Osare la propria sete di incontro
La terza, quarta e quinta domenica di Quaresima del ciclo โAโ presentano una tematica sacramentale legata allโiniziazione cristiana, al battesimo, espressa attraverso il simbolismo rispettivamente dellโacqua, della luce e della vita. Uscendo dallโimmersione nellโacqua battesimale, lโuomo passa dalle tenebre alla luce e inizia una vita nuova in Cristo. Cosรฌ i tre temi dellโacqua, nella III domenica di Quaresima con lโepisodio della donna di Samaria al pozzo di Sicar, della luce, nella IV domenica con lโepisodio del cieco nato che ritrova la vista, e della vita, nella V domenica con il racconto della resurrezione di Lazzaro, creano un percorso unitario.
Lโodierna pagina evangelica, che interroga il lettore credente su quale sia la sua sete, il suo desiderio profondo, costituisce una vera e propria pedagogia della fede e disegna un percorso di conoscenza di Gesรน:
v. 10: se tu conoscessi chi รจ che ti dice โDammi da bereโ
v. 19: Signore vedo che tu sei un profeta
vv. 25-26: So che deve venire il Messia. E Gesรน: โSono io che ti parloโ
v. 29: Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto ciรฒ che ho fatto. Che sia il Messia?
v. 42: Noi sappiamo che costui รจ veramente il salvatore del mondo.
Il testo presenta un itinerario verso la conoscenza di Gesรน come Messia e Salvatore. Ma insegna anche che tale conoscenza passa attraverso la conoscenza degli altri, attraverso gli incontri con altre persone. Ci istruisce sullโarte dellโincontro con lโaltro quale via attraverso la quale noi possiamo anche arrivare a conoscere Gesรน.
Gesรน attraversa la Samaria (Gv 4,4). Il testo dice che Gesรน deve solo attraversare questa terra che era ostile ai Giudei per motivi religiosi che si palesavano p. es., nel differente luogo di culto, Gerusalemme per i Giudei, il monte Garizim per i Samaritani. Gesรน passa attraverso la Samaria, ma da terra che deve solo essere attraversata, la Samaria diventa terra di soggiorno: per due giorni Gesรน si fermerร (Gv 4,43). In effetti, lโincontro con la Samaritana darร origine allโevangelizzazione della Samaria ad opera della donna e allโincontro di Gesรน con i Samaritani.
Il testo dice che, a causa del viaggio e della calura, Gesรน รจ stanco e perciรฒ si ferma presso un pozzo. Gesรน ha sete, ed ecco una donna viene ad attingere acqua dal pozzo. Lโincontro inizia quando si osa la propria sete, lโincontro nasce dal desiderio. Ma ciรฒ che colpisce รจ che pur essendo entrambi assetati, Gesรน e la Samaritana, di nessuno dei due si dirร che abbia bevuto. Gesรน non berrร lโacqua, la donna dimenticherร la sua anfora e tornerร nel villaggio a dare lโannuncio dellโincontro fatto (Gv 4,28-29). Perchรฉ la vera sete รจ sete di incontro. Per incontrare lโaltro Gesรน osa il proprio bisogno e chiede โDammi da bereโ. Gesรน osa andare oltre le barriere stabilite e, pur essendo in terra straniera, ed essendo considerato nemico dalla popolazione locale, egli osa chiedere. La cosa รจ tuttโaltro che banale. Nel Talmud si dice che Rabbi Yosรฉ il Galileo, che si era fermato per strada a chiedere indicazioni a una donna si vide apostrofato da lei in questo modo: โStupido Galileo, non hanno forse comandato i saggi: โNon impegnarti in una lunga conversazione con una donna?โโ. Qui si dirร che i discepoli erano stupiti che Gesรน stesse a parlare con una donna (v. 27). Cโรจ in Gesรน il coraggio della semplicitร , di esporsi nel momento del bisogno, di rivolgere la parola a chi ha di fronte e gli puรฒ dare un aiuto anche se questo contravviene alle convenzioni e alla prudenza condensata in regole di comportamento religiosamente ispirate. Gesรน compie questi gesti, anche se per questo potrร essere giudicato. Ma chi รจ libero, รจ libero anzitutto dalla paura di essere giudicato. Gesรน riconosce di aver bisogno di questa donna e le rivolge la parola. Si espone allโaltro, dando inizio a qualcosa che non sa dove lo porterร .
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Noi non sappiamo dove ci condurrร il dialogo, dove lโincontro ci potrร condurre e per paura possiamo erigere barriere e starcene nel chiuso delle nostre sicurezze e delle nostre corazze. Per paura possiamo astenerci dal rischio dellโamore. Gesรน non teme di esporsi allโincontro. Non ha quella paura che spesso รจ la nostra e che ci porta ad agire nel modo descritto magistralmente da un grande scrittore del secolo scorso: โAmare รจ sempre essere vulnerabili. Ama qualche cosa e il tuo cuore certamente si ritroverร diviso, rotto, sofferente. Se vuoi essere sicuro di mantenere intatto il tuo cuore, non darlo a nessuno, neanche a un animale. Avvolgilo attentamente in hobby, in piccoli lussi, in abitudini quotidiane, in dettagli insignificanti, evita ogni coinvolgimento amoroso, chiudilo al sicuro nellโurna o nella bara del tuo egoismo, ma nellโurna sicura, oscura, immobile, senza aria, il tuo cuore cambierร , non si romperร , stanne certo, diventerร infrangibile, impenetrabile, irrimediabile. Lโalternativa alla tragedia, o almeno al rischio della tragedia, รจ la condanna. Lโunico luogo, a parte il cielo, dove puรฒ essere perfettamente salvo da tutti i pericoli e perturbazioni dellโamore รจ lโinfernoโ (Clive Staples Lewis). Vuoi proteggere il tuo cuore, vuoi evitare di soffrire (e nessuno nega che tu possa avere motivi profondi per difenderti da questo dolore intimo)? Evita ogni coinvolgimento amoroso, evita ogni relazione che ti coinvolga. Ma sappi che cosรฌ ti condanni allโinferno: il luogo dove il cuore puรฒ essere protetto da tutti i pericoli dโamore รจ lโinferno.
Certo, amare ha il prezzo della sofferenza e questa donna la immaginiamo segnata da una storia sofferta, la storia di una che ha molto amato e che ha molto sbagliato e sofferto. Ebbene, di fronte alla Samaritana, Gesรน va oltre le barriere della inimicizia categoriale, le barriere per cui lโaltro non รจ un volto e un nome, ma solo unโappartenenza etnica (Giudeo o Samaritano: v. 9). Gesรน non si lascia inibire dalla differenza di genere (รจ una donna) e dalla moralitร poco cristallina della donna (v. 18). Ci sono sempre motivi che possono trattenerci dal fare il primo passo nellโincontro con lโaltro. Gesรน suggerisce anche alla donna un passo nel cammino di conoscenza reciproca: passa dalla domanda che ti ho rivolto, alla domanda che io sono per te. โSe tu conoscessi chi รจ colui che ti ha detto: dammi da bereโ (Gv 4,10).
Allโinizio del cammino vi รจ il riconoscimento da parte di Gesรน della sua povertร , del suo bisogno. E poi ci sarร , da parte della donna, il riconoscimento della sua povertร , anche dei suoi errori, del suo aver errato e peccato. Senza la capacitร di riconoscere e dire questa dimensione di negativo e di mancanza non vi sarร nessun incontro. Gesรน dunque non si adagia sulle convenzioni (โI Giudei non hanno rapporti con i Samaritaniโ: Gv 4,9), non attende che sia lโaltro a fare il primo passo, ma pone la domanda, osa la parola mostrandosi nel suo bisogno. A volte, il rivolgere la parola puรฒ dare la vita a noi stessi e agli altri. Al capezzale di Georges che aveva tentato il suicidio, lโabbรฉ Pierre gli chiese: โGeorges, tu sei libero poichรฉ vuoi morire, ma prima di ritentare di suicidarti non vorresti venire a darmi una mano per costruire case illegali per i senzatetto?โ E da quella domanda reiniziรฒ la vita di Georges.
La nostra identitร รจ plurale: vi รจ unโappartenenza etnica, nazionale, vi รจ unโappartenenza religiosa, vi sono tradizioni culturali specifiche che ci appartengono e a cui noi apparteniamo (v. 12: il nostro padre Giacobbe, la vicenda del pozzo), ma poi ciascuno di noi รจ una singolaritร e una unicitร , รจ un tu, e Gesรน sta offrendo a questa donna la possibilitร di cogliersi nella sua soggettivitร a partire dal confronto con lui come con un โtuโ. Gesรน conduce questa donna a prendere in mano la sua storia che รจ fatta di vicende di uomini che lei ha avuto. Gesรน fa emergere la soggettivitร della donna suscitando in lei una sete che รจ piรน decisiva di quella fisica, tanto che la donna puรฒ lasciare lรฌ la sua anfora. Sรฌ: รจ di altro che noi ci nutriamo. La prima parte del testo รจ centrata sul bere, poi arrivano i discepoli che erano andati a comperare del cibo, e si pone il problema del mangiare. E anche i discepoli vengono spiazzati: โHo da mangiare un cibo che voi non conosceteโ (Gv 4,32). Ma anche noi mangiamo altro. Ognuno di noi si nutre di ciรฒ che dร senso al vivere di relazione, si nutre del volto dellโaltro, dellโascolto, della parola, del silenzio dellโaltro. Si nutre di amore.
E sottolineo ancora che la ricerca di Dio non avviene al di fuori di questa umanissima sete dellโaltro, di questa ricerca di incontro. Non a caso lโapice dellโincontro tra la donna e Gesรน, avviene quando lโespressione dellโattesa religiosa dei samaritani, lโattesa messianica del Tahev, โColui che converteโ, incontra le parole di Gesรน che dice: โSono io che ti parloโ (Gv 4,26). ร proprio in quel cammino trasformante di dialogo e di incontro che si fa strada verso di noi il Cristo. La nostra ricerca viene cosรฌ incontrata dalla ricerca che il Signore stesso fa di noi. E la donna viene trasformata in evangelizzatrice, in apostola. Ma se lei annuncia ciรฒ che Gesรน ha detto e fatto, รจ perchรฉ lo ha incontrato come colui che le ha detto tutto ciรฒ che lei stessa ha fatto (Gv 4,29). Lei giร sapeva tutto ciรฒ che aveva fatto, ma forse non sapeva di poterlo accogliere e amare. Per questo ha avuto bisogno di qualcuno che le dicesse tutto ciรฒ che lei ha fatto senza giudicarla ma accogliendola. E anche noi ne abbiamo bisogno.
A cura di Luciano Manicardi – Fonte
