Ieri Gesรน ci ha inviti a non opporre alla violenza che viene addosso altra violenza, altrimenti questa cresce e poi dopo diventa un crescendo interminabile di violenza che genera altra violenza. Oggi, Gesรน passa a toccare uno dei piedistalli della spiritualitร ebraica, โยซAvete inteso che fu detto: โAmerai il tuo prossimo …โยปโ, lโamore la prossimo era un amore limitato, perchรฉ arrivava fino a dove esisteva il concetto di prossimo, che era molto relativo, legato al clan, alla propria nazione, ma non di piรน.
La seconda parte del comdano era: ยซโE odierai il tuo nemicoโยป . Mai si odia con tanto gusto come quando si odia in nome di Dio, perchรฉ ci si sente giustificati in questo odio. Ebbene Gesรน prende le distanze da tutto questo. Ricordo che Il verbo โamareโ, in greco si suddivide in due termini, uno per indicare lโaffezione morale (agapร o) e un altro per lโaffetto personale (filรฉo), chiaramente diversi e, nel testo di oggi รจ usato proprio il primo, ossia quellโamore che dimostra il desiderio per il bene altrui.
Lโamore per il nemico, non si identifica nel fatto che si provi un sentimento positivo e di piena disponibilitร nei confronti di un nemico, ma nel rifiuto dellโidea di vendetta. Gesรน non predica rassegnazione, non chiede di lasciare che lโingiustizia trionfi, ma chiede un atteggiamento creativo, sempre capace di toccare lโaggressore, di fargli ascoltare una domanda che egli non si pone. In ogni caso, davanti allโingiustizia patita, occorre non tacere mai, non fuggire, ma intervenire, pur rinunciando sempre allโoffesa e alla violenza.
Coloro che hanno scelto di essere seguaci di Cristo, cristiani appunto, sanno che in gioco cโรจ molto di piรน. Spetta dunque al cristiano vincere la paura del diverso, avere il coraggio di opporre il bene al male, assumere un comportamento pieno di amore gratuito verso i nemici, chiedere a Dio il bene, la felicitร , la vita dellโaggressore.
Fonte: Telegram
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