Verifichiamo la nostra fede nella resurrezione
La celebrazione della festa di Pasqua continua, come fosse un giorno solo, per 50 giorni fino a Pentecoste. I Padri della Chiesa chiamavano questo tempo ยซlo spazio della gioia, della letiziaยป. La motivazione di questa espressione la troviamo nel linguaggio apostolico, con cui i discepoli e gli Apostoli percepirono e trasmisero la resurrezione di Gesรน come il ยซRisorto dai mortiยป.
Lโesperienza vissuta con il Risorto, che si manifestava, ruppe le loro paure. Gesรน entrรฒ a porte chiuse, rivelandosi come il ยซprimogenito dei mortiยป (Col.1,18 ; Ap.1,5), il ยซprimogenito fra molti fratelliยป (Rm8,29), la ยซprimizia di coloro che sono mortiยป (1Co.15,20.23), ยซLโAutore della vitaยป (At.3,15), Egli venne da loro e disse ยซPace a voiยป.
Gli Apostoli hanno sperimentato la resurrezione di Gesรน come inizio dei tempi messianici che lโebraismo di allora intendeva come la fine della storia e collettiva resurrezione di tutti i morti. Erano dunque compiuti in Gesรน i tempi messianici! Per la loro esperienza pasquale Dio resuscitando Gesรน aveva dato inizio a qualcosa che riguarda tutti, una nuova creazione. Resuscitando Gesรน Dio aveva fatto una cosa che lega indissolubilmente la resurrezione di Gesรน con quella di tutti i morti (1Ts.4,14), essi si sentirono personalmente coinvolti e, noi con loro, nel processo della resurrezione di Gesรน.
Non per nulla Gesรน compie un gesto: ยซsoffiรฒ su di loro e disse “ricevete lo Spirito Santo”ยป. Tale gesto rimanda allโatto creatore della Genesi dove si dice: ยซDio soffiรฒ nelle sue narici un alito di Vita e lโuomo divenne un essere viventeยป. ร la Nuova Creazione, รจ la nuova creatura, che vive del Soffio vitale di Dio, lo Spirito santo! ร il tempo nuovo dellโuomo nuovo, della ยซnuova Alleanzaยป, promessa dal profeta Geremia (31,31). Il Risorto non viene descritto privo di corpo, Egli porta il segno dei chiodi e del colpo di lancia, รฉ Lui, proprio Lui, il Maestro di Galilea, il figlio di Maria, Gesรน di Nazaret ma in un corpo trasformato. La resurrezione non รฉ una spiritualizzazione ma la redenzione della nostra corporeitร liberata da ogni corruzione di peccato e di morte. In Gesรน risorto tutto lโessere umano รจ redento!
Gli Apostoli non hanno incontrato un fantasma, non uno spirito incorporeo, ma Gesรน in tutta la sua gloria. E i discepoli ยซgioirono al vedere il Signoreยป. La Pasqua รจ la causa della nostra letizia. Lโesperienza dellโApostolo Tommaso รฉ cosรฌ sintetizzata da S. Agostino nel suo Commento al Vangelo di Giovanni: ยซGli rispose. Signore mio e Dio mio! Vedeva e toccava lโuomo, ma confessava Dio che non vedeva nรฉ toccava. Attraverso ciรฒ che vedeva e toccava, rimosso ormai ogni dubbio, credette a ciรฒ che non vedevaยป. Vedeva lโuomo Gesรน risorto e forse in quel momento, ricordando, comprendeva la risposte data da Gesรน a Filippo che gli aveva chiesto: ยซmostraci il Padre..ยป con il detto: ยซchi vede me vede il Padreยป.
Tommaso comprese che nel Maestro risorto, nella sua carne trasformata, Dio dava sostanza alla sua fede (Gv.14,8-11). Per Tommaso la ยซcarne di Gesรน glorificataยป, la ยซcarne assunta da Mariaยป, vista e toccata, diventa il luogo della fede, come accade a tutti noi nellโEucarestia, vediamo e tocchiamo pane e vino, ma confessiamo nella fede il vero corpo e sangue del Signore Gesรน. ร il realismo che lโapostolo stesso afferma nella sua prima Lettera: ยซquello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi…ยป (1Gv,1-4)
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Viviamo con gioia questi 50 giorni alla luce di quanto ci suggerisce Tertulliamo nella sua opera sul Battesimo. ยซร lo spazio gioioso (laetissimum) nel quale la resurrezione del Signore si รจ manifestata fra i discepoli, la grazia dello Spirito Santo si รจ rivelata, e la speranza della venuta del Signore รจ manifestata in figuraยป. La Liturgia ambrosiana canta questa antifona di origine bizantina: ยซLe mani siano pure e avremo parte al dono che ci trasforma il cuoreยป.
La Pasqua รจ lโannuale verifica della fede nella resurrezione, Cristo non รจ un fantasma, un mito, un buonista, un maestro di morale ma il Vivente operante in mezzo a noi. Egli si fa toccare nellโesperienza della fede, da cui sorge il cuore trasformato.
Non per nulla lโEvangelista Giovanni conclude il racconto di Tommaso con queste parole: ยซquesti (fatti) sono stati scritti perchรฉ crediate che Gesรน รจ il Cristo e perchรฉ , credendo (giorno dopo giorno) abbiate la vita nel suo nomeยป (Gv.20,31).

don Pietro Pratolongo, parroco di Pontremoli e preside della Scuola di formazione teologico-pastorale della diocesi di Massa Carrara Pontremoli.
