Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 24 maggio 2020.
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Con lโentrata di Gesรน nella gloria del Padre รจ cambiato qualcosa sulla terra?
Esteriormente nulla. La vita degli uomini ha continuato ad essere quella di prima: seminare e mietere, commerciare, costruire case, viaggiare, piangere e fare festa, tutto come prima. Anche gli apostoli non hanno ricevuto alcuno sconto sui drammi e le angosce sperimentati dagli altri uomini. Tuttavia qualcosa di incredibilmente nuovo รจ accaduto: sullโesistenza dellโuomo รจ stata proiettata una luce nuova.
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In un giorno di nebbia, improvvisamente compare il sole. Le montagne, il mare, i campi, gli alberi del bosco, i profumi dei fiori, il canto degli uccelli rimangono gli stessi, ma diverso รจ il modo di vederli e di percepirli.
Accade anche a chi รจ illuminato dalla fede in Gesรน asceso al cielo: vede il mondo con occhi rinnovati. Tutto acquista un senso, nulla rattrista, nulla piรน spaventa.
Oltre le sventure, le fatalitร , le miserie, gli errori dellโuomo sโintravede sempre il Signore che costruisce il suo regno.
Un esempio di questa prospettiva completamente nuova potrebbe essere il modo di considerare gli anni della vita. Tutti conosciamo, e forse sorridiamo, degli ottantenni che invidiano chi ha meno anni di loro, si vergognano della loro etร โฆ insomma, volgono lo sguardo al passato, non al futuro. La certezza dellโAscensione capovolge questa prospettiva. Mentre trascorrono gli anni, il cristiano รจ soddisfatto perchรฉ vede avvicinarsi il giorno dellโincontro definitivo con Cristo; รจ lieto di essere vissuto, non invidia i piรน giovani, li guarda con tenerezza.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โLe sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che sarร rivelata in noiโ.
Prima Lettura (At 1,1-11)
1 Nel mio primo libro ho giร trattato, o Teรฒfilo, di tutto quello che Gesรน fece e insegnรฒ dal principio 2 fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.
3 Egli si mostrรฒ ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. 4 Mentre si trovava a tavola con essi, ordinรฒ loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre โquella, disse, che voi avete udito da me: 5 Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorniโ.
6 Cosรฌ venutisi a trovare insieme gli domandarono: โSignore, รจ questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?โ. 7 Ma egli rispose: โNon spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, 8 ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderร su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terraโ.
9 Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. 10 E poichรฉ essi stavano fissando il cielo mentre egli se nโandava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: 11 โUomini di Galilea, perchรฉ state a guardare il cielo? Questo Gesรน, che รจ stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerร un giorno allo stesso modo in cui lโavete visto andare in cieloโ.
Sul monte degli Ulivi รจ stato costruito dai crociati un piccolo santuario ottagonale, trasformato poi in moschea dai musulmani nel 1200. Spiegavo a dei pellegrini che questโedicoletta oggi ha un tetto, ma originariamente era scoperta per ricordare lโAscensione di Gesรน al cielo. Uno scanzonato del gruppo ha commentato: โNon aveva il tetto perchรฉ altrimenti, salendo, Gesรน avrebbe battuto la testaโ. Qualcuno non ha gradito la battuta dissacrante, ma qualche altro lโha considerata una provocazione ad approfondire il significato del testo degli Atti.
A prima vista, il racconto dellโAscensione scorre fluido, ma quando si considerano tutti i particolari si comincia a provare un certo imbarazzo: sembra piuttosto inverosimile che Gesรน si sia comportato come un astronauta che si stacca dal suolo, sโinnalza verso il cielo e scompare oltre le nubi; ci sono inoltre alcune incongruenze difficili da spiegare.
Alla fine del suo vangelo, Luca โ lo stesso autore degli Atti โ afferma che il Risorto condusse i suoi discepoli verso Betania e โmentre li benediceva si staccรฒ da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioiaโ (Lc 24,50-53). Lasciamo perdere la strana annotazione sulla โgrande gioiaโ (chi di noi รจ felice quando un amico parte?) e il disaccordo sulla localitร (Betania รจ un poโ fuori mano rispetto al monte degli Ulivi). Ciรฒ che sorprende รจ la palese divergenza sulla data: secondo Lc 24 lโAscensione avviene nello stesso giorno di Pasqua, mentre negli Atti รจ collocata quaranta giorni dopo (At 1,3). Stupisce che lo stesso autore fornisca due informazioni contrastanti.
Se prendiamo per buona la seconda versione (quella dei quaranta giorni) viene spontaneo chiedersi: cosa ha fatto Gesรน durante questo tempo? Sul Calvario non aveva promesso al ladrone: Oggi sarai con me in paradiso? Perchรฉ non รจ vi andato subito?
Le difficoltร elencate sono sufficienti per metterci in guardia: forse lโintenzione di Luca non รจ quella di informarci su dove, come e quando Gesรน รจ salito al cielo. Forse (anzi, senza forse!) la sua preoccupazione รจ unโaltra: vuole rispondere a problemi e sciogliere dubbi che sono sorti nelle sue comunitร , vuole illuminare i cristiani del suo tempo sul mistero ineffabile della Pasqua. Per questo, da artista della penna qual รจ, compone una pagina di teologia utilizzando un genere letterario e delle immagini ben comprensibili ai suoi contemporanei. Il primo passo da compiere dunque รจ quello di comprendere il linguaggio impiegato.
Al tempo di Gesรน lโattesa del regno di Dio รจ vivissima e gli scrittori apocalittici la annunciano come imminente. Si attendono: un diluvio di fuoco purificatore dal cielo, la risurrezione dei giusti e lโinizio di un mondo nuovo. Anche nella mente di alcuni discepoli si crea un clima di esaltazione, alimentata da alcune espressioni di Gesรน che possono facilmente essere fraintese: โNon avrete finito di percorrere le cittร di Israele, prima che venga il Figlio dellโuomoโ (Mt 10,23); โVi sono alcuni tra i presenti che non morranno finchรฉ non vedranno il Figlio dellโuomo venire nel suo regnoโ (Mt 16,28).
Con la morte del Maestro, perรฒ, tutte le speranze vengono deluse: โNoi speravamo che egli sarebbe stato quello che avrebbe liberato Israeleโ โ diranno i due di Emmaus (Lc 24,21).
La risurrezione risveglia le attese: si diffonde fra i discepoli la convinzione di un immediato ritorno di Cristo. Alcuni fanatici, basandosi su presunte rivelazioni, cominciano addirittura ad annunciarne la data. In tutte le comunitร si ripete lโinvocazione: โMarana thaโ, vieni Signore!
Gli anni passano, ma il Signore non viene. Molti cominciano ad ironizzare: โDovโรจ la promessa della sua venuta? Dal giorno in cui i nostri padri chiusero gli occhi, tutto rimane come al principio della creazioneโ (2 Pt 3,4).
Luca scrive in questa situazione di crisi. Si rende conto che un equivoco sta allโorigine della cocente delusione dei cristiani: la risurrezione di Gesรน ha segnato sรฌ lโinizio del regno di Dio, ma non la conclusione della storia.
La costruzione del mondo nuovo รจ soltanto iniziata, richiederร tempi lunghi e tanto impegno da parte dei discepoli.
Come correggere le false attese? Luca introduce nella prima pagina del libro degli Atti un dialogo fra Gesรน e gli apostoli.
Consideriamo la domanda che questi pongono: quando giungerร il regno di Dio? (v. 6). ร la stessa che, alla fine del secolo I, tutti i cristiani vorrebbero rivolgere al Maestro. La risposta del Risorto, piรน che ai Dodici, รจ diretta ai membri delle comunitร di Luca: smettetela di disquisire sui tempi e sui momenti della fine del mondo, questi sono conosciuti solo dal Padre. Impegnatevi piuttosto a portare a compimento la missione che vi รจ stata affidata: essere miei testimoni โa Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terraโ (vv. 7-8)!
A questo dialogo segue la scena dellโAscensione (vv. 9-11).
Gesรน e i discepoli sono seduti a mensa (At 1,4), in casa dunque. Perchรฉ non si sono salutati lรฌ, dopo aver cenato? Che bisogno cโera di andare verso il monte degli Ulivi? E gli altri particolari: la nube, gli sguardi rivolti verso il cielo, i due uomini in bianche vesti sono annotazioni di cronaca o artifici letterari?
NellโAT cโรจ un racconto che assomiglia molto al nostro, si tratta del โrapimentoโ di Elia (2 Re 2,9-15).
Un giorno questo grande profeta si trova presso il fiume Giordano con il suo discepolo Eliseo. Questi, saputo che il maestro sta per lasciarlo, osa chiedergli in ereditร due terzi del suo spirito. Elia glieli promette, ma solo a una condizione: se mi vedrai quando sarรฒ rapito lontano da te. Allโimprovviso, appare un carro con cavalli di fuoco e, mentre Eliseo guarda verso il cielo, Elia viene rapito in un turbine. Da quel momento Eliseo riceve lo spirito del maestro ed รจ abilitato a continuarne la missione in questo mondo. Il libro dei Re racconterร poi le opere di Eliseo: sono le stesse che ha compiuto Elia.
Facile rilevare gli elementi comuni con il racconto degli Atti ed allora la conclusione non puรฒ essere che questa: Luca si รจ servito della scenografia grandiosa e solenne del rapimento di Elia per esprimere una realtร che non puรฒ essere verificata con i sensi nรฉ descritta adeguatamente con parole: la Pasqua di Gesรน, la sua Risurrezione e la sua entrata nella gloria del Padre.
La nube indica nellโAT la presenza di Dio in un certo luogo (Es 13,22). Luca la impiega per affermare che Gesรน, lo sconfitto, la pietra scartata dai costruttori, colui che i nemici avrebbero voluto che rimanesse per sempre prigioniero della morte, รจ stato invece accolto da Dio e proclamato Signore. I due uomini vestiti di bianco sono gli stessi che compaiono presso il sepolcro nel giorno di Pasqua (Lc 24,4). Il colore bianco rappresenta, secondo la simbologia biblica, il mondo di Dio. Le parole poste sulla bocca dei due uomini sono la spiegazione data da Dio agli avvenimenti della Pasqua: Gesรน, il Servo fedele, messo a morte dagli uomini, รจ stato glorificato. Le loro parole sono veritiere (essendo due, sono testimoni degni di fede).
Infine: lo sguardo rivolto al cielo. Come Eliseo, anche gli apostoli ed i cristiani del tempo di Luca rimangono a contemplare il Maestro che si allontana. Il loro sguardo indica la speranza di un suo immediato ritorno, il desiderio che, dopo un breve intervallo, egli riprenda lโopera interrotta. Ma la voce dal cielo chiarisce: non sarร lui a portarla a compimento, sarete voi. Lo farete, siete abilitati a farlo perchรฉ avete trascorso con lui quaranta giorni (nel linguaggio del giudaismo era il tempo necessario alla preparazione del discepolo) e ne avete ricevuto lo Spirito.
Per gli apostoli, come per Eliseo, lโimmagine del โrapimento del maestroโ indica il passaggio di consegne.
Giร al tempo di Luca cโerano cristiani che โguardavano al cieloโ, cioรจ, che consideravano la religione come unโevasione, non come uno stimolo ad impegnarsi concretamente per migliorare la vita degli uomini. Ad essi Dio dice โsmettetela di guardare il cieloโ, รจ sulla terra che dovete dar prova dellโautenticitร della vostra fede. Gesรน tornerร , sรฌ, ma questa speranza non deve essere una ragione per estraniarvi dai problemi di questo mondo. Beati saranno infatti quei servi che il Signore, ritornando, troverร impegnati nel lavoro per i fratelli (Lc 12,37).
Gesรน รจ dunque salito al cielo?
Certo che sรฌ, ma dire che รจ asceso al cielo equivale a dire: รจ risorto, รจ stato glorificato, รจ entrato nella gloria di Dio. Il suo corpo, รจ vero, รจ stato posto nel sepolcro, ma Dio non ha avuto bisogno degli atomi del suo cadavere, per dargli quel โcorpo da risortoโ che Paolo chiama: โCorpo spiritualeโ (1 Cor 15,35-50).
Quaranta giorni dopo la Pasqua non si รจ verificato alcuno spostamento nello spazio, nessun โrapimentoโ dal monte degli Ulivi verso il cielo. LโAscensione รจ avvenuta nellโistante stesso della morte, anche se i discepoli hanno cominciato a capire e a credere solo a partire dal โterzo giornoโ.
Il racconto di Luca รจ una pagina di teologia, non il reportage di un cronista. In questa pagina egli vuole dirci che Gesรน ha attraversato per primo il โvelo del tempioโ che separava il mondo degli uomini da quello di Dio e ha mostrato come tutto ciรฒ che accade sulla terra: successi e disavventure, ingiustizie, sofferenze e persino i fatti piรน assurdi, come una morte ignominiosa, non sfuggono al progetto di Dio.
LโAscensione di Gesรน รจ tutto questo. Allora non ci si deve meravigliare che sia stata salutata dagli apostoli con gioia grande (Lc 24,52).
Seconda Lettura (Ef 1,17-23)
Fratelli, 17 il Dio del Signore nostro Gesรน Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una piรน profonda conoscenza di lui. 18 Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua ereditร fra i santi 19 e qual รจ la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo lโefficacia della sua forza 20 che egli manifestรฒ in Cristo, quando lo risuscitรฒ dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, 21 al di sopra di ogni principato e autoritร , di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro.
22 Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, 23 la quale รจ il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose.
Paolo chiede a Dio la sapienza per i suoi cristiani. Non si tratta di una sapienza umana, ma dellโintelligenza per comprendere il mistero della Chiesa. Egli chiede a Dio di illuminare gli occhi del loro cuore affinchรฉ comprendano quanto รจ grande la speranza alla quale sono stati chiamati.
La prima lettura invitava i cristiani a non trascurare i doveri concreti di questo mondo. La seconda completa questo pensiero e raccomanda ai cristiani di non dimenticare che la loro vita non รจ racchiusa nellโorizzonte di questo mondo, perchรฉ, anche se impegnati nelle attivitร di questa vita, essi sono sempre in attesa che Cristo torni per prenderli definitivamente con sรฉ.
Vangelo (Mt 28,16-20)
16 Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesรน aveva loro fissato. 17 Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni perรฒ dubitavano. 18 E Gesรน, avvicinatosi, disse loro: โMi รจ stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19 Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20 insegnando loro ad osservare tutto ciรฒ che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoโ.
Matteo non descrive lโascensione di Gesรน come fanno gli Atti degli Apostoli, ma, servendosi di immagini diverse, propone il medesimo messaggio.
A differenza di Luca e Giovanni, egli colloca lโincontro con il Risorto non a Gerusalemme ma in Galilea. Questa ambientazione geografica ha un valore teologico: lโevangelista vuole affermare che la missione degli apostoli inizia lร dovโera cominciata quella del loro Maestro.
La Galilea era una regione disprezzata. A causa delle frequenti invasioni dal nord e dallโest, era abitata da una popolazione eterogenea, derivata da una mescolanza di razze. Isaia la designa come โil territorio dei Gentiliโ, cioรจ, dei pagani (Is 9,1) e i giudei ortodossi la guardavano con sospetto e diffidenza. A Nicodemo che timidamente cercava di difendere Gesรน, i farisei di Gerusalemme obiettarono: โStudia e vedrai che non sorge profeta dalla Galileaโ (Gv 7,52).
ย ร proprio a questi semi-pagani โ vuole dire Matteo โ che ora รจ destinato il vangelo. Gerusalemme, la cittร che ha rifiutato il messia di Dio, ha perso il suo privilegio di essere il centro spirituale di Israele.
Lโincontro del Risorto con i discepoli avviene sul monte (v. 16).
Commentando il vangelo della seconda domenica di Quaresima abbiamo chiarito il significato biblico del monte: era il luogo delle manifestazioni di Dio; in cima al monte egli si era manifestato a Mosรจ ed Elia.
Matteo impiega spesso questa immagine: colloca Gesรน sul monte ogni volta che insegna o compie qualche gesto particolarmente importante.
Se si tiene presente questo fatto, si comprende il significato della scena narrata nel brano di oggi: lโinvio dei discepoli nel mondo รจ un avvenimento decisivo. Non solo, ma รจ abilitato a svolgere questa missione solo chi, sul monte, ha fatto lโesperienza del Risorto e ha assimilato il suo messaggio.
Lโannotazione che โalcuni degli apostoli ancora dubitavanoโ (v. 17) รจ sorprendente. Come potevano avere ancora dei dubbi se avevano giร incontrato il Risorto a Gerusalemme il giorno di Pasqua?
Dal punto di vista della catechesi, questo particolare รจ indicativo. Per Matteo la comunitร cristiana non รจ composta da gente perfetta, ma da persone in cui continuano ad essere presenti il bene e il male, la luce e la tenebra. Fra i primi discepoli riscontriamo questa situazione: hanno fede, ma permangono ancora dubbi e incertezze.
ย ร possibile credere in Cristo ed avere dubbi. Impossibile รจ il contrario: non puรฒ esistere la fede assieme allโevidenza. Non si puรฒ โcredereโ che il sole esista: cโรจ la certezza, lo si puรฒ vedere, sono scientificamente verificabili gli effetti della sua luce e del suo calore. Nel campo della fede questa evidenza รจ impossibile. Come gli apostoli, anche noi abbiamo la convinzione profonda della veritร della risurrezione di Cristo, ma non la si puรฒ dimostrare.
Nella seconda parte del brano (vv. 18-20) cโรจ lโinvio degli apostoli ad evangelizzare il mondo intero.
Durante la sua vita pubblica, Gesรน li aveva mandati ad annunciare il regno dei cieli con queste istruzioni: โNon andate fra i pagani e non entrate nelle cittร dei samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa dโIsraeleโ (Mt 10,5-6). Dopo la Pasqua la loro missione si amplia, diviene universale.
La luce si era accesa in Galilea quando Gesรน, lasciata Nazaret, si era stabilito a Cafarnao. Il popolo immerso nelle tenebre aveva visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte, una luce si era levata (Mt 4,16). Ora la sua luce deve splendere in tutto il mondo. Come hanno annunciato i profeti, Israele diviene โluce delle gentiโ (Is 42,6).
Il momento รจ decisivo e Gesรน si richiama alla sua autoritร : รจ stato inviato dal Padre a portare il messaggio della salvezza; ora egli affida questo compito alla comunitร dei discepoli, conferendo loro i suoi stessi poteri.
La chiesa รจ chiamata a rendere presente Cristo nel mondo. Mediante il battesimo genera nuovi figli che vengono inseriti nella comunione di vita della trinitร , del Padre, del Figlio e dello Spirito. Missione sublime, ma ardua; suscita sgomento e trepidazione in chi รจ chiamato a svolgerla.
Ogni vocazione รจ sempre accompagnata dalla paura dellโuomo e da una promessa del Signore che assicura: โNon temere, io sono con teโ. A Giacobbe in viaggio verso una terra ignota Dio garantisce: โIo sono con te e ti proteggerรฒ dovunque andrai, non ti abbandonerรฒโ (Gn 28,15); a Israele deportato a Babilonia dichiara: โTu sei prezioso ai miei occhi e io ti amo. Non temere perchรฉ io sono con teโ (Is 43,4-5); a Mosรจ che obietta: โChi sono io per andare dal faraone e per fare uscire gli israeliti dallโEgitto?โ, risponde: โIo sarรฒ con teโ (Es 3,11-12); a Paolo che a Corinto รจ tentato di scoraggiarsi, il Signore dice: โNon aver paura, perchรฉ io sono con te e nessuno cercherร di farti del maleโ (At 18,9-10).
La promessa del Risorto ai discepoli che stanno per muovere i primi, timidi passi, non puรฒ essere diversa: โEcco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoโ (v. 20). Si chiude cosรฌ, comโera iniziato, il vangelo di Matteo: con il richiamo allโEmmanuele, al Dio con noi โ nome con il quale il messia era stato annunciato dai profeti (Mt 1,22-23).
AUTORE: p. Fernando Armellini
FONTE: Settimana News
SITO WEB: http://www.settimananews.it/ascolto-annuncio/iii-pasqua-piange-sposa-2/
