PESCATI DAL MARE DELLA MORTE NUOTIAMO NEL MONDO ANNUNCIANDO IL VANGELO CON CUI STRAPPARE IL PROSSIMO ALLA CATTIVITA’ DEL DEMONIO
Pazienza eย misericordia, timore e pietร scandiscono il tempo del nostro pellegrinaggio. Siamo pellegrini in terra straniera, le cose a cui incolliamo i nostri cuori e i nostri sensi non ci soddisfano. Siamo nel mondo, ma non siamo del mondo.Viviamo nella carne, ma non viviamo per la carne.ย E’ il mistero della nostra vita. Come pesciย tratti dal mare cerchiamo un’acqua che, in apparenza, assomiglia alla vita vera per la quale siamo stati creati. Ma non รจ cosรฌ. Siamo una specie unica e del tutto particolare. Siamo nati e salvati per un’altra Patria, per il Cielo. Gli inganni, le menzogne, le tentazioni ci sospingono con irruenza verso l’abisso da cui siamo stati tratti. Mentre nel nostro intimo lo Spirito Santo ci sussurra “Vieni al Padre”.
Benedetto XVI, inaugurando il suo pontificato, ricordava un’immagine cara ai Padri: “Per il pesce, creato per lโacqua, รจ mortale essere tirato fuori dal mare. Esso viene sottratto al suo elemento vitale per servire di nutrimento allโuomo. Ma nella missione del pescatore di uomini avviene il contrario.ย Noi uomini viviamo alienati, nelle acque salate della sofferenza e della morte; in un mare di oscuritร senza luce. La rete del Vangelo ci tira fuori dalle acque della morte e ci porta nello splendore della luce di Dio, nella vera vita. Eโ proprio cosรฌ โ nella missione di pescatore di uomini, al seguito di Cristo, occorre portare gli uomini fuori dal mare salato di tutte le alienazioni verso la terra della vita, verso la luce di Dio. Eโ proprio cosรฌ:ย noi esistiamo per mostrare Dio agli uomini. Eย solo laddove si vede Dio, comincia veramente la vita. Solo quando incontriamo in Cristo il Dio vivente, noi conosciamo che cosa รจ la vita. Non siamo il prodotto casuale e senza senso dellโevoluzione.ย Ciascuno di noi รจ il frutto di un pensiero di Dio.Ciascuno di noi รจ voluto, ciascuno รจ amato, ciascuno รจ necessario. Non vi รจ niente di piรน bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, daย Cristo. Non vi รจ niente di piรน bello che conoscere Lui e comunicare agli altri lโamicizia con lui” (Benedetto XVI,ย Omelia di inizio Pontificato).ย
Per questo ogni istante che ci รจ dato รจ l’attesa d’un compimento. La chiave della nostra vita รจ tutta qui: un’attesa che geme come nei travagli del parto. Siamo stati pescati dalla rete di Cristo. La sua Croce ci ha salvati dall’abisso della morte. Ma non รจ finita.ย Siamo pesci buoni, come il grano buono, e bello.ย Pesci puri, “commestibili” secondo laย Legge, lavati, salvati, santificati dal sangue di Cristo. Ma conviviamo con quelli cattivi, impuri secondo la traduzione dell’originale, segni di morte che nessun ebreo poteva mangiare. Sono accanto a noi. Pesci cattivi che rendono impuri, che tagliano fuori dal popolo della promessa, che sottraggono l’ereditร promessa. I pensieri, i desideri, gli sguardi, le concupiscenze. La carneย senza lo Spirito. Accanto a noi, dentro di noi. E’ il combattimento d’ogni giorno, nel quale perรฒ, come scrivevaย Pรฉguy, โil Padre ha messo nelle nostre mani, nelle nostre deboli mani, la sua
speranza eternaโ.ย La speranza donata a Pietro dalle mani di Cristo che lo tiravano fuori dall’abisso nel quale era caduto per la sua incredulitร . Anche Pietro, come ciascuno di noi, prima d’essere pescatore, ha sperimentato cosa significhi essere pescato dal fondo della debolezza, della carne e dell’incredulitร .
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Anche oggi vi saranno angeli inviati dal Padreย a separare il buono dal cattivo, il puro dall’impuro. Anche oggi messaggeri della Buona Notizia ci incontreranno per salvarci. Che il Signore ci conceda di non indurire il nostro cuore, di lasciarci amare e riconciliare, di essere strappati alle menzogne e ai veleni del nemico. Che oggi, anticipo della fine dei tempi, il Signore ci faccia ancoraย suoi, che getti nella fornace tutto quello che in noi ci separa da Lui, tutto quello che ci impedisce di amarlo e lodarlo, le nostre impuritร . E ci doni la misericordia e la pazienza di fronte alla storia, nella quale รจ Lui che agisce.ย La pazienza della speranza, la perseveranza dell’amore: “Quando Cristo ha guardato la Maddalena con uno sguardo furtivo per la strada, era una cosa semplice: era un richiamarla con una semplicitร ad una semplicitร in cui la puritร dominava, ridominava; contraria alla sua storia, ma non contraria alla sua possibilitร presente” (Mons. Luigi Giussani).
La pazienza di sapersi ogni giorno bisognosi di essereย ri-pescati, ogni giorno strappati alla carne e alla memoria di una storia impura per sperimentare la nuova, pura e feconda possibilitร presente.ย Appoggiati alla sua fedeltร , che รจ il sigillo profetico che ci svela l’autenticitร e la credibilitร dell’eterna. Capire tutte queste cose รจ vivere la promessa -le cose anticheย – illuminata dall’amore di Cristo –ย la cosa nuovaย – che non delude. In pace, pieni di una gioiosa speranza, entriamo anche oggi in questo nuovo giorno dove ci attende il nostro destino, il nostro dolcissimo Signore. “Per incontrare la speranza, bisogna essere andati al di lร ย della disperazione. Quando si arriva fino al colmo della notte, si incontra unโaltra aurora [โฆ]ย Nonย sperano se non coloro che hanno avuto il coraggio di disperare delle illusioni e delle menzogneย nelle quali trovavano una sicurezza che essi prendevano falsamente per speranzaโ (George Bernanos). E Lui รจ alle porte, e bussa anche ora. E’ questa la novitร piรน bella. La nostra felicitร .ย
AUTORE: don Antonello Iapicca
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