Su 18.000 sacerdoti preposti alla preghiera, quel giorno รจ toccato proprio a Zaccaria. Senza sapere a cosa sarebbe andato incontro lui prega. Il testo non dice che tipo di preghiera fa, รจ lโangelo che ci dice che, quasi senza saperlo, Zaccaria sperava in un figlio. La tua preghiera, il tuo desiderio รจ stato esaudito. Non importa che tu dica nulla, caro Zaccaria, anzi รจ meglio che tu perda la parola. Se avessimo il coraggio di perdere la parola forse rimetteremmo in moto quellโascolto vitale che non sappiamo piรน vivere e che le macchine schiacciano sempre piรน con la loro invadenza senza pudore.
Zaccaria dunque rimane ammutolito, Zaccaria rimane senza parole. Noi che amiamo parlare di niente pur di dare aria alla nostra bocca, avremmo bisogno di questa grazia toccata a Zaccaria. Zaccaria รจ intimorito per quanto sta accadendo. ร un sacerdote semplice, quasi un don Abbondio, ma รจ uno che crede e che, da buon vecchio, si affida e si fida. Ma si turba ed รจ preso da timore di fronte a quella visione, a quella intuizione, a quella realtร che incarna una speranza oramai perduta: Elisabetta era sterile ed era vecchia, non poteva piรน avere figli.
Ma la fede รจ Dio che dona vita, non รจ roba nostra, nasce da lรฌ. Lโincredulitร รจ una sorditร a tutto un mondo che va oltre i nostri sensi ma che, allo stesso tempo, li stimola in modo diverso dal nostro solito. Se siamo sordi รจ bene che diventiamo muti, per riacquistare una finezza di udito perduto che รจ perรฒ essenziale alla umanizzazione di questo mondo, cioรจ di noi, disumanizzato, che ha perso il Padre.
Oggi la scena dellโannuncio avviene nel tempio, in Giudea, a Gerusalemme, nel Santuario, nel posto piรน sacro per Israele. Domani lโannunciazione si sposterร in Galilea, a Nazareth, in una casa dove una donna diventa il nuovo e vero Santuario dellโAltissimo che lรฌ va ad abitare e a farsi carne per noi. E Dio diventa lโEmmanuele. ร in quella nostra casa dove noi viviamo le nostre depressioni, dove noi diventiamo sempre piรน tristi, dove noi perdiamo ogni perchรฉ di vita, in quella casa centro della nostra esistenza, Lui si incarna. ย A noi s-centrati viene a donare un centro. A noi senza capo nรฉ coda, viene a donarsi come corpo. A noi annullati, appartenenti al nulla, dedicati al nulla, un Figlio a noi รจ dato. A noi devastati e devastanti ci viene data una Speranza: il Battista prima e il Cristo poi. Se avessimo ancora una carezza da dare alla vita e ai tanti bimbi che sono mancanti di questo, dando loro tempo e attenzione, il mondo, cioรจ noi, cambierebbe faccia. Lรฌ cโรจ la speranza che non mi piace chiamare futuro come si fa in troppi discorsi. La speranza รจ vita, chiamare la speranza futuro sa troppo di sfruttamento della vita e della piccolezza di un bimbo. Lรฌ, in quel tempio, lร in quella casa, noi possiamo ritrovare noi stessi, non temete!
Zaccaria non sceglie di andare al tempio quel giorno, gli capita: lโha decretato il computer dei sacerdoti del tempio. Ma sceglie liberamente di vivere quel servizio come dono e quel dono come servizio. Il suo cuore rinsecchito ritorna a battere, per questo, e ritorna a riaprirsi lโudito oramai invecchiato. Quellโudito che non fa piรน entrare neppure i rumori della strada, perchรฉ atrofizzato, riprende a funzionare e Zaccaria rimane a bocca aperta: la preghiera diventa cosa del cuore e il silenzio con la gente nel tempio una grazia di vita. Lui, nel suo silenzio, finalmente benedice e loda. Benedire e lodare รจ preghiera sublime che ci cambia la vita e ci incammina sulla strada non della lamentela dellโaltro ma della lode dellโaltro, dellโaccoglienza di lui e di lei, del fare gioco di squadra. Non รจ cosa falsa e tendenziosa, non รจ strumento di compiacenza: se vissuta in veritร รจ una grande opportunitร di vita, di preghiera e di riempimento di Spirito delle nostre giornate. Lodare รจ alimentare un cuore contento per quello che sono e per quello che lโaltro รจ, Dio compreso. La lode รจ gioia di Dio incarnata in noi, รจ un Figlio a noi dato.
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Lodare col cuore piรน che con la bocca, รจ grande energia vitale che dona vita e ci rende vivi. La lode del cuore ci mette in comunione con la vita tanto che Elisabetta, donna vecchia e sterile, concepisce e partorisce nientemeno che il Battista, il Precursore, il piรน grande dei profeti. Cosรฌ, al di lร delle nostre analisi troppo spesso sterili e fine a se stesse, diveniamo fautori di comunione col Padre e coi fratelli, celebriamo la messa nelle nostre case grazie a quella Madre che ci accompagna e ci dona un figlio nato dalla lode e cresciuto nella benedizione.
Senza lode, senza benedizione, noi diventiamo maledizione e creiamo maledizione e generiamo maledizione e vendiamo maledizione in ogni dove. La solitudine e la morte sono la naturale conseguenza di questo modo di non vivere. La forza del creato viene castrata e insterilita. Non temere Zaccaria, Elisabetta concepirร e partorirร Giovanni. La tua preghiera, preghiera della quale manco te ne sei reso conto perchรฉ non ci credevi piรน neppure tu, ma che ha continuato a vivere in te, รจ divenuta benedizione e la benedizione, caro Zaccaria, รจ fonte di vita, รจ generativa sempre e comunque.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
La nascita di Giovanni Battista รจ annunciata dall’angelo.
