Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2019

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Accogliamo Dio nella nostra vita

ยซCosรฌ fu generato Gesรน Cristoยป (Mt 1,18), esordisce il vangelo di questa domenica, annunciando il paradigma attraverso il quale Gesรน si incarna, il modo in cui Egli nasce nella vita di ognuno di noi. รˆ interessante approfondire la dinamica con cui la vita di Dio si incarna nel mondo, nelle nostre vite.

Giuseppe si trova di fronte a un grave discernimento: seguire la legge, dunque far giustiziare Maria, oppure ripudiarla in segreto. Non ci sono dubbi sul fatto che lui non sia il padre del bimbo, quindi la veritร  รจ palese. Giuseppe รจ un uomo che deve prendere una decisione, atto propriamente umano: optare รจ vivere e si vive scegliendo, perchรฉ qualunque cosa facciamo ogni giorno prende il posto di qualcosโ€™altro o di molte altre cose. Vivere รจ un atto di costante elezione di qualcosa a scapito di qualcosโ€™altro.

Giuseppe, perรฒ, ha un dubbio, suscitatogli dal contatto con la realtร : la conoscenza di quella quindicenne dal volto limpido, pulito, dagli occhi luminosi, che non รจ possibile ritenere una mentitrice. Un problema รจ comune a tutti noi: molte volte, nella vita, la scelta non รจ fra un bene evidente e un male evidente, ma fra due alternative che sembrano entrambe un bene o entrambe un male; come nel caso di Maria, in cui emergono il male di una gravidanza irregolare e il male del rischio di lapidazione, se si seguisse la legge. Non esiste via dโ€™uscita. Quando mancano i parametri ci si blocca, si inchioda e non si sa piรน proseguire; รจ il rischio di questa generazione timorosa di fare scelte, soprattutto se richiedono il โ€œper sempreโ€, come il matrimonio o una consacrazione.

Non avendo via dโ€™uscita Giuseppe cerca di mediare: ripudiarla โ€œmaโ€ in segreto: lโ€™atteggiamento tipico dellโ€™uomo di voler salvare capra e cavoli, di tenere un piede in due scarpe. Il maschio di oggi si trova ad avere questa indecisione sulla feconditร , sulla sponsalitร , perchรฉ si trova a dover soddisfare troppe istanze, spesso in contrapposizione tra loro.

La soluzione giusta viene indicata a Giuseppe da un angelo del Signore, che gli appare in sogno: questo รจ il livello profondo dellโ€™essere, in cui bisogna entrare in una situazione di impotenza. Non dimentichiamo che nel sonno Adamo riceve Eva. Il sogno rappresenta il mondo delle potenzialitร  fantastiche, della bellezza. Non รจ facile credere ai sogni, ma Giuseppe lo fa: crede alla cosa piรน bella, alta e nobile, la piรน soprannaturale che ci possa essere, ossia che quel bimbo viene da Dio. Lโ€™esortazione dellโ€™angelo a Giuseppe ยซnon temereยป fa da specchio allo stesso incoraggiamento a Maria da parte dellโ€™arcangelo Gabriele. Non dobbiamo aver paura della grandezza che Dio vuole compiere nelle nostre vite. รˆ il concepire la sua opera piรน grande di ciรฒ che noi pensiamo, รจ lโ€™accettare che Egli possa operare attraverso lo Spirito Santo. Allora Giuseppe dovrร  dare il nome a Gesรน, e lo stesso dovremo fare noi.
Giuseppe ha il coraggio di aprirsi allo straordinario.

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Siamo alle porte del Natale, dello straordinario che verrร  da noi e agirร  una volta accolto. Gesรน Cristo viene sempre cosรฌ, rompendo gli schemi, ingravidando la storia della sua opera, rendendola piena della sua salvezza. Quante volte siamo tentati di lasciare, di mollare, di non andare avanti, di lasciare la nostra missione, il matrimonio, la paternitร , le nostre relazioni.

Non bisogna obbedire alla paura, ma credere con tutto il cuore allโ€™opera di Dio nella nostra storia.

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