Commento al Vangelo del 22 marzo 2020 a cura dei Monaci Benedettini –
IV Settimana del Tempo di Quaresima – Anno A
- Periodo: Domenica
- Il Santo di oggi: S. Nicola di Flue; S. Benedetta C. Frassinello
- Ritornello al Salmo Responsoriale: Voglio lโamore e non il sacrificio
- Letture del giorno: 1 Sam 16, 1.4. 6-7. 10-13; Sal.22; Ef 5, 8-14; Gv 9, 1-41
- Calendario Liturgico di Marzo
Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews.
Commento al Vangelo a cura dei
Monaci Benedettini
Credo, Signore! E si prostrรฒ dinanzi a lui.
Cosรฌ finisce il miracolo di Gesรน, narrato nel Vangelo di San Giovanni, riportato in questa quarta domenica del tempo quaresimale. Consideriamo tutto l’episodio per comprendere, nella sua completezza, questo atto di fede di un cieco nato, guarito miracolosamente da Gesรน. Egli, passando con i discepoli, nota la presenza di questo cieco. ร l’occasione per i discepoli di porre un interrogativo importante. Secondo la mentalitร dell’epoca, la malattia รจ segno di un castigo divino. Il loro pensiero รจ immediato. Qualcuno deve aver peccato, forse lo stesso cieco; la sua malattia perรฒ รจ congenita e quindi puรฒ anche essere – secondo il filo di questo ragionamento – che egli subisca la pena per delle eventuali colpe dei genitori. Gesรน risponde ai discepoli e ribalta il loro ragionamento.
In una malattia vi รจ senz’altro il segno della permissione divina ma รจ anche un evento naturale che puรฒ e deve essere vissuto nella fede e per la fede. La guarigione fisica รจ importante ma non determinante. La guarigione รจ efficace se ad essa corrisponde un altro cambiamento. Gesรน invita i discepoli a cambiare prospettiva. Non devono solo guardare la malattia ma rivolgere il loro sguardo su Gesรน stesso. Giร in questa esortazione vi รจ un atto di fede, perchรฉ la fede รจ guardare a Gesรน per affidargli la nostra vita. Nella sua risposta, Gesรน si proclama poi la vera luce del mondo, venuto a dipanare le tenebre del male. In questa risposta ruota tutto l’episodio, narrato con una particolare vivacitร dall’evangelista. I Giudei che hanno assistito all’episodio interrogano prima i genitori e poi il cieco stesso e dimostrano cosรฌ una durezza di cuori che impedisce loro di contemplare l’azione di Dio.
Per loro gli occhi della fede brร ncolano ancora nel buio. Differente รจ invece l’atteggiamento del cieco dopo che ha riavuto la vista. Egli riconosce e poi testimonia della potenza di Gesรน. Bella รจ questa figura del Cieco Nato che dimostra, con forza e simpatia, anche una certa ironia verso coloro che non si arrendono di fronte all’evidenza dei fatti. Il miracolato poi con il suo atto di fede finale testimonia Gesรน come il Figlio di Dio. I miracoli da lui effettuati allora non sono espressioni di capacitร inspiegabili alle menti delle persone ma rappresentano la presenza di Dio incarnata. Gesรน, quando opera i suoi miracoli, ha presente sempre due aspetti. Da un lato vi รจ la necessitร umana di soccorrere chi รจ nel bisogno. ร l’amore di un Dio Padre che si rende vivo e visibile nel Figlio.
ร un Dio che ha lo sguardo misericordioso, che legge la profonditร dell’animo umano e che vuole sempre la salvezza dell’anima. Gesรน mostra questo Volto di Dio nel suo volto umano. Egli vede il cieco dalla nascita e vuole intervenire a suo favore. Proprio l’atto di fede del cieco miracolato รจ la risposta alla domanda dei discepoli. Possiamo allora anche noi aprire i nostri cuori, riconoscere in Gesรน la vera Luce che illumina la nostra strada.
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