Il monte della comunione
La seconda domenica di Quaresima presenta il racconto della trasfigurazione di Gesรน, a indicare lโesito di luce pasquale del cammino quaresimale iniziato nella prima domenica con lโepisodio delle tentazioni. Il brano della trasfigurazione secondo Matteo รจ preceduto da alcune parole misteriose con cui Gesรน sembra alludere a eventi prossimi che lui giร conosce: โVi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dellโuomo con il suo regnoโ (Mt 16,28). Sei giorni dopo queste parole profetiche, Matteo presenta Gesรน che compie un gesto deciso: prende con sรฉ tre discepoli e li conduce su un alto monte. Una parola e un gesto ben connessi, che dicono qualcosa dellโintento di Gesรน, perchรฉ i tre discepoli erano tra i presenti quando lui pronunciava le parole su chi avrebbe visto il Figlio dellโuomo venuto nel suo regno prima di gustare la morte. Inoltre la dizione โsei giorni dopoโ (Mt 17,1) situa precisamente questo gesto.
Lo situa dopo la confessione messianica di Pietro (Mt 16,13-20), dopo le parole dure sulla passione, morte e resurrezione del Figlio dellโuomo (Mt 16,21), dopo il rimprovero di Gesรน a Pietro (Mt 16,22-23) e dopo le parole esigenti sulla sequela (Mt 16,24-27). Ora, lโAT fa del sesto giorno il giorno dellโattesa del compimento. Dunque, sia il narratore con questa notazione cronologica, sia Gesรน con le sue parole e il suo gesto, ci pongono in uno stato di attesa. Matteo sottolinea lโiniziativa di Gesรน: lui prende con sรฉ i discepoli e li conduce dove lui vuole. E i discepoli si lasciano condurre. Assistiamo qui a una sorta di iniziazione, allโintroduzione in un cammino che inizia con una separazione, una messa a parte, cui seguirร un momento di liminalitร , di incertezza e timore, e si concluderร con una reintegrazione (il ritorno ai piedi del monte). Ovvero, il tipico cammino iniziatico. Gesรน distingue i tre discepoli dal gruppo degli altri, li prende e li guida. Essi non fanno altro che obbedire: ripensando piรน tardi a quellโevento non potranno che dire di essere stati scelti dal Signore, di non essersi inventati loro quel cammino, ma di aver solo obbedito. Si lasciano prendere e guidare senza sapere a cosa stanno andando incontro.
Gesรน li conduce su un alto monte. Lโespressione โalto monteโ si trova qui e nel racconto delle tentazioni (Mt 4,8). Il monte dove Gesรน porta i tre discepoli รจ luogo sia di tentazione che di rivelazione. In particolare รจ il luogo in cui Gesรน manifesta che la sua persona รจ comunione con Dio e con gli uomini. Lasciarsi guidare da Gesรน, sta dicendo Matteo, significa essere condotti alla comunione con Dio. Anzi, essi faranno esperienza di comunione con Dio e di comunione tra di loro. Comunione con Dio, anzitutto, come appare dal monte dove Gesรน vince la tentazione custodendo la comunione con Dio mediante lโobbedienza alla Scrittura (cf. Mt 4,8-11), o dal monte su cui si ritira a pregare (cf. Mt 14,23), o dal monte su cui il Risorto proclama la sua piena comunione con Colui che gli ha dato ogni potere in cielo e in terra (cf. Mt 28,18). Comunione poi con gli uomini, come appare dal monte da cui Gesรน predica la parola del Regno alle folle (cf. Mt 5,1), o dal monte dove opera guarigioni e dona il pane alle folle bisognose (cf. Mt 15,29-39), o dal monte dove il Risorto afferma la sua comunione con i discepoli, dicendo che sarร con loro tutti i giorni fino alla fine del mondo (cf. Mt 28,20). Sul monte della Trasfigurazione i due aspetti della comunione vissuta da Gesรน sono strettamente connessi: la luminositร del suo volto dice la sua intimitร con il Dio che โรจ luceโ (1Gv 1,5) e la visione gloriosa di Mosรจ ed Elia da parte dei discepoli cosรฌ come lโascolto della Parola di Dio espressamente rivolta loro (cf. Mt 17,3.5) esprimono il coinvolgimento dei discepoli in quella esperienza comunionale. Ecco il fine dellโascesa del monte che Gesรน ha fatto fare ai discepoli. In questo luogo in disparte, lontano dalle folle, Gesรน โfu trasfigurato davanti a loroโ. Sul monte avviene unโesperienza: il Signore si fa conoscere ai discepoli piรน in profonditร con unโesperienza che puรฒ essere espressa adeguatamente con il simbolo della luce.
I vv. 2-3 ci pongono di fronte al momento dellโapprofondimento della conoscenza di Cristo. La conoscenza piรน profonda del Signore che si vuole seguire fino alla fine, ottemperando alle condizioni durissime appena poste da Gesรน sei giorni prima (rinnegare se stessi, prendere la propria croce, perdere la propria vita), getta nella confusione i discepoli. Dopo lโobbedienza scelta, ma anche non pienamente consapevole, che porta a seguire Gesรน e a salire dove lui sta andando, ecco che vengono la vertigine, il timore, lo smarrimento. In Luca si dice che Pietro non sapeva quel che diceva, in Marco che non sapeva che cosa rispondere perchรฉ tutti erano stati presi dalla paura. In Matteo si dice che i discepoli caddero sul loro volto, vennero meno, e furono presi da grande paura (Mt 17,6). In Matteo poi emerge una dimensione ulteriore che riguarda Pietro. Egli si propone di fare lui stesso, da solo, tre tende. Se in Luca e Marco Pietro dice: โFacciamo tre tendeโ, coinvolgendo gli altri discepoli, qui egli dice: โio farรฒ qui tre tendeโ (Mt 17,4). Pietro esclude gli altri, vuole essere da solo a costruire le tende. Pietro esce dalla dimensione comunionale a cui Gesรน li ha chiamati e grazie alla quale hanno fatto esperienza della sua luminositร , del suo essere lโuomo che narra Dio. Perchรฉ questo dice il racconto della Trasfigurazione: nella sua carne Gesรน visibilizza Dio, lo rende prossimo agli uomini. Pietro, che aveva rifiutato la dimensione della passione e della morte nel cammino di Gesรน, ora rifiuta la dimensione comunionale. E anche sul monte, non solo sei giorni prima quando Gesรน gli aveva detto โVaโ dietro a me, Satana, tu mi sei di scandaloโ (Mt 16,23), Pietro viene zittito: โmentre ancora parlavaโ, una nube luminosa coprรฌ con la sua ombra Gesรน, Mosรฉ ed Elia e rivolse un comando al plurale, rivolto al voi di tutti e tre i discepoli che smentiva lโiniziativa protagonistica di Pietro: โQuesti รจ il mio Figlio amato, ascoltateloโ. Voi, ascoltatelo. Voi tutti.
Al cuore dellโepisodio della trasfigurazione vi รจ la voce dalla nube che comanda lโascolto di Gesรน (cf. Mt 17,5). Ma anche al cuore della vita di sequela a cui Gesรน ci conduce nella vita cristiana. Il testo della Trasfigurazione afferma che per Gesรน stesso questa esperienza รจ decisiva, come lo รจ stata al momento delle tentazioni quando Gesรน ha vinto il tentatore con le parole della Scrittura. Gesรน รจ sul monte della Trasfigurazione, ma proprio lรฌ appare evidente che il luogo in cui Gesรน dimora รจ la relazione con Dio che trova nellโassiduitร con le Scritture il suo momento privilegiato. Il monte non รจ luogo di fuga dalla realtร ma, anzi, luogo che consente di attraversare la vita e la realtร in modo fecondo. Sul monte della Trasfigurazione vi รจ la rivelazione che Gesรน รจ un figlio obbediente al Padre attraverso lโascolto delle Scritture. Scritture che diventano voce vivente di Dio: โQuesti รจ il mio Figlio, lโamato, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltateloโ. In veritร il Dio che parla sta facendo parlare la Scrittura con una combinazione di quattro testi scritturistici: Sal 2,7; Is 42,1; Gen 22,2; Dt 18,15. Gesรน potrร scendere dal monte e proseguire il suo cammino verso Gerusalemme grazie alla forza che gli viene dalla relazione che egli vive con il Padre e alla speranza e consolazione che gli vengono dalle Scritture (Rm 15,4). Ma attingere nella parola di Dio contenuta nella Scrittura la forza e la luce per il proprio cammino รจ ciรฒ che viene chiesto anche ai discepoli: โAscoltateloโ.
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La reazione dei discepoli alle parole celesti lega ascolto e timore: โascoltando ciรฒ, โฆ i discepoli temettero grandementeโ (Mt 17,6). Vi รจ qui lโeco del passo di Dt 4,32-33: โDal giorno in cui Dio creรฒ lโuomo sulla terra vi fu mai cosa grande come questa, che cioรจ un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco e sia rimasto vivo?โ. Oggi, lโespressione โascolto della Parola di Dioโ รจ in bocca a tutti e rischia la banalizzazione: dovremmo ricordare che ascoltare la Parola di Dio รจ esperienza temibile che non si esaurisce nella lettura di pagine bibliche pur avendo bisogno delle pagine bibliche. Ascoltare la Parola di Dio significa scoprire la presenza di Dio e accoglierla in noi, ma si tratta di una presenza irriducibile allโordine della rappresentazione, della percezione e della conoscenza. ร una presenza altra, รจ luce. ร la presenza luminosa che abita Gesรน e raggiunge i discepoli grazie alla voce di Dio che, attraverso le Scritture, proclama lโidentitร messianica di Gesรน (โQuesti รจ il mio Figlioโ: Sal 2,7), il suo essere servo (โIn lui mi sono compiaciutoโ: Is 42,1), lโamato, il figlio unico, come Isacco (โil dilettoโ: Gen 22,2) e il profeta (โAscoltatelo!โ: Dt 18,15). Lโascolto della Parola di Dio รจ temibile perchรฉ conduce al cambiamento, a mutare vita facendo della Parola ascoltata il centro rinnovato e innovatore della propria esistenza. Questo รจ il fine della salita dietro a Gesรน sul monte alto: imparare ad ascoltare la sua parola per conoscerlo, per abitare la sua parola e cosรฌ abitare in lui. Ma anche per imparare ad amare come lui ha amato e cosรฌ vivere la fraternitร , la comunione con i fratelli e le sorelle e dare senso al tempo della propria vita mettendo in pratica ciรฒ che ascoltiamo nel Vangelo: lโamore.
A cura di Luciano Manicardi – Fonte
Letture della Domenica
II DOMENICA DI QUARESIMA โ ANNO A
Colore liturgico: VIOLA
Prima Lettura
Vocazione di Abramo, padre del popolo di Dio.
Dal libro della Gรจnesi
Gen 12,1-4a
In quei giorni, il Signore disse ad Abram: ยซVร ttene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherรฒ. Farรฒ di te una grande nazione e ti benedirรฒ, renderรฒ grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirรฒ coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirรฒ, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terraยป. Allora Abram partรฌ, come gli aveva ordinato il Signore.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 32 (33)
R. Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.
Retta รจ la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore รจ piena la terra. R.
Ecco, l’occhio del Signore รจ su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R.
L’anima nostra attende il Signore:
egli รจ nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R.
Seconda Lettura
Dio ci chiama e ci illumina.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
2 Tm 1,8b-10
Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non giร in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci รจ stata data in Cristo Gesรน fin dall’eternitร , ma รจ stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesรน. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilitร per mezzo del Vangelo.
Parola di Dio
Vangelo
Il suo volto brillรฒ come il sole
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 17, 1-9
In quel tempo, Gesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillรฒ come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosรจ ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesรน: ยซSignore, รจ bello per noi essere qui! Se vuoi, farรฒ qui tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Eliaยป. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprรฌ con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: ยซQuesti รจ il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltateloยป. All’udire ciรฒ, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesรน si avvicinรฒ, li toccรฒ e disse: ยซAlzatevi e non temeteยป. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesรน solo. Mentre scendevano dal monte, Gesรน ordinรฒ loro: ยซNon parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai mortiยป.
Parola del Signore
