AMARE E ACCOGLIERE IL MISTERO NASCOSTO NELLA CARNE DI GESU’
Quel sabato nella sinagoga di Nazaret, era esplosa una bomba: Gesรน, il figlio di Giuseppe il carpentiere, l’aveva lanciata nel mezzo dell’assemblea di cui aveva fatto parte tante volte; quellโuomo che tutti conoscevano aveva appena annunciato che la profezia ascoltata si era compiuta proprio in Lui, proprio in quell’oggi. Che mistero l’operare di Dio, lasciare trent’anni suo Figlio inviato per salvare l’umanitร nel semplice e umile nascondimento di Nazaret, a vivere una vita normalissima, mescolata a quella dei suoi compatrioti. Un solo segno all’alba della dell’incarnazione, un annuncio segreto e serbato nel cuore della Vergine Maria.
E sospetti, giudizi e dolore per quella giovane Madre. Poi piรน nulla, giorni uguali a quelli di ogni altro abitante di Nazaret, sino a quel sabato. Dio, infatti, ha voluto avvolgere di mistero l’identitร del Figlio per svelare il mistero del cuore dell’uomo. La carne e il sangue, da soli, non possono vedere Dio. Per vederlo occorre un cuore puro. I “figli dello stesso padre” (patria deriva da padre) non lo hanno potuto comprendere, perchรฉ per il loro occhio impuro conoscere significava afferrare e possedere attraverso carne e pensiero. Accoglierlo avrebbe significato riconoscersi peccatori, bisognosi di purificazione e perdono. La vedova di Zarepta e Naaman il Siro, invece, pur essendo pagani ed estranei al Popolo di Israele, hanno visto Dio, perchรฉ l’indigenza e il bisogno ne avevano purificato il cuore.
Puรฒ vedere Dio solo l’occhio purificato dal crogiuolo della sofferenza. La vera Patria di Gesรน, infatti, non รจ la Nazaret geografica, e i “suoi” non sono quelli che vi sono nati: la Patria di Gesรน รจ la Croce e i suoi compatrioti sono i peccatori. Per loro si รจ fatto peccato, con loro ha condiviso il destino di morte per trasformarlo in destino di perdono e di vita. E’ questo il mistero celato in Gesรน di Nazaret, il Messia sofferente. Anche noi all’apparire del mistero che avvolge la nostra vita e le persone che ci sono vicine, temiamo e ci difendiamo chiudendoci a riccio, rifiutando ciรฒ che sfugge ai nostri criteri collaudati. Amare il mistero celato negli eventi e nell’altro รจ la condizione perchรฉ essi entrino a far parte di noi stessi, ci stupiscano e coinvolgano nel prodigio di cui sono profezia. L’amore per il mistero รจ la condizione per la castitร , dei sentimenti come della carne, porta dischiusa alla purezza del cuore capace di vedere trasfigurata la realtร .
Si puรฒ vivere anni accanto a una persona, alla moglie, al marito, ai figli, e non aver amato neanche per un giorno il mistero che li avvolge. Ci illudiamo di conoscere, mentre ci sforziamo di possedere nella speranza di non perdere quanto vorremmo che ci saziasse. E cosรฌ ci ritroviamo a spingere l’altro sul “ciglio del monte per buttarlo nel precipizio”, nell’estremo tentativo di far tacere quel mistero che bussa, tenace, alla porta del nostro cuore. L’esito di ogni possesso infatti, รจ l’omicidio dell’altro: moglie, marito, chiunque interpelli il nostro cuore, ci svela indigenti e inadeguati, peccatori. Il mistero racchiuso nel prossimo รจ una chiamata all’amore, e ne siamo sprovvisti. Abbiamo bisogno di un cuore contrito e umiliato, un cuore puro capace di vedere Dio nell’amore incarnato in suo Figlio.
Paradossalmente, un cuore puro รจ un cuore che riconosce d’essere malato. E lรฌ, nella realtร , riconoscere in Gesรน il fratello, il compatriota che ha condiviso la nostra patria di morte. Per il nostro cuore “vedovo e lebbroso” รจ preparato quest’oggi nel quale Gesรน ci annuncia di nuovo la Buona Notizia che il Profeta viene a compiere nella sua Patria. Vedere il Messia e l’amore di Dio nella storia e nelle persone significa dunque incamminarsi con Lui sul sentiero della Croce, sulla quale consegnargli i nostri peccati, scoprendo in essa la Patria d’amore dove, amati, impariamo ad amare.
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