Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 14 Giugno 2020

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Gesรน รจ il nostro โ€œpane di vitaโ€

Nella domenica in cui celebriamo la festa del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, Gesรน nella sinagoga di Cafarnao si presenta come ยซpane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร  in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป (Gv 6,51).

รˆ interessante osservare che, dopo questo discorso molti dei suoi discepoli lo lasceranno per la durezza del suo parlare (Gv 6,60). E qui vediamo subito come la parola di Gesรน รจ tranchante, cioรจ opera una separazione e non scende a compromessi. La parola di Gesรน รจ da โ€œdentro a fuoriโ€: se ti nutri di lui vivrai in eterno, altrimenti no. ยซSono venuto a portare la spadaยป, afferma in Matteo 10,34; e la spada nella scrittura non รจ simbolo di guerra ma di taglio, ossia di decisione. Ogni decisione comporta il recidere qualcosa per procedere piรน leggeri, senza la parte tagliata.
Ai discepoli che restano chiederร  semplicemente ยซVolete andarvene anche voi?โ€ (Gv 6,67), facendo capire loro che nessuno รจ obbligato a stargli dietro e che ciascuno รจ libero in ogni momento di riappropriarsi di una povera vita fatta di quattro sicurezze (e poco amore).

Gesรน non trattiene nessuno e non allontana nessuno; parla chiaro e senza paura di edulcorare la veritร : โ€œse cercate la vita la trovate qui, nella mia persona, e non cโ€™รจ altroveโ€. Ogni uomo dentro di sรฉ ha inscritto il desiderio della vita piena, in quellโ€™immagine e somiglianza con Dio: solo se sarร  nuovamente in Lui troverร  piena corrispondenza e piena realizzazione.

Gesรน non รจ mai โ€œpoliticamente correttoโ€, non cerca mai di โ€œdialogareโ€ nel senso inteso oggi, secondo una certa โ€œpastorale del dialogoโ€, che vede nel confronto il fine della pastorale, in cui fondamentalmente si fa โ€œsalotto spiritualeโ€, ma non si propone piรน la salvezza nella sua pienezza, che scende dal cielo lungo un unico vettore: Gesรน Cristo. Certamente il dialogo รจ importante nella misura in cui la fede nasce dallโ€™ascolto, ma quello di Gesรน ha un unico scopo: dicendo di essere pane chiede, in modo supplichevole, di credere alla sua natura di dono, che Egli รจ il cibo e noi siamo coloro a cui รจ destinato. E chi deve mangiare รจ piรน importante di ciรฒ che mangia. Se Dio manda suo figlio perchรฉ sia mangiato da noi, significa che per Lui noi siamo veramente importanti, cosรฌ tanto importanti da porre suo Figlio al di sotto di noi, al nostro servizio.

Dobbiamo smettere di leggere Dio secondo i nostri traumi: spesso ci hanno chiesto qualcosa in cambio per ciรฒ che ci hanno offerto; Gesรน, invece, chiede solo di essere mangiato affinchรฉ abbiamo la vita; e in questo brano del Vangelo, oltre alla sua morte in croce, รจ preannunziata e prefigurata la nostra splendida liturgia sacramentale.

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La cosa bella della proposta che Dio ha da fare allโ€™uomo รจ che lโ€™uomo si puรฒ rifiutare di accoglierla: a Dio si puรฒ dire serenamente di ยซnoยป ed Egli continuerร  ad amarci, perchรฉ non cerca nulla dallโ€™uomo, vuole solo offrire allโ€™uomo.
Nella santa preghiera di adorazione del Santissimo Sacramento noi contempliamo la natura di Dio, che รจ pane, che รจ dono gratuito. Colui che รจ nato a Betlemme โ€“ paese il cui nome in ebraico significa โ€œcasa del paneโ€ โ€“ e che fu deposto in una mangiatoia, quasi ad anticipare che sarร  mangiato, nel suo sacrificio sulla croce si รจ reso accessibile in ogni santa eucarestia, attraverso la quale noi godiamo del nostro Dio. Che รจ tutto per noi: รจ nostro servo, รจ ai nostri piedi; ci serve e, per questo, noi lo serviamo: per immensa gratitudine.

Commento di don Luciano Condina

Fonte – Arcidiocesi di Vercelli


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