Nei Vangeli ci sono personaggi che risaltano per la loro peculiaritร . Tra questi troviamo Tommaso detto โdidimoโ (gemello), ย che spicca, piรน che altro, per la sua mancanza di fiducia. Certo Tommaso non fu lโunico ad avere dubbi riguardo al Signore. Quando il vangelo fu scritto Tommaso era sicuramente giร morto e lโintenzione dellโautore non era certo di mettere in cattiva luce questo apostolo. Siamo verso la fine del I sec. D.C. e i cristiani, definiti della โterza generazioneโ, erano persone che non avevano visto Gesรน e nemmeno conosciuto gli apostoli. Se dovessimo contare 3 generazioni per secolo, noi saremmo i cristiani della 61ยช generazione eppure, dopo tanto tempo, ci troviamo ancora oggi nella stesse condizioni: facciamo fatica a credere, vorremmo vedere, toccare e verificare se tutto ciรฒ che ci dicono sia vero. Ma io sto ย andando un poโ veloce ย oggi.
ย Secondo Giovanni, Gesรน decide di farsi presente in mezzo ai suoi discepoli nello stesso giorno della risurrezione (cfr. 20,1), cioรจ il primo dopo il sabato che, ancora oggi, รจ il giorno dellโassemblea cristiana.ย Non confondiamo i discepoli con i Dodiciย (ora ridotti a undici).ย Essi sono i seguaci di Gesรน, sia attuali che futuri.Giovanni, infatti, quando lo ritiene opportuno, sa distinguere i Dodici da tutti gli altri (cfr. 6,66-67). Giovanni non parla direttamente diย ย apparizione ma sottolinea come Gesรน, superando le barriere legate alla nostra dimensione fisica (porte chiuse),ย stette (estรช, stette in piedi) ossia si fermรฒ in mezzo a loro. In Brasile, la liturgia cattolica riprende questa visione giovannea. Al saluto iniziale del sacerdote/ministro: โIl Signore sia con voiโ, lโassemblea non risponde dicendo: โe con il tuo spiritoโ ma โLui รจ in mezzo a noiโ (Ele estร no meio de nรฒs). Il vangelo non si preoccupa di sapere come sia riuscito a farlo ma sottolinea come la cosa piรน importante sia percepire la sua presenza.
Gesรน mostra loro le mani e il costatoย (v. 20a) non solo per ย dimostrare la realtร della sua presenza, ma perย ricordare come sia proprio in forza della sua morte in croceche egli puรฒ essere presente.ย
Ma torniamo al nostro amico Tommaso. Giovanni ย aveva giร parlato ย di lui quando, dopo la morte di Lazzaro, Gesรน decise di recarsi a Betania e Tommaso disse : ยซAndiamo anche noi a morire con luiยป (11,16). Tommaso pensa che seguire il Maestro significhi perdere la vita e non capisce che invece Gesรน รจ il Signore della Vita. Durante lโultima cena poi ย risponde a Gesรน: ยซSignore, non sappiamo dove vai, come possiamo conoscerne la via?ยป (14,5). Questโ uomo รจ pieno di perplessitร , di esitazioni e non riesce ad accogliere ciรฒ che il suo intelletto non riesce a definire ed afferrare. Atteggiamento, questโultimo, che nel brano di oggi si fa ancora piรน evidente. Tutto questo vi ricorda qualcuno??? Forse se ci mettessimo davanti ad uno specchio potremmo rivederci nella sua persona. Non รจ interessante che proprio il soprannome di Tommaso sia โdidimoโ, gemello???!!! Come se lui fosse il gemello di ciascuno di noi, lo specchio biblico della nostra umanitร davanti al mistero di Dio. Non capitemi male, il desiderio di fare unโesperienza personale e diretta del Risorto, come lโavevano fatta gli altri discepoli, รจ legittimo. Esso รจ criticabile nella misura in cui diventa una pretesa, a cui per di piรน si unisce la richiesta non solo di vedere, ma anche di toccare le ferite dei chiodi e della lancia.Ma Gesรน non critica Tommaso per la sua richiesta, anzi si dichiara disponibile a soddisfarla fino ad arrivare alla sua professione di fede.
Cosa mi suggerisce tutto ciรฒ? Io non posso fare a meno di vedere in questo testo lo sforzo di Giovanni nel sottolineare quanto il cammino della fede non si astiene dal coinvolgimento psico-intelletuale di ognuno di noi. Molti credono che credere significhi spegnere il cervello, non avere dubbi. Ricordo ancora un padre che diceva che i dubbi sono i semi sparsi dal demonio. Nella mia ย esperienza di vita io credo esattamente il contrario. I dubbi sono segni della presenza dello Spirito che ci vuole far crescere, ci aiuta a comprendere sempre meglio quel suo โstareโ in mezzo in noi. Non รจ un caso che Giovanni mette proprio sulla bocca di Tommaso la piรน alta e sublime delle professioni di fede (che anticamente si bisbigliava al momento della consacrazione) in quanto coloro che avevano โvistoโ appaiono nel testo come una immagine sbiadita. Tommaso รจ il primo a riconoscere in Gesรน la presenza di Dio e questo come frutto del suo dubitare, investigare.
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Quindi se in voi ci sono dubbi, benvenuti alla presenza del Signore, che scava piano piano in noi il cammino della vera fiducia nella sua presenza.
P. Arturo MCCJ
Fonte: https://missioworld.wordpress.com/2020/04/15/commento-2a-domenica-di-pasqua-anno-a/

Un luogo dove ascoltare ed approfondire la Parola con l’apporto di P. Arturo, missionario comboniano ?? ???????????, teologo biblista. Se vuoi comunicarti con loro, scrivici a paturodavar @ gmail.com BUON CAMMINO!!!
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