Commento al Vangelo del 26 Aprile 2020 – don Giovanni Berti (don Gioba)

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Questa รจ la fotografia delle nostre chiese in questi ultimi due mesi di quarantena: Messe domenicali (e anche feriali) deserte non per scelta ma per necessitร . รˆ vero che sempre meno che cristiani vengono stabilmente a Messa e non ne sentono piรน la necessitร , ma ora lโ€™azzeramento รจ totale, e anche chi vorrebbe non puรฒ. Che fare? La soluzione ora e anche dopo sono le Messe alla tv e via internet? Ma vedere una Messa attraverso un mezzo di comunicazione รจ la stessa cosa? Molti dicono assolutamente di no, per altri, visto il periodo di emergenza dicono di sรฌ, e che anzi si segue meglio. Ma la questione vera che sta sotto รจ: cosโ€™รจ la Messa?

La pagina del Vangelo di Luca che la Chiesa propone per questa quarta domenica del tempo pasquale offre un insegnamento fondamentale per la questione della Messa e anche del suo modo di celebrarla e di partecipare.

Come sempre non รจ una pagina di teorie e regole da seguire, ma un racconto, una esperienza di vita che per i primi cristiani รจ diventata punto di riferimento anche nei secoli successivi. Forse provare ad entrare in questo racconto ci aiuta a capire il โ€œperchรฉโ€ e il โ€œcomeโ€ della Messa, non solo in questo strano periodo ma sempre.

Siamo alla sera del giorno della resurrezione, quel giorno che da allora in poi sarร  il giorno principale per i discepoli di Cristo. La domenica รจ per il cristiano il giorno attorno cui ruotano tutti gli altri giorni, รจ il โ€œgiorno del Signoreโ€ e quindi anche il giorno dove celebrare la sua presenza nel mondo, ma soprattutto di coloro che portano il suo nome, i cristiani appunto.

Luca ci presenta due discepoli di cui solo di uno sappiamo il nome, Cleopa, e questo quasi a dirci che lโ€™altro potremmo essere noi, con il nostro nome, la nostra vita. I due discepoli camminano e parlano tra loro degli avvenimenti di Gesรน, ma non riescono a comprenderli fino in fondo. Ed รจ qui che Gesรน in persona si affianca nel cammino. Non si fa riconoscere dallโ€™aspetto ma piano piano si fa riconoscere dalle cose che dice e dal calore delle parole che illuminano dal di dentro la loro vita. E lโ€™incontro con Gesรน inizia con una domanda da parte di Cristo. Il primo che si mette in ascolto รจ proprio Lui!

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Lโ€™evangelista ci racconta che sono i due ad insistere che quel misterioso compagno di viaggio si fermi con loro ad illuminare la sera che hanno dentro il cuore e a continuare a scaldarlo. โ€œResta con noi, perchรฉ si fa sera e il giorno รจ ormai al tramontoโ€.

Sembrano parole di cortesia, ma in realtร  rivelano una preghiera che parte da dentro, una dichiarazione di fede e di affidamento. E Gesรน entra per โ€œrimanere con loroโ€. Gesรน si farร  definitivamente riconoscere come vivente (e non piรน come lโ€™amico morto e sepolto) proprio quando compie quel gesto rivelativo che รจ lo spezzare il pane. รˆ proprio questo gesto che apre definitivamente ai due gli occhi del cuore. Nel Vangelo รจ scritto che โ€œsparisce alla loro vistaโ€ ma non che se ne va. Gesรน รจ entrato in quella casa per rimanere! Non viene detto che i due ritornano tristi o si domandano dove sia. Dopo averlo ascoltato lungo la strada sulle Scritture, con una spiegazione non da lezione scolastica ma con lo scopo di scaldare il cuore, e dopo aver spezzato il pane con lui secondo il gesto dellโ€™Ultima cena, ecco che i due ora sanno che Gesรน รจ risorto ed รจ vivente.

Non รจ forse tutto questo la nostra Messa domenicale? La Messa รจ la celebrazione dove ci si trova insieme sulla stessa strada della vita, con i nostri dubbi e fatiche di vita e di fede. Nella Messa ascoltiamo brani della Bibbia ma non come esercizio culturale, ma per trovare in questi ciรฒ che scalda il cuore e riaccenda la fede. E quando ascoltiamo e preghiamo le letture, i salmi e il Vangelo, lo facciamo rendendo grazie a Dio, credendo che in quelle parole รจ Gesรน stesso che si affianca a noi e ci parla.

Nella Messa poi riviviamo i gesti dellโ€™ultima cena sentendoci tutti partecipi della mensa del Signore Gesรน, accogliendo il gesto del pane spezzato e del calice di vino, nei quali Gesรน ha voluto sintetizzare tutta la sua vita. La Messa รจ lโ€™occasione per riscaldare e riaccendere la nostra vita di fede, facendoci sperimentare che Gesรน rimane con noi, non come figura del passato, ma come colui che รจ vivente!

Certamente quellโ€™incontro sulla via di Emmaus รจ stato unico e irripetibile come energia di fede, e sicuramente le nostre messe comunitarie non hanno quel calore e quellโ€™esplosivitร  di allora. Credo perรฒ che come allora anche oggi lโ€™incontro con Gesรน รจ un incontro vivo, che deve coinvolgerci e metterci in moto. Se la Messa fosse solo un modo in cui si assiste a dei gesti e si ascoltano distaccati delle parole, allora non sarebbe come quellโ€™incontro di Emmaus.

La Messa รจ un incontro che deve scaldare il cuore e aprire la mente. La Messa dovrebbe essere vissuta dal cristiano come una necessitร  non come un dovere.

Per me come prete, che ho il compito di presiedere la celebrazione, non รจ la stessa cosa celebrare con le persone o con nessuno. La Messa non รจ mia e non la faccio io.ย  Forse questo azzeramento di partecipazione รจ lโ€™occasione per tutti, sia per chi ci viene sempre e anche per chi non partecipa mai o molto poco, di ritrovarsi tutti al punto di partenza e di domandarsi se davvero sentiamo il bisogno di un incontro vero con Gesรน vivente! La Messa in diretta alla televisione o su internet รจ fortemente limitata perchรฉ non permette quellโ€™esperienza insostituibile dello stare insieme, ma forse allo stesso tempo tiene vivo il desiderio e viva la consapevolezza che senza lโ€™incontro con Gesรน, la nostra fede si raffredda e muore, perchรฉ non รจ scaldata dalle parole di Gesรน e non รจ illuminata dalla sua presenza nel pane.

Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)


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