Vedere la luce
Il racconto della guarigione del cieco nato occupa tutto il capitolo nono del vangelo di Giovanni. La sua composizione รจ facilmente ricostruibile: dopo la descrizione del miracolo, assistiamo ad una lunga controversia che vede al centro lโuomo che ormai ha recuperato la vista, e che viene interrogato dai farisei (vv. 13-17). Sono poi interrogati i suoi genitori (18-23), finchรฉ torna ad essere interrogato il cieco guarito, ancora dai farisei (24-34), ed infine addirittura da Gesรน (35-38). La fine del brano รจ la dichiarazione di Gesรน sui motivi della sua venuta (39-41): perchรฉ gli uomini abbiano la vista, ma anche per giudicare quelli che dicono di averla.
Rivelazione e giudizio (krisis): sono forse questi i motivi teologici principali che si intrecciano nel brano. La rivelazione infatti รจ lโopera principale di Gesรน nel vangelo di Giovanni: per questo Gesรน si autodefinisce qui la luce del mondo (v. 5); se la luce brilla per davvero, non puรฒ che rivelare la realtร , mostrarla, a chi non la vedeva prima (come il cieco nato), o a chi pur vedendola, ora puรฒ finalmente coglierla con occhi diversi, quelli della fede in Cristo. La rivelazione di Gesรน รจ quella del Padre, che ha mandato il suo Figlio per dare luce al mondo. Ma la rivelazione, la luce, comporta inevitabilmente un giudizio: ciรฒ che รจ nascosto, rimane occultato se non vi รจ luce, ma quando la luce risplende, tutto รจ chiaro e visibile. Cosรฌ sono svelati i cuori di tutti gli uomini, compresi quelli di โalcuni fariseiโ (v. 40), che mostrano tutto il peccato che li abita.
Infatti il tema del peccato occupa gran parte del nostro brano: questo perรฒ non si trova lรฌ dove si crede di poterlo vedere. Facile sarebbe credere โ come pensano anche i discepoli (v. 2) โ che il peccato porti con sรฉ una conseguenza subito evidente, come quella di una malattia o della cecitร ; magari non subito in chi compie il peccato, ma anche solo nella generazione seguente. Ma non รจ cosรฌ, il peccato si annida proprio dove รจ difficile scovarlo, lavora spesso lontano da ogni visibilitร , scava un suo spazio proprio in chi crede di esserne immune: ยซSe foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimaneยป (v. 41).
- Pubblicitร -
Ma non รจ questa la trama principale della nostra pericope. La รจ invece โ come scrive un commentatore dellโevangelista Giovanni, G.R. Beasley-Murray โ quella della scoperta di chi รจ Gesรน, proprio come era accaduto alla Samaritana. Il cieco nato acquista anzitutto la vista, e poi a poco a poco, progressivamente, cresce nella comprensione della realtร e di chi questa realtร lโha svelata. Allโinizio il cieco nato pensa a Gesรน come ad โun uomoโ, ma del quale non sa nulla (v. 11-12); poi perรฒ lo dichiara un โprofetaโ (v. 17), poi ancora un โinviato di Dioโ (v. 33), ed infine lo riconosce come โFiglio dellโuomoโ e โSignoreโ (Kyrios) (vv. 37-38). ยซIl contenuto della rivelazione apportata da Gesรน รจ il suo stesso mistero; per gli uomini, si tratta di scoprire progressivamente chi รจ Gesรน. Questo mistero รจ quello della sua filiazione divina: la luce venuta nel mondo (Gv 3,19) รจ il Figlio di Dio inviato nel mondo, affinchรฉ il mondo sia salvato da lui. La luce della rivelazione che cosa dunque รจ in definitiva? ร la rivelazione della comunione tra il Padre e suo Figlio Gesรน Cristo, rivelazione destinata a farci entrare a nostra volta in questa stessa comunioneยป (De la Potterie).
Specularmente, dalla parte dei farisei avviene il contrario: questi affermano che Gesรน non รจ da Dio (v. 16) e che รจ un peccatore, e anzi negano addirittura i suoi miracoli (v. 24). Non sono in grado nemmeno di capire da dove venga questโuomo, e nemmeno lโorigine della sua autoritร (v. 20). Mentre il cieco nato riesce a dare un nome alle persone che incontra e che poi arriva a conoscere profondamente, fino a dire che Gesรน รจ il Signore, i farisei sono troppo presi dalla loro apologetica e dal loro peccato per mettersi in discussione.
Il nostro brano รจ un punto fermo nel cammino quaresimale. Lโaffermazione del cieco nato, apice della sua scoperta, ยซIo credo, Signore!ยป costituisce il culmine del rito battesimale, e lo รจ anche nella rinnovazione delle promesse battesimali durante la celebrazione della veglia pasquale. Per questa ragione, come ci ricorda un altro esperto del Quarto vangelo, R. Brown, lโepisodio della guarigione del cieco nato รจ stato interpretato dai padri della Chiesa in chiave sacramentale: ยซTertulliano apriva il suo trattato sul battesimo con le parole: โLa presente opera vuol trattare il nostro sacramento dellโacqua che lava via i peccati della nostra cecitร originale e ci fa liberi per la vita eternaโยป. Per questo possiamo pregare con la Colletta: ยซPadre, che per mezzo del tuo Figlio operi mirabilmente la nostra redenzione, concedi al popolo cristiano di affrettarsi con fede viva e generoso impegno verso la Pasqua ormai vicinaยป.
