Paolo de Martino – Commento al Vangelo di domenica 14 Giugno 2020

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Oggi, festa del Corpo e Sangue del Signore, la Chiesa ci invita a fermarci.
Tutti ci dicono di correre, di fare le cose in fretta, di non perdere tempo.
La madre Chiesa โ€“ per fortuna! โ€“ รจ di tuttโ€™altro parere. Fermarci, dunque.
Fermarci per chiederci onestamente se andiamo a Messa solo per sentirci in pace con la coscienza o perchรฉ quellโ€™incontro con Gesรน รจ la chiave di volta della nostra settimana.
Fermarci per chiederci se la Parola che ascoltiamo e il Pane che ci viene donato sono accolti come un dono o subiti come una abitudine.
Leggo e rileggo la pagina di Giovanni che la liturgia ci propone in questa domenica e trovo una cosa che mi stupisce e mi affascina.

Gesรน non dice di nutrirci della sua santitร  o giustizia, non dice di bere la sua innocenza e mitezza e non dice neppure di prendere forza dalla sua potenza divina.
Gesรน dice di prendere e mangiare la sua carne! Pazzesco! Ma vi rendete conto?
Gesรน ci offre la sua debolezza e la sua fragilitร !
Avrebbe potuto rimanere in mezzo a noi in mille e mille modi, non รจ forse il Figlio di Dio?
Avrebbe potutoโ€ฆ E invece no!
Gesรน rimane in mezzo a noi con il suo corpo, la sua storia, la sua vita appassionata dโ€™amore, la sua trasparenza del Volto del Padre.
Mangiare la carne e bere il sangue del Signore รจ scoprire che Dio mi รจ piรน intimo di quanto io lo sia con me stesso, รจ scoprire che solo Lui sfama e disseta le nostre inquietudini, che solo Lui puรฒ dare forza e direzione alla nostra vita.
โ€œPrendete, questo รจ il mio corpoโ€.

Sembra dire: nelle mani, nella bocca, nellโ€™intimo tuo voglio stare, come pane.
Gesรน non chiede ai discepoli di adorare, contemplare, pregare quel Pane, ma chiede come prima cosa di tendere le mani, di prendere, stringere il suo corpo.
Dio non รจ venuto nel mondo con il solo obiettivo di togliere i nostri peccati, visione un poโ€™ riduttiva, sia di Dio che dellโ€™uomo.
Il suo progetto รจ molto piรน alto, molto piรน grande: portare Dio nellโ€™uomo!
Molto piรน del perdono dei peccati รจ venuto a dare: รจ venuto a dare se stesso!
ยซNon possiamo fare a meno di partecipare allโ€™eucarestiaยป, dissero i martiri di Abitene ad uno sconcertato procuratore romano che li voleva salvare dalla pena di morte invitandoli a non radunarsi alla domenica.

Mio Dio, quanta distanzaโ€ฆ
Forse ciรฒ che abbiamo perso nelle nostre Messe non รจ il fascino della ritualitร  del latino o la solennitร  delle funzioni (per secoli i fedeli hanno dovuto โ€œsentireโ€ una liturgia in una lingua a loro incomprensibile!), forse non abbiamo perso lโ€™armonia del celebrare e neppure solo la bellezza delle funzioni, forse non dobbiamo solo ripensare il ruolo di colui che presiede e lโ€™eccessiva enfasi data allโ€™omelia. Forse quello che manca รจ proprio solo la fede.
Non ci sono santi: se credo che davvero Dio รจ presente, non riesco a mancare a quellโ€™incontroโ€ฆ
Il problema รจ semplice: la nostra fede รจ poca, ridotta al lumicino!
La Messa allora diventa peso, faticaโ€ฆma se crediamo che il risorto รจ presente, al di lร  della povertร  del luogo e delle persone, tutto cambia.
Lโ€™incontro con Cristo Eucarestia, con questo corpo, dovrebbe cambiare inesorabilmente il modo di vivere, di pensare, di amare. Se non lo fa รจ perchรฉ la nostra fede langue.
รˆ vero: cโ€™รจ gente che fa il bene senza bisogno di andare a Messaโ€ฆ.ma per me, cristiano, il Bene deriva dallโ€™incontro con Cristo.
รˆ vero: la preghiera puรฒ essere personaleโ€ฆ.ma lโ€™incontro della comunitร  ci fa sentire ed essere Chiesa.
รˆ vero: non tutte le omelie brillano per attualitร  e concretezzaโ€ฆma รจ la Parola al centro, non la sua spiegazione.
รˆ vero: la Domenica รจ il giorno del riposoโ€ฆma il riposo รจ affare di cuore, non di sonno.

Noi oggi celebriamo la festa del Corpo e del Sangue del Signore, cioรจ lโ€™Eucarestia.
Ma nel primo millennio il Corpo del Signore non era lโ€™eucarestia, ma lโ€™assemblea, gli uomini e le donne.
Il retaggio di questa origine รจ rimasto quando nelle grandi feste incensiamo lโ€™assemblea.
Si incensa Dio presente nel Vangelo, nel pane consacrato e nellโ€™assemblea, nelle persone. Questo era il โ€œvero corpoโ€ di Cristo mentre lโ€™eucarestia era detta il โ€œcorpo misticoโ€.
Nei secoli le cose si sono poi scambiate.
Quando noi diciamo che nel pane cโ€™รจ il corpo di Cristo, diciamo due cose.
La prima che lรฌ cโ€™รจ Dio. La seconda รจ che nei corpi, in tutti i corpi, cโ€™รจ Dio.
Madre Teresa diceva: โ€œMi รจ difficile credere che la gente possa vedere il Corpo di Cristo in un pezzo di pane e non lo possa vedere nelle persone, negli uomini e nei voltiโ€.
Purtroppo, lโ€™opulenza ci fa scorgere facilmente il corpo di Cristo nellโ€™Eucaristia dei nostri altari. Ma ci impedisce di scorgere il corpo di Cristo nei tabernacoli scomodi della miseria, del bisogno, della sofferenza, della solitudine.

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Quando vado a fare la Comunione io posso incontrare solo un pezzo di pane e allora non accade niente. Esco come sono entrato. Oppure posso incontrare in quel pane il Divino, la forza dellโ€™universo e lโ€™energia per vivere. Dipende tutto da me!
Tutti sacerdoti, tutti chiamati a โ€œfare sacreโ€ le cose, le esperienze, gli incontri.
La cena di Gesรน รจ essenzialmente, un rito commemorativo.
Gesรน infatti in quella cena parlรฒ di memoria: โ€œfate questo in memoria di meโ€, il chรฉ non vuol dire moltiplicate le messe in memoria di me!
La cosiddetta โ€œmessaโ€ non รจ atto autoreferenziale, nรฉ auto celebrativa.
La Messa si compie solo se realizza unโ€™uscita di sรฉ verso lโ€™esterno, un dono di vita.
Altrimenti la si riduce a cerimonia, a puro atto magico.
โ€œFate questo in memoria di meโ€, significa โ€œse siete miei discepoli vi metterete a servizio degli uomini donando voi stessi come ho fatto io, versando il sangue (ossia la vita) e spezzando il corpo come paneโ€.

La festa del Corpus Domini, non รจ semplice ricordo del mistero eucaristico, e neanche atto cultuale per rendere gloria a Dio (il quale non ha bisogno certo della nostra gloria!), ma memoria, ricordo del dono di sรฉ che Gesรน visse, e al contempo memoria dellโ€™essenza del nostro essere discepoli: ยซDa questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altriยป (Gv 13, 35).
Celebrare lโ€™eucaristia, vuol dire dunque impegnarsi ad uscire in missione (โ€œmessaโ€) verso i fratelli e accettare fino in fondo le conseguenze dellโ€™amore.
La bella notizia di questa Domenica? Tutti diventiamo ciรฒ che riceviamoโ€ฆCorpo di Cristo!


AUTORE: Paolo di Martino
FONTE: Sito Web
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