“Di chi รจ la colpa?” – La cecitร degli occhi e quella del cuore
Il racconto del cieco nato comincia cosรฌ, da una domanda fatta dai discepoli a Gesรน: “ร colpa sua o dei suoi genitori, se quell’uomo รจ nato cieco?”. ร il solito problema: cerchiamo colpevoli, capri espiatori, cause esterne che ci liberino da ogni responsabilitร .
Invece, nel Vangelo di Giovanni, Gesรน risponde dicendo che di fronte al male abbiamo una grande responsabilitร : operare il bene, tutto il bene che dobbiamo compiere: “l’opera di Dio”. “Noi”, infatti, dobbiamo compiere quest’opera di Dio, dice Gesรน, coinvolgendo il quel “noi” se stesso e i suoi discepoli e, nello stesso tempo, chiunque, nel presente e nel futuro, lo segue e lo seguirร .
Dal bene che si dona, in questo caso da una guarigione fisica, nasce un cambiamento, una trasformazione che conduce un uomo cieco dalla nascita a vedere dapprima con gli occhi e infine con il cuore. Al contrario, coloro che invece riversano ogni “colpa” su qualcun altro, in questo caso su Gesรน stesso, tanto da ritenerlo “peccatore”, perchรฉ formalmente ha violato la Legge del Sabato guarendo una persona fragile, perdono il contatto con la realtร fino al punto di perdere l’occasione piรน importante della loro vita per riacquistare la vista che conta e incontrare “la Luce che illumina ogni uomo”.
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