza del suo amore viscerale per lโumanitร .
- Fonte
- Immagine da Eco di Basilicata
