Gesรน ha portato i discepoli sul monte dove si รจ trasfigurato davanti a loro. Hanno visto ma non hanno capito nulla. Mentre vedevano il Padre รจ intervenuto dicendo: questi รจ mio Figlio ascoltatelo, indicando Gesรน. Scendendo dal monte Gesรน dice ai discepoli di non dire nulla di quanto hanno visto e parla della risurrezione: peggio che andar di notte, i discepoli non comprendono nulla.
Dei discorsi di Gesรน i discepoli non capiscono molto e quando uno non capisce diventa intellettuale, teologo. Sono un pescatore di mestiere, ci tengo al mio Signore, non ci capisco nulla e allora avvio una discussione che mi aiuti a sviare la mia non comprensione delle cose alzando un poโ il livello del mio sapere, almeno in apparenza. La discussione verte sul profeta Elia che i maestri dicevano sarebbe dovuto tornare. Doveva venire Elia, per ristabilire ogni cosa, e poi il Messia. Questo per parlare delle tappe della storia, della salvezza, del come andrร a finire la storia. Un parlare per dare aria alla bocca. Sembra il nostro mondo di regali che non comprende il mistero del Natale e allora si rifugia nelle canzoni natalizie, nei regali, nelle luci, nel presepio e chi piรน ne ha piรน ne metta. Meglio stare sulle generali per potere vendere un poโ di fumo anche senza arrosto.
Gesรน fa passare il discorso da teorico e fumoso al concreto, allโoggi. Elia รจ giร venuto ma non lโabbiamo riconosciuto. Anzi quellโElia venuto noi lo trattiamo sempre a pesci in faccia, lo trattiamo come ci gira, pur di non dovere ascoltare la Voce che dice la Parola. Il passaggio a Gesรน che deve soffrire รจ il passaggio allโIncarnazione prima e alla morte e risurrezione poi. Capiscono che Gesรน parla di Giovanni Battista del quale ne hanno fatto ciรฒ che hanno voluto chiudendo la bocca perchรฉ la Voce non potesse pronunciare parole vere.
La concretezza con cui Gesรน tratta la questione porta la questione da un futuro fumoso ed evanescente allโoggi.
Intuiamo che il profeta Elia di oggi, cioรจ il Battista, cioรจ Gesรน, cioรจ chiunque si spende per il bene, รจ andato a finire male. Leggendo questo oggi di Dio possiamo comprendere che non possiamo essere schiavi di risultati che non contano e che non sono assicurati, che possono diventare degli idoli.
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Nascita, morte e risurrezione sono facce della stessa medaglia, sono aspetti dellโunica vita nostra. Non possiamo passare la vita a scandalizzarci di questo dato di fatto che รจ la nostra vita: ci obblighiamo a non vivere. Non possiamo neppure stare ad attendere qualcuno che metta a posto tutto, qualche profeta ruffiano che ci prometta lโimpromettibile pur di averci dalla sua parte.
Il problema, in realtร , รจ un altro: รจ capire giร da ora che come di Elia, come del Battista, come di Gesรน hanno fatto quello che volevano, cosรฌ sarร di ogni realtร buona e di ogni profeta fedele.
La negativitร del mondo, che รจ dentro ognuno di noi, non รจ allontanata da Dio, non รจ condannata dal suo amore, รจ invece abitata dalla sua vita. Il Padre, nel Figlio, si incarna e si sporca le mani vivendo la pazienza di speranza nella nostra realtร , con noi.
Questo altro non รจ che la passione di Dio per lโuomo. Questo รจ il vero punto che fa la differenza fra le fantasie di falsi profeti e ciรฒ che Lui in noi chiede di incarnare e chiede di vivere. Il mondo diverso non รจ fuori da questo mondo; il mondo migliore non รจ lontano dalla nostra vita. LโIncarnato si impasta le mani nella nostra storia che il piรน delle volte non รจ proprio bella. Solo cosรฌ si invera lโamore del Padre per i figli grazie al Fratello.
Accogliamo la luce che ci raggiunge oggi in questo avvento che ci fa camminare verso il Natale. Abbiamo tutti sperimentato una gioia che ci prende tutti e ci fa vivere momenti belli. Abbiamo tutti una bellezza interiore che parla di vita e ci spinge alla vita.
Questo desiderio siamo chiamati a coltivare se vogliamo riconoscere il Battista che รจ Voce della Parola oggi. Cosรฌ diverremo capaci di ascolto che non รจ andare alla ricerca di qualcosa che possa darmi ragione di quello che penso e credo. In questo vivremo le sofferenze come parte della vita e dellโamore e non come castigo o come fatica inutile, da evitarsi e da cercare di tenere lontane.
Le mani della Madre nostra non disdegnano di sporcarsi per rendere migliore la vita dei figli suoi. Figli che non possono negare la fatica e la durezza della vita per cose fatue come certi discorsi teologici su Elia che deve venire. Figli che riscoprono la bellezza dello sporcarsi le mani come dato di vita. Cosรฌ con le mani sporche di fango e di terra, possiamo ritrovare bellezza e gioia di vita.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Elรฌa รจ giร venuto, e non l’hanno riconosciuto.
