La II domenica dopo Natale, inserita nel mosaico delle celebrazioni del ciclo natalizio, assume un tono fortemente contemplativo del mistero del Figlio di Dio fatto uomo. La liturgia della Parola ci aiuta ad entrare in una dimensione spirituale e teologica, grazie al testo cristallino del Prologo del Vangelo di San Giovanni. Lโautore del IV Vangelo, quello che nella tradizione della Chiesa viene descritto con il simbolo dellโaquila, unico animale โ secondo la Tradizione โ capace di contemplare il sole senza bruciarsi gli occhi, per redigere il testo poetico del capitolo I ha probabilmente ripreso un testo noto alla Chiesa primitiva, offrendoci una meditazione profonda sulla persona di Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo.
Se la Scrittura, nel libro della Genesi, si apre con la celebre espressione โin principio Dio creรฒ il cielo e la terraโ (Gen 1,1), Giovanni scende piรน in profonditร , entra nel cuore stesso di Dio-Trinitร : โin principio cโera il Verboโ (Gv 1,1), il Lรฒgos divino, la Parola, la ragione di tutte le cose, il Fondamento. Il principio, lโarchรจ, di cui ci parla Genesi, come momento iniziale della storia, punto 0ย in cui Dio per amore decide di creare dal nulla, rappresentava fino al compimento della Rivelazione in Cristo, come le colonne dโErcole della storia della salvezza. Con la potenza della Pasqua, Giovanni puรฒ superare questo limite, entrando direttamente nel cuore della Trinitร , dove il Verbo era presso il Padre, totalmente rivolto a Lui, nellโeterno dialogo dellโAmore.
Il Concilio Vaticano II, parlando della piena rivelazione in Cristo, ci ricorda: โPerciรฒ Egli, vedendo il quale si vede anche il Padre (cfr. Gvย 14,9), col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione che fa di sรฉ con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la sua risurrezione di tra i morti, e infine con lโinvio dello Spirito di veritร , compie e completa la Rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioรจ Dio รจ con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e risuscitarci per la vita eterna. Lโeconomia cristiana dunque, in quanto รจ lโAlleanza nuova e definitiva, non passerร mai, e non รจ da aspettarsi alcunโaltra Rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesรน Cristo (cfr. 1ย Tmย 6,14 eย Tt 2,13)โ (Costituzione dogmatica Dei Verbum, 4).
Il Verbo Divino, dunque, la II Persona della Trinitร , per un atto incommensurabile di amore gratuito, รจ venuto in mezzo a noi: โe il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noiโ (Gv 1,14). ร questo il primo grande dono della salvezza: la sua presenza nella storia, il suo venire e rimanere in mezzo a noi. Con la sua venuta, la storia non puรฒ piรน scorrere allo stesso modo: Dio ha deciso di coinvolgersi pienamente nella sorti dellโumanitร , senza riserve. Questo non รจ vero solo per una astratta visione teologica della storia generale, ma lo รจ anche in quella di ciascuno di noi, come singoli. Siamo destinatari delle attenzioni di Dio! โDalla sua pienezza, noi tutti abbiamo ricevuto grazia su graziaโ (Gv 1,16). Cosa poteva darci Dio, in Cristo, piรน di questo?
Ci ha donato Sรฉ stesso, la sua vita divina, quella che โ se lo vogliamo โ puรฒ renderci santi, ossia partecipi della sua stessa natura. Nel battesimo noi siamo stati radicati in questa grazia e in questa luce, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo, pensando di vivere un cristianesimo solo di imitazione, basato sul nostro savoir faire, senza confidare nella forza della Grazia. Tutto questo, perรฒ, non รจ sufficiente, o quanto meno รจ altamente riduttivo. Molto spesso si sente ripetere: โA Natale siamo tutti piรน buoniโฆโ. Dovremmo dire, invece, โA Natale, Dio stesso ci dona tutta la sua bontร โ. Non si tratta, dunque, di affidarsi alla propria bravura, alle proprie capacitร umane o a ad uno slancio moralistico: il Natale รจ un incontro, un evento di grazia! Dio ci ama cosรฌ tanto da farsi nostro compagno di viaggio, nostra Luce e nostro Cibo, nella Parola e nellโEucaristia.
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Quanto piรน gli lasciamo manovra di azione nella nostra vita, tanto piรน questa luce si trasformerร in testimonianza anche per i nostri fratelli. Soltanto se ci poniamo in questa ottica, allora, possiamo divenire strumenti di salvezza per il mondo. Scrive SantโAmbrogio: โogni anima che crede, concepisce e genera il Verbo di Dioโ (Commento a Luca, 2,26). Se realizzassimo davvero questo in noi, il mondo sarebbe piรน bello e luminoso.
Letture della
II Domenica dopo Natale โ ANNO A
Colore liturgico: BIANCO
Prima Lettura
La sapienza dio Dio รจ venuta ad abitare nel popolo eletto.
Dal libro del Sirร cide
Sir 24,1-4.12-16, NV 24,1-4.12-16
La sapienza fa il proprio elogio,
in Dio trova il proprio vanto,
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca,
dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria,
in mezzo al suo popolo viene esaltata,
nella santa assemblea viene ammirata,
nella moltitudine degli eletti trova la sua lode
e tra i benedetti รจ benedetta, mentre dice:
ยซAllora il creatore dell’universo mi diede un ordine,
colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse:
“Fissa la tenda in Giacobbe e prendi ereditร in Israele,
affonda le tue radici tra i miei eletti” .
Prima dei secoli, fin dal principio,
egli mi ha creato, per tutta l’eternitร non verrรฒ meno.
Nella tenda santa davanti a lui ho officiato
e cosรฌ mi sono stabilita in Sion.
Nella cittร che egli ama mi ha fatto abitare
e in Gerusalemme รจ il mio potere.
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore รจ la mia ereditร ,
nell’assemblea dei santi ho preso dimoraยป.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Sal 147
Il Verbo si รจ fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.
Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perchรฉ ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. R.
Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce. R.
Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Cosรฌ non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. R.
Seconda Lettura
Mediante Gesรน, Dio ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Ef 1,3-6.15-18
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesรน Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella caritร ,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesรน Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontร , a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
Perciรฒ anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesรน e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinchรฉ il Dio del Signore nostro Gesรน Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua ereditร fra i santi.
Parola di Dio
Vangelo
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
Dal vangelo secondo Giovanni
Gv 1,1-18
[In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto รจ stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente รจ stato fatto di tutto ciรฒ che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta.]
Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perchรฉ tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
[Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto.
A quanti perรฒ l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, nรฉ da volere di carne, nรฉ da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di veritร .]
Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l’uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi รจ passato avanti, perchรฉ era prima di me”.
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
Perchรฉ la legge fu data per mezzo di Mosรจ, la grazia e la veritร vennero per mezzo di Gesรน Cristo.
Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito,
che รจ nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.
Parola del Signore
