Giovanni: la coerenza del testimone
Nel quarto vangelo, come conferma lโodierna pagina evangelica, Giovanni Battista รจ presentato come testimone dellโAgnello, colui che riconosce Gesรน quale inviato dal Padre e su cui riposa lo Spirito santo.
Chi รจ il testimone? Il testimone รจ la persona mutata da ciรฒ che ha visto, dallโincontro che ha fatto. Lontano da ogni esibizionismo o protagonismo o esibizione di sรฉ, il testimone testimonia di un altro, non di sรฉ, e conduce chi lo vede e ascolta non a sรฉ, ma a dare lโadesione a Colui a cui egli rende testimonianza, come apparirร nel prosieguo del nostro testo, in cui la confessione nuovamente ripetuta da Giovanni โ โEcco lโAgnello di Dioโ (1,36) โ condurrร due suoi discepoli a seguire Gesรน lasciando il loro maestro. Dove appare che la testimonianza รจ essenziale anche alla trasmissione della fede. Il testimone che รจ Giovanni traghetta i suoi discepoli da lui a Gesรน, facendosi tramite dellโincontro con Gesรน di quanti lo ascoltano.
La vera testimonianza si accompagna a una giusta, realistica e umile conoscenza di sรฉ. Giovanni, che ha saputo confessare realisticamente la propria identitร , rifiutando le identificazioni con il Messia, con Elia, con il profeta escatologico (1,19-21), ora puรฒ testimoniare in modo autentico Gesรน quale Messia. โNon io, ma Luiโ: questo dice Giovanni, il testimone. Totalmente decentrato da sรฉ, Giovanni scompare dietro Colui che lโha inviato (1,33) e davanti a Colui che egli introduce sulla scena e presenta a Israele (1,30-31). La sua parola รจ tutta annuncio di Colui che viene: nessun auto-centramento, nessun โioโ debordante e invadente che opacizza Colui che lโha inviato e Colui a cui egli apre la strada, e solo cosรฌ egli non opacizza il messaggio per i suoi destinatari, cioรจ Israele. Il testimone รจ anche il vero annunciatore, il vero evangelizzatore.
Testimoniare รจ lโarte di dire la veritร su di sรฉ, sugli altri e sulla realtร . La testimonianza evangelica non richiede di fare molte cose, ma di decidere se stessi davanti a Cristo, in relazione con lui, di rispondere alla domanda: โTu chi sei?โ (1,19), leggendo e conoscendo se stessi in relazione a Gesรน, alla sua luce. Il testimone รจ pertanto colui che suscita il senso di una presenza altra, la presenza di colui del quale egli testimonia. Nel nostro testo Gesรน non compare se non nello sguardo di Giovanni (โVedendo Gesรน venire verso di luiโ, 1,29), nelle parole di Giovanni (โEgli รจ colui del quale ho dettoโฆโ, 1,30), nella testimonianza di Giovanni (โGiovanni testimonia dicendoโฆโ, 1,32). Giovanni, come testimone, sveglia alla coscienza di Qualcuno non ancora conosciuto, ma che cโรจ, รจ presente (1,26). Il testimone, dunque, non รจ tanto qualcuno che prende lโiniziativa di rivolgere una parola agli altri, ma รจ piuttosto una persona la cui vita รจ tale โ ed รจ tale il modo in cui guarda il mondo e gli esseri โ che agli altri accade di interrogare se stessi e di porsi la domanda sullโorigine della sua singolaritร . In tal modo il testimone appare come una persona capace di suscitare domande e di indicare una via da seguire. Giovanni, come spesso compare nelle rappresentazioni iconografiche, รจ un indice puntato che indica Cristo. Egli non รจ solo uno che fa segno, ma รจ lui stesso segno, con la sua stessa persona e presenza, e cosรฌ devโessere ogni testimone.
E la testimonianza contempla la virtรน della coerenza. Virtรน rara, la coerenza non ha nulla a che vedere con un rigido attaccamento a idee decise una volta per tutte e con lโindisponibilitร al cambiamento, ma รจ inerente, appunto, alla testimonianza, alla martyrรญa. Lโuomo coerente rifugge la divisione e lโipocrisia e tenta di dare prosecuzione pratica alle sue parole, ai valori che professa, alla fede che lo ispira. I grandi valori (onestร , giustizia, libertร , fedeltร ) non esistono scissi da uomini e donne che li incarnano nella loro esistenza e accettano di servirli fino a pagarne le conseguenze estreme. Lโincoerenza invece รจ la prima contro-testimonianza portata ai valori che uno proclama o professa e che poi disattende nella prassi quotidiana. Giovanni รจ un testimone autentico anche perchรฉ paga con la vita la coerenza che lo porta a dire la veritร anche di fronte a chi รจ talmente potente che puรฒ mandarlo a morte (cf. Mc 6,17-29).
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Il ministero di Giovanni รจ dunque sempre essenziale per la chiesa, per gli annunciatori del vangelo, per i testimoni di Cristo, per chi รจ impegnato nella trasmissione della fede, per chiunque accede alla fede e si accinge alla sequela di Cristo. Paradossale testimone che precede Cristo, Giovanni svolge un ministero essenziale anche per i testimoni che seguiranno Cristo, che verranno dopo. Scrive Origene: โIl mistero di Giovanni si compie nel mondo fino a oggi. In chiunque sta per accedere alla fede in Gesรน Cristo, รจ necessario che prima vengano nel suo cuore lo spirito e la forza di Giovanni per preparare al Signore un uomo ben disposto e per appianare i cammini e raddrizzare le asperitร del suo cuoreโ.
Il testo evangelico presenta discretamente uno squarcio sullโesperienza spirituale di Giovanni Battista in ordine alla conoscenza dellโidentitร profonda di Gesรน. Giovanni โnon conoscevaโ Gesรน nella sua identitร messianica e di rivelatore del Padre (cf. Gv 1,31.33): ma lโascolto della Parola di Dio (cf. 1,33) ha reso vigile il suo sguardo che ha saputo vedere lo Spirito posarsi su Gesรน (cf. 1,32.34). Lโascolto della Parola rende possibile la visione, ovvero lโesperienza dello Spirito. La conoscenza che ne scaturisce non รจ affatto disincarnata o intellettuale, ma partecipe e coinvolta: รจ testimonianza (cf. 1,34). Lโitinerario spirituale della conoscenza del Dio che si fa presente nella storia in Gesรน si puรฒ cosรฌ delineare: ascolto โ discernimento โ testimonianza. Ora, anche il cristiano รจ chiamato al compito di vedere lo Spirito, cioรจ di discernere la sua presenza attiva nella storia e nelle vite degli uomini. Ma come รจ possibile ciรฒ? Lo Spirito viene reso visibile dai suoi doni (cf. Is 11,2), dai suoi frutti (cf. Gal 5,22), dalle sue manifestazioni e operazioni (cf. 1Cor 12,4-11) negli uomini e nelle loro relazioni. E โil frutto dello Spirito รจ amore, gioia, pace, magnanimitร , benevolenza, bontร , fedeltร , mitezza, dominio di sรฉโ (Gal 5,22).
Il passaggio vissuto da Giovanni dalla non-conoscenza del Messia alla sua conoscenza fino a manifestarlo a Israele รจ importante e ricco di indicazioni spirituali anche per il cristiano. Noi non possiamo dire di conoscere Gesรน una volta per tutte. Cโรจ una non-conoscenza del Signore che รจ vitale per la sua retta conoscenza. Una conoscenza troppo certa del Signore rischia di falsarne i tratti rivelati dal vangelo e di finire in un dogmatismo che non porta vita, ma morte. Il Gesรน che Giovanni presenta รจ il Gesรน rivelato dallo Spirito di Dio, non la proiezione dei miraggi dellโuomo; รจ il Servo obbediente, non un dominatore tirannico; รจ lโAgnello inerme e innocente, non un Moloch distruttivo o una potenza che crea sofferenza; รจ il Figlio di Dio, non un idolo partorito dalla mente umana o fabbricato da mani dโuomo. La conoscenza del Signore va sempre rinnovata ed รจ solo per grazia, nella fede, che viene rinnovata. Essa abbisogna di essere sempre purificata e sottratta al rischio di divenire una stanca abitudine. Noi siamo tentati di rendere vecchia, stantia, ingessata, atrofizzata la nostra conoscenza del Signore e possiamo ritrovarci ad adorare un idolo invece che il Signore vivente. Sicchรฉ vale sempre, anche per noi credenti, lโumile riconoscimento che, pur confessandolo e conoscendolo, in veritร anche noi non conosciamo il Signore. Solo questa non-conoscenza libera la conoscenza del mistero del Signore dalla pretesa di essere esaustiva. Agostino ci avverte: Si comprehendis, non est Deus, cioรจ: โSe lo comprendi, se pensi di conoscerlo pienamente, non รจ Dioโ, ma un idolo, una realtร di cui tu ti puoi impadronire. Non รจ piรน il Signore di cui tu ti fai servo, ma un servo, uno strumento, di cui tu ti fai padrone e signore.
Lโimmagine dellโAgnello riferita a Gesรน รจ un riferimento al Servo di cui ha parlato Isaia (Is 53,7) e a cui Giovanni farร ancora riferimento (Gv 12,38). E come lโinizio del vangelo presenta Gesรน quale Agnello, cosรฌ la fine del vangelo presenta ancora Gesรน, ormai al termine non solo del suo ministero ma della sua vita terrena, come Agnello a cui โnon sarร spezzato alcun ossoโ (19,36). Ora, il servo, biblicamente, รจ lโobbediente. Ma Gesรน รจ anche Colui su cui lo Spirito trova riposo, รจ Colui che diviene dimora stabile dello Spirito. Cosรฌ, la sua obbedienza di inviato, di Servo, di Agnello, รจ arricchita e completata dalla creativitร dello Spirito e dai suoi multiformi doni. Obbedienza e creativitร sono elementi inscindibili della missione di Gesรน ma anche della vita cristiana. E obbedienza e creativitร stanno inseparabilmente alla radice del compito del Messia Gesรน di togliere e portare il peccato del mondo. Obbedienza al Dio che vuole la vita e la vita piena degli uomini, ma anche obbedienza agli uomini, ovvero accoglienza delle situazioni particolari in cui ciascuno si fa schiavo del peccato, e creativitร nel raggiungere tutti, trasmettendo a ciascuno la parola, il gesto, la testimonianza che, toccandolo personalmente, gli proclama efficacemente il perdono.
A cura di Luciano Manicardi – Fonte
Letture della Domenica
II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO A
Colore liturgico: VERDE
Prima Lettura
Ti renderรฒ luce delle nazioni, perchรฉ porti la mia salvezza.
Dal libro del profeta Isaรฌa
Is 49,3.5-6
Il Signore mi ha detto: ยซMio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterรฒ la mia gloriaยป. Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poichรฉ ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: ยซร troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribรน di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderรฒ luce delle nazioni, perchรฉ porti la mia salvezza fino all’estremitร della terraยป.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 39 (40)
R. Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontร .
Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si รจ chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio. R.
Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto nรฉ sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: ยซEcco, io vengoยป. R.
ยซNel rotolo del libro su di me รจ scritto
di fare la tua volontร :
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge รจ nel mio intimoยป. R.
Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai. R.
Seconda Lettura
Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesรน Cristo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corรฌnzi
1 Cor 1,1-3
Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesรน per volontร di Dio, e il fratello Sรฒstene, alla Chiesa di Dio che รจ a Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesรน, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesรน Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesรน Cristo!
Parola di Dio
Vangelo
Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1, 29-34
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesรน venire verso di lui, disse: ยซEcco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli รจ colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che รจ avanti a me, perchรฉ era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perchรฉ egli fosse manifestato a Israeleยป. Giovanni testimoniรฒ dicendo: ยซHo contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, รจ lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi รจ il Figlio di Dioยป.
Parola del Signore
