Gesรน ha chiamato dei bravi pescatori e questo รจ bene, secondo il nostro termine di giudizio. Ma Gesรน oggi chiama Levi, un peccatore. Sรฌ รจ vero, ci diciamo noi, ma in fondo era un bravโuomo, unโeccezione su mille. Ma Gesรน รจ a tavola con pubblicani e peccatori: qui la cosa si fa piรน seria, non abbiamo piรน scappatoie. Non possiamo che rassegnarci a fare risuonare in noi il fatto che: โnon sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io (Gesรน) non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatoriโ.
Ti sono perdonati i tuoi peccati, dice Gesรน al paralitico, cosa che lo rimette in piedi. Il perdono fa โrisorgereโ il peccatore, cioรจ io. Per questo ogni uomo puรฒ seguire Gesรน e mangiare con Lui.
Beato lโuomo che retto procede, dice il salmo 1. Beato lโuomo a cui รจ rimessa la colpa e perdonato il peccato. Beato lโuomo a cui Dio non imputa alcun male e nel cui spirito non รจ inganno, ci dice il salmo 32 facendoci fare un balzo in avanti nella presa di coscienza di ciรฒ a cui Dio sta a cuore.
La beatitudine del giusto non รจ di chi non ha sbagliato: questo รจ un abbaglio che offusca la vista, la mente e il cuore di ogni uomo. La beatitudine del giusto consiste nello sperimentare il perdono. Quante storie dobbiamo raccontarci per coprire le nostre ingiustizie, i nostri errori. Se ci rendessimo capaci di poterci raccontare in veritร , potendoci mettere nelle mani gli uni degli altri, forse qualche cosa del cristianesimo potremmo ritornare a capire.
Lโuomo non ha natura, non รจ ciรฒ che รจ. Una pianta รจ ciรฒ che รจ; un animale รจ ciรฒ che รจ; lโuomo รจ ciรฒ che diventa. Ciรฒ che diventa dipende dalla nostra libertร che ci distingue dallโanimale. Qualcuno preferisce gli animali perchรฉ creano meno problemi, cosa che in molti casi รจ vera, ma non รจ cosa umana. Nella libertร dellโuomo nascono i guai perchรฉ noi sperimentiamo in noi stessi la durezza della pietra, lโimmobilitร della pianta, il guizzo del serpente, il volo dellโuccello, la tenerezza del mammifero, la sua aggressivitร . Noi abbiamo dentro tutto, quel tutto che rischia continuamente di governare lโuomo. Uomo che diventa ciรฒ di cui รจ governato e ciรฒ da cui siamo governati ci rende simile a lui. Se siamo governati da animali diveniamo animali; se siamo governati dalle macchine diventiamo macchine.
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Se noi cominciamo ad ascoltare la voce di Dio in noi, sรฌ perchรฉ cโรจ anche quella, noi diventiamo Dio. Lโuomo, detto in altre parole, diventa la voce che ascolta. Fino a che Levi ascolta il tintinnio dei soldi, diventa soldo; quando ascolta la voce di Gesรน che passa, diventa Gesรน. In noi ci sono miriadi di voci, direi che ci sono tutte le voci. Possiamo chiederci quale รจ la voce che ci fa ritornare alla nostra casa? Quella casa che รจ la casa dellโamore verso cui il paralitico รจ chiamato a camminare e che รจ Dio, lโInfinito a cui Levi รจ chiamato dalla voce di Gesรน. Si alza e lo segue, da buon paralitico perdonato.
Il centro della nostra esperienza cristiana, cosa che noi continuamente rischiamo di rifiutare, รจ riconoscerci peccatori e accogliere il dono del perdono.
Non ci interessano i santi: ci sono ma lasciamoli lร , cโentrano bene poco con la nostra vita anche quando li riteniamo capitalisti della grazia a cui chiedere grazie e aiuti. Smettiamola di interessarci dei risultati. ร tempo che ascoltiamo i nostri movimenti interni e cominciamo a scegliere se continuare a seguire lโultimo impulso che ci viene oppure se cominciare a scegliere quello che fa bene a noi e al prossimo.
Il perdono ci libera dalla schiavitรน dei risultati, dalla comica dei meriti e ci porta in una dimensione di libertร profondamente umana e profondamente aperta alla libertร di scegliere. Fino a che la nostra identitร dipende dai nostri meriti, siamo dei poveri grami che debbono nascondere la propria povertร per mostrare una veritร che non cโรจ.
La chiamata di Levi ci dice che la chiamata รจ per tutti, perchรฉ Gesรน i peccatori รจ venuto a chiamare, non i cosiddetti giusti. I cosiddetti giusti sono in lista dโattesa, perchรฉ la salvezza รจ concessa a chi si riconosce come tutti gli altri peccatore e sperimenta il perdono. ร un dato di realismo immerso nel mare dellโamore misericordioso del Padre che, in quanto Madre, ci rigenera a vita nuova, ogni giorno!
Lโesperienza cristiana, in altre parole, non รจ cosa per uomini eccelsi, non รจ roba per santi, non รจ cosa per i giusti, per persone particolarmente brave. Lโesperienza cristiana รจ fatta per lโuomo cosรฌ come รจ fatto, nella sua veritร , coi suoi limiti e i suoi difetti, coi suoi fallimenti e i suoi peccati.
In altre parole Gesรน che chiama Levi e si siede a tavola con pubblicani e peccatori ci dice che: lโuomo vero, quello reale, รจ chiamato a seguire il cammino della vita e non รจ un uomo particolarmente bravo o ideale.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
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Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.
