
Per il sussidio, terremo in considerazione il brano a partire dal punto di vista della donna di Samaria.
Per prima cosa notiamo che il suo incontro con Gesรน si offre attraverso un dialogo in cui si sviluppano due aspetti fondamentali: lโacqua necessaria alla vita e desiderabile sul piano spirituale e il culto corretto e credibile.
Il primo impatto che avviene tra i due personaggi sottolinea la loro distanza, dal momento che Gesรน รจ un giudeo e lei se ne accorge, anche se non riusciamo a comprendere come: forse dal suo accento? Lui รจ un uomo in viaggio e lei รจ una donna residente in quella cittร : รจ Gesรน che per primo getta un ponte di comunicazione, tentando di superare la barriera etnica e sessista che li separava, ed esprimendo ciรฒ di cui ha bisogno: in quellโora particolare del giorno fa particolarmente caldo e lui ha sete!
Lโacqua che serviva alla donna viene da un pozzo attribuito allโantico patriarca Giacobbe, ma quel tempo le donne non andavano a prendere acqua nellโora piรน calda del giorno, perciรฒ potrebbe anche essere che la samaritana agisse in segretezza, non volendo incontrare nessuno ed incappando, invece, proprio in Gesรน, in colui che le farร capire che la sua sete รจ ben diversa da quella materiale, cosa che lei ancora non sa.
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Comunque sia, il dialogo รจ ormai iniziato ed รจ tutto orientato verso la scoperta che desidera farle di se stesso, di colui che puรฒ dare un significato nuovo alla vita delle persone che incontra.
Nel dialogo si coglie il progressivo avvicinamento della donna a Gesรน ripercorrendo i titoli che lei stessa usa nei confronti del Maestro. Inizialmente egli รจ definito giudeo, dunque distante e sicuramente sprezzante โ secondo lei โ la sua persona per la diversa impostazione di fede e di culto che le era propria.
Sentita la proposta di offrirle unโacqua che disseta per la vita eterna, inconsapevole del significato di tale dono, chiede di averne per non dover piรน andare al pozzo: la samaritana rimane ancora ferma sul piano molto concreto del bisogno fisico, dimostrando cosรฌ la necessitร di un ulteriore spazio di comprensione.
ร a questo punto che Gesรน sposta la sua attenzione dallโacqua ai mariti avuti, dichiarandole che conosce la sua situazione: si tratta dunque di un profeta? In questo frangente emerge il secondo aspetto prospettato allโinizio del commento: il senso del vero culto da svolgere in uno o nellโaltro luogo considerato sacro. Forse la donna pone tale questione per non dover affrontare il discorso, imbarazzante, sui suoi uomini
Riprendiamo dunque le parole di Gesรน: ยซCredimi, donna, viene lโora in cui nรฉ su questo monte nรฉ a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciรฒ che non conoscete, noi adoriamo ciรฒ che conosciamo, perchรฉ la salvezza viene dai Giudei. Ma viene lโora โ ed รจ questa โ in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e veritร : cosรฌ infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio รจ spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e veritร ยป.
Dio รจ spirito e lo Spirito, come si sa, soffia dove vuole e abita nei cuori: questo sarร il luogo piรน autentico dove adorare Dio, la vera casa che Lui stesso abita accettando di porsi sempre nella precarietร che caratterizza lโumanitร , per la sua realtร creaturale.
Dopo aver espresso quella sua intuizione su Gesรน profeta del Signore Dio, la donna va perรฒ oltre, lascia che il dubbio prevalga e lo presenta al lettore: forse costui รจ il Messia atteso? Quel giudeo, Signore datore di acqua viva, glielo conferma e lei รจ sicura che la sua risposta รจ vera proprio perchรฉ ha saputo annunciarle ogni cosa โ la sua vita โ facendole capire lโorigine di quella sua sete: il bisogno che ha, infinito, di relazioni autentiche, di amore vero e sincero nellโoffrirsi vicendevole.
ร molto bello vedere che lโincontro avuto con il Signore Gesรน non ha determinato un risvolto positivo solo per la donna, diventando invece ricchezza condivisa fra i suoi, nella cittร . La donna infatti corre verso le persone che conosceva โ e che la conoscevano โ diventando testimone del suo incontro con Gesรน, con colui che, rivelando la veritร , diventa per tutti e tutte il centro di attrazione, la sorgente dellโacqua viva da lui offerta. Gli abitanti di Samaria si avvicinano quindi a Gesรน riconoscendo la donna quale canale di rivelazione ma solo per quel momento iniziale del loro incontro: successivamente, loro stessi potranno accedere direttamente alla fonte. La samaritana puรฒ ben essere considerata un modello di evangelizzatrice, ossia di colei che annuncia la buona novella di Gesรน ritirandosi al momento giusto per permettere ad ogni persona di incontrare direttamente il Cristo che salva; una donna che evangelizza per lโesperienza fatta di sete appagata e di vita rinnovata.
Infine, ritorniamo allโanfora che la donna aveva portato con sรฉ per raccogliere lโacqua attinta dal pozzo: non le servirร piรน? Lโanfora lasciata cadere ed abbandonata esprime โ nella sua simbologia โ lโappagamento del bisogno che lei celava nel suo cuore, quello di riconoscere la sua vita come bisognosa di autenticitร e veritร . Gesรน รจ lโamore vero che riempie e proprio da lei, ora, scaturirร lโacqua viva che saprร offrire raccontando la sua esperienza di incontro โ di salvezza – con il Cristo-Messia atteso.
Unโultima precisazione: lโespressione acqua viva per la vita eterna puรฒ forse portarci lontano dal bisogno che nel quotidiano vivere si ha di Gesรน, ma va sempre ribadito ed รจ necessario aver ben chiaro nella mente e nel cuore che Gesรน รจ giร qui, presente in mezzo a noi, Vivente e datore di vita, capace di risollevare chi a lui si rivolge (e non solo).
Nei vv. 31-38 leggiamo un intricante dialogo con i discepoli che, stupiti, si chiedono di cosa stia parlando Gesรน. Anche noi rimaniamo alquanto sospesi su tale discorso, e ci chiediamo cosa significhi: รจ un invito a saper discernere ciรฒ che accadrร o vuole indicarci qualcosa di piรน, lโevangelista, inserendo proprio qua questa profezia sul raccolto futuro? Gesรน sta affermando che, nonostante non sia il tempo del raccolto โ si dovrร aspettare ancora quattro mesi, per questo โ un โraccoltoโ avviene per la samaritana stessa con i suoi concittadini, grazie allโincontro personale che sperimentรฒ con Gesรน. Il racconto anticipa dunque la futura evangelizzazione della Samaria, come ci testimonia il Libro degli Atti al cap. 8.
Prima della preghiera finale, sarร interessante e arricchente per tutti/e raccogliere le considerazioni maturate da Etty Hillesum durante uno dei periodi piรน bui e devastanti del secolo scorso, la II guerra mondiale con la deportazione degli ebrei nei campi di concentramento nazisti.
La pagina รจ riportata nel suo diario ed รจ datata 12 luglio 1942, una domenica mattina:
Mio Dio, sono tempi tanto angosciosi. Stanotte per la prima volta ero sveglia al buio con gli occhi che mi bruciavano, davanti a me passavano le immagini di dolore umano. Ti prometto una cosa, Dio, soltanto una piccola cosa: cercherรฒ di non appesantire lโoggi con i pesi delle mie preoccupazioni per il domani. Cercherรฒ di aiutarti affinchรฉ tu non venga distrutto dentro di me, ma a priori non posso promettere nulla. Una cosa, perรฒ, diventa sempre piรน evidente per me, e cioรจ che tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te, e in questo modo aiutiamo noi stessi. Lโunica cosa che possiamo salvare di questi tempi, e anche lโunica che veramente conti, รจ un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini. Sรฌ, mio Dio, sembra che tu non possa far molto per modificare le circostanze attuali ma anchโesse fanno parte di questa vita.ย Io non chiamo in causa la tua responsabilitร , piรน tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi a ogni battito del mio cuore, cresce la mia certezza: tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino allโultimo la tua casa in noi[1].
Anche lei come santโAgostino ed Emily Dickinson ha fatto lโesperienza di sentirsi inabitata da Dio, esprimendone lโimportanza e testimoniando le responsabilitร che questo comporta per ogni uomo e donna di fede.
[1] E. Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 2006, 169.
Preghiera finale
ร toccato anche a me, Gesรน:
un giorno ti ho incontrato
come un povero, come un assetato,
come un viandante stanco che chiede aiuto.
Hai dovuto vincere le mie reticenze,
i miei sospetti ed i miei dubbi
per offrirmi una possibilitร nuova:
unโacqua che zampilla per la vita eterna.
Un poโ alla volta tu mi hai aperto gli occhi
sulla mia esistenza, mi hai fatto riconoscere
i miei fallimenti e le mie ferite,
i miei peccati e le mie infedeltร .
Ho cercato di resisterti,
ho accampato discussioni fatte apposta
per guadagnare tempo,
per portare altrove lโattenzione.
Tu mi hai condotto allโessenziale,
a quello che conta veramente
e ti sei rivelato non solo come un saggio,
come un maestro spirituale,
o addirittura come un profeta,
ma come lโInviato di Dio, il Messia, il suo Cristo.
ร toccato anche a me, Signore,
ad uno dei pozzi della storia
dโincontrarti e di riconoscerti come il Salvatore,
come lโUnico capace di colmare
la mia sete piรน profonda. Amen!
(don Roberto Laurita)
A cura del SAB โ Settore Apostolato Biblico
Fonte: il sussidio per la Quaresima 2020 della Diocesi di Verona
