Nel cuore del cammino quaresimale, segnato da penitenza, preghiera e piรน frequente meditazione del mistero della Passione e della croce di Gesรน, contemplare la scena luminosa che il Vangelo ci racconta in questa domenica sembra apparentemente fuori luogo, quasi una nota stonata.
Ad una riflessione piรน profonda, perรฒ, si comprende come siamo invitati alla maniera dei discepoli a vedere la luce della divinitร di Cristo, togliendo per un attimo il velo della sua umanitร , quasi a prendere una boccata di ossigeno in questo percorso in salita. Dopo aver annunciato la strada della croce, nel capitolo precedente, come portando i suoi discepoli per mano, Gesรน li conduce in disparte, perchรฉ questa rivelazione non รจ per tutti. Essa serve come iniezione di speranza e di fede a chi, a breve, dovrร vederlo umiliato e sofferente sul Calvario. Questo sguardo anticipato sulla meta, come per i discepoli, diventa stimolo anche per la Chiesa che si prepara a celebrare il mistero della Passione e Morte di Gesรน, sapendo che il fine non รจ lโumiliazione della croce, ma la gloria della risurrezione.
Gesรน viene trasformato, come dice il testo greco, โsubรฌ una metamorfosiโ, cambiรณ di aspetto. Dallโordinaria umanitร manifesta la sua luce divina, presentandosi come interlocutore piรน che alla pari in questo dialogo con Mosรจ ed Elia, il Pentateuco e i Profeti. Colui che nel discorso della montagna poteva dire โavete inteso che fu dettoโฆ ma io vi dicoโ (cfr. Mt 5), รจ ora rivelato come il vero contenuto delle antiche scritture. Tutto si riferiva a Lui! Pietro si fa voce dei discepoli, inebriato dalla luce: vorrebbe bloccare per sempre quel momento, abitando nella gloria. Il progetto del Padre, perรฒ, รจ differente: scende una nube dal cielo, segno della presenza divina, quella stessa nube che si manifestava ad Israele peregrinante nel deserto, prefigurazione della nuova tenda (shekinร ) dello Spirito che scese su Maria nellโatto di accogliere la chiamata ad essere madre di Gesรน (cfr. Lc 1,35).
Viene riposto il velo sulla divinitร del Figlio, ricordando che la vera rivelazione passa attraverso lโumanitร , fino al momento supremo dello svelamento scomodo sulla croce, quando il centurione potrร affermare: โDavvero costui era il figlio di Dioโ (Mt 27,54). Accanto agli elementi โvisualiโ, questa teofania presenta anche una dimensione sonora: il Padre stesso prende la parola, per indicare nel Figlio il centro di tutto, oggetto del suo amore e della sua compiacenza. Per entrare in questa comunione con la sua Luce occorre lโascolto. Senza la fede nella sua Parola, non cโรจ possibilitร di vivere il percorso del discepolato, specialmente per superare il momento della prova e della sofferenza. Aggrapparsi alla parola di Gesรน, dunque, diviene una grande occasione per affrontare le prove quotidiane, specialmente nei tempi di maggior paura e incertezza.
Commentando questo episodio, San Pietro ci ricorda: โQuesta voce noi lโabbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte.ย E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere lโattenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finchรฉ non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattinoโ (2Pt 1, 18-19).
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