mons. Vincenzo Paglia – Commento al Vangelo del 12 Luglio 2020

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Il viaggio del Signore verso Gerusalemme, come ce lo presenta Luca in queste domeniche dellโ€™anno, non รจ astratto e lontano dalla vita; passa per le strade degli uomini e percorre le vie di questo mondo. Sin dallโ€™inizio della sua vita pubblica, secondo lโ€™evangelista Matteo, โ€œGesรน percorreva tutte le cittร  e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il Vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermitร โ€ (Mt 9,35). Davvero il Vangelo, e Gesรน stesso, come indica il Deuteronomio, โ€œNon รจ nel cielo, perchรฉ tu dica: Chi salirร  per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinchรฉ possiamo eseguirlo? Non รจ di lร  dal mare, perchรฉ tu dica: Chi attraverserร  per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinchรฉ possiamo eseguirlo?โ€ (30,12-13). Il Signore Gesรน รจ vicino, molto vicino. La sua parola non รจ lontana, รจ concreta, come la vita.

Cosรฌ Gesรน risponde a un dottore della legge che, come quelli che non vogliono capire, gli chiede chi sia il suo prossimo. Costui interroga Gesรน con parole alte e anche vere: โ€œMaestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?โ€ (v. 25). Sono parole che anche altri avevano detto a Gesรน; ricordiamo il giovane ricco. Ma non cโ€™รจ sinceritร  nel cuore di quel dottore della legge. Alla risposta di Gesรน sul primato del comandamento dellโ€™amore, egli tenta di giustificarsi: โ€œE chi รจ il mio prossimo?โ€ (v. 29). Gesรน, come nel caso del giovane ricco, non gli risponde con un discorso che รจ al di lร  del cielo o al di lร  del mare; inizia dicendo che โ€œun uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei brigantiโ€ (v. 30). Parla di una strada che tutti conoscevano, e narra un fatto che probabilmente spesso capitava: un uomo viene rapinato, malmenato e lasciato mezzo morto lungo la strada. Questโ€™uomo รจ solo; ma in lui vediamo tanti altri, uomini e donne, piccoli e grandi, giovani e anziani, lasciati mezzi morti lungo le strade di questo mondo; accanto a lui ci sono i milioni di profughi che fuggono dalle loro terre; i condannati a morte isolati da tutti; ci sono talora popoli interi schiacciati dalla guerra e lasciati soli ai margini della storia; e tutti coloro che muoiono di fame e di torture, di violenza e di abbandono. Quella strada รจ davvero larga. E ugualmente alto รจ il numero dei sacerdoti e dei leviti che continuano a camminare e ad andare oltre, dalla parte opposta a quella dei poveri. Il Vangelo nota che quei due passavano per quella โ€œmedesima stradaโ€; quasi a dire che quellโ€™uomo mezzo morto non era sconosciuto e lontano tanto da non accorgersene. I poveri sono ormai conosciuti, la televisione e i giornali ne parlano, non sono piรน lontani. Eppure, come annebbiati da una triste abitudine, normalmente si passa dallโ€™altra parte, diretti verso altri interessi.

Il sacerdote e il levita non amavano che se stessi e i loro impegni rituali. รˆ facile pensare che dovessero andare al tempio e quindi non potevano โ€œsporcarsi le maniโ€ con quel ferito. Sapevano che cโ€™erano i poveri e forse avevano anche aiutato qualcuno di quelli che sostavano nelle vicinanze del tempio. Ma lungo quella strada non potevano fermarsi; e poi, chi era quello straniero? Magari non parlava la loro lingua, era un estraneo. Quante motivazioni salgono nel cuore e nella mente mentre si passa accanto a costoro! E non ci si ferma, perchรฉ vince sempre la preoccupazione per sรฉ e per la propria sicurezza. Del resto, chi รจ preso da sรฉ non sente che se stesso; e vive senza compassione per gli altri. Tutti sappiamo per esperienza quanto siamo pronti a commuoverci per noi, e quantโ€™รจ difficile commuoversi per gli altri! Il sacerdote e il levita non si commossero, e quellโ€™uomo mezzo morto restรฒ solo. Per fortuna passรฒ il samaritano il quale, appena vide lโ€™uomo mezzo morto, ne ebbe compassione, scese da cavallo, gli si avvicinรฒ, gli diede le prime cure e poi lo portรฒ in una locanda. Tante generazioni cristiane hanno visto in quel samaritano, che si รจ rivoltato contro lโ€™indifferenza del mondo, Gesรน stesso; egli, sta scritto, prese a guarire quanti avevano bisogno di cure, ebbe compassione delle folle stanche, sfinite, abbandonate come pecore senza pastore. Gesรน รจ il compassionevole; infatti, โ€œpur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio lโ€™essere come Dio, ma svuotรฒ se stesso assumendo una condizione di servoโ€ (Fil 2,6).

E ai discepoli di ogni tempo, noi compresi, lascia in ereditร  la sua compassione perchรฉ continuiamo come lui a fermarci ai bordi delle strade della vita e a raccogliere coloro che hanno bisogno di salvezza. รˆ lui infatti che in questi anni della nostra storia ci ha indicato i poveri mezzi morti lungo il nostro cammino e ci ha insegnato a fermarci, รจ lui che ci ha aperto gli occhi perchรฉ non fossimo ripiegati su noi stessi, รจ lui che tante volte ha portato sino alla nostra porta i poveri perchรฉ li accogliessimo. Sรฌ, quella locanda di cui parla il Vangelo e a cui il Signore porta quellโ€™uomo mezzo morto siamo anche noi, รจ la comunitร  dei discepoli. Il Signore Gesรน, come il buon samaritano, affida a noi, albergatori di questa locanda, quellโ€™uomo mezzo morto, esausto, ferito. E continua a ripeterci, ogni giorno: โ€œAbbi cura di luiโ€. E non solo: ci dร  anche due denari. Sรฌ, bastano davvero due denari della compassione di Gesรน per aiutare, confortare e guarire i deboli. E poi aggiunge ancora: โ€œCiรฒ che spenderai in piรน, te lo pagherรฒ al mio ritornoโ€ (v. 35).

Se cโ€™รจ bisogno di piรน compassione, Gesรน stesso continuerร  a darcela; quel che conta รจ essere sempre pronti alla porta, attenti al samaritano che bussa. Questo รจ il senso della nostra vita nel mondo, essere come quella locanda evangelica, scuola di compassione e di amore, capace di accogliere e custodire i poveri e i deboli. Il Signore, affidandoceli, ci strappa dal destino triste di quel sacerdote e di quel levita, uomini freddi e infelici, e ci rende partecipi del suo amore e della festa che si vive in quella locanda. Sรฌ, la festa degli umili e dei deboli che sono raccolti dal Signore. In questa domenica il buon samaritano torna in mezzo a noi ancora una volta; torna come maestro di caritร , perchรฉ ognuno di noi impari a seguire le sue orme, apra le mani per ricevere i due denari, e apra il cuore per vivere la sua compassione. E sentiremo ancora forte lโ€™invito evangelico: โ€œVaโ€™ e anche tu faโ€™ cosรฌโ€ (v. 37).

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Fonteil sito web di mons. Paglia

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