mons. Vincenzo Paglia – Commento al Vangelo del 21 Giugno 2020

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ยซNon abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere lโ€™animaยป (Mt 10,28). Lโ€™evangelista Matteo, mentre riportava queste parole di Gesรน, aveva probabilmente davanti agli occhi lโ€™esperienza della sua comunitร  sottoposta a forti contestazioni. E voleva rassicurarla con le parole stesse di Gesรน. Il Signore non abbandona mai i suoi discepoli. Anzi, chiunque spende la sua vita per il Vangelo riceve le consolazioni del Signore, soprattutto se deve affrontare difficoltร  e prove. Non รจ mai stato semplice e lineare per la comunitร  cristiana predicare il Vangelo della croce e della resurrezione. Santโ€™Agostino ne La cittร  di Dio scriveva che il discepolo ยซdeve proseguire il suo pellegrinaggio tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dioยป.

Ma cosa vuol dire per noi questa esortazione evangelica a non aver paura e a non temere gli uomini, dal momento che non viviamo in un tempo di persecuzione? Forse perรฒ รจ proprio qui il problema. รˆ vero che la maggioranza dei cristiani non รจ perseguitata sebbene non manchino i martiri anche oggi e in diversi luoghi della terra ma รจ facile che molti vengano indeboliti nel cuore da una cultura che svuota i cuori dal di dentro. รˆ facile che una mentalitร  narcisista ed egocentrica annacqui in maniera drammatica lโ€™audacia e il coraggio di credere al Vangelo come forza di cambiamento e di salvezza.

Con grande sapienza, Albert Schweitzer, teologo e musicista protestante del secolo scorso che spese diversi anni della sua vita in un lebbrosario a Lambarรฉnรฉ, in Africa, amava ripetere che non si puรฒ privare il Vangelo del suo tratto di eroicitร , potremmo dire della sua dimensione martiriale. E in effetti proprio quella cultura individualista che ha avvelenato persino la sensibilitร  religiosa porta a pensare anche la salvezza sul piano individuale, facendo perdere quella dimensione di salvezza di popolo che il Signore mostra nel Vangelo. Il martirio che il Vangelo richiede รจ la decisione di spendere la propria vita non per se stessi ma, appunto, per il Signore e per i poveri. Il beato ร“scar Romero, in una omelia pronunciata per il funerale di un prete ucciso dagli squadroni della morte, diceva che il Concilio Vaticano II chiede a tutti i cristiani di essere ยซmartiriยป, ossia di dare la propria vita per gli altri. E aggiungeva che ad alcuni come a quel sacerdote la cui bara stava davanti a tutti viene chiesta fino allโ€™effusione del sangue, ma a tutti comunque di spenderla per gli altri.

รˆ il cristianesimo di cui il mondo ha bisogno. Un cristianesimo rinunciatario, che non sa sperare con forza e determinazione per un mondo di pace, รจ privato della sua โ€œeroicitร โ€ e svilito nella sua forza. La Parola di questa domenica ci esorta a non aver paura di seguire il Signore e di testimoniarlo con la vita. Talora รจ facile pensare che il Vangelo ci chieda una vita al ribasso, fatta magari di rinunzie, senza un reale interesse per noi, e alla fine inefficace per la societร . Tuttโ€™altro. Il discepolo che segue la via del Vangelo non si perde, Dio lo sostiene: ยซDue passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrร  a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono contati; non abbiate dunque timore: voi valete piรน di molti passeri!ยป Questa attenzione amorevole del Signore diviene anche compagnia nella battaglia per la comunicazione del Vangelo sino ai confini della terra. Geremia ci testimonia questa vicinanza: ยซIl Signore รจ al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori cadranno e non potranno prevalere; saranno molto confusi perchรฉ non riuscirannoยป (20,11).

Ma la vittoria รจ possibile unicamente se moriamo allโ€™amore per noi stessi e ci affidiamo alla forza del Vangelo.

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Fonteil sito web di mons. Paglia

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