Commento al Vangelo di domenica 10 Novembre 2019 – Enzo Bianchi

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Un Dio dei viventi, non dei morti!

Enzo Bianchi

Giunti quasi al termine della lectio cursiva del vangelo secondo Luca prevista dallโ€™annata liturgica C, oggi ascoltiamo un brano evangelico che riguarda la morte, tema decisivo e inevitabile per tutti gli umani, quindi anche per i discepoli di Gesรน.

Gesรน รจ ormai entrato nella cittร  santa di Gerusalemme (cf. Lc 19,28-38) e nei suoi ultimi giorni durante la sua predicazione รจ interrogato da quelli che lo ascoltano. Nel nostro testo รจ il caso di alcuni appartenenti al movimento dei sadducei, una porzione del popolo di Israele essenzialmente clericale, legata al sacerdozio. Profondamente conservatori e tradizionalisti, essi praticavano una lettura fondamentalista delle Scritture sante, tra le quali privilegiavano la Torah (il Pentateuco), mentre non consideravano rivelativi i profeti e gli scritti sapienziali. E proprio perchรฉ nella Torah, mediante una sua interpretazione letterale, non si trova la resurrezione dei morti quale veritร  da credere, i sadducei la rigettavano, a differenza dei farisei e degli esseni, che invece la professavano come destino ultimo dei giusti.

Per mostrare lโ€™assurditร  di tale fede nella resurrezione del corpo dalla morte, questi sadducei pongono a Gesรน un esempio ridicolo e assurdo, che pare demolire la convinzione che anche Gesรน e i suoi discepoli condividevano con gli altri figli di Israele. Essi fanno ricorso alla legge del levirato, presente nella Torah (cf. Dt 25,5-10), che autorizzava un uomo a sposare la cognata rimasta vedova e senza figli. Lo scopo di questa normativa รจ evidente: ai figli che nasceranno sarร  imposto il nome della famiglia del padre, sicchรฉ la discendenza sarร  assicurata al fratello defunto. In base a tale legge โ€“ dicono i sadducei โ€“ una donna diventa moglie di sette fratelli, perchรฉ questi muoiono uno dopo lโ€™altro. โ€œDa ultimoโ€ โ€“ concludono โ€“ โ€œmorรฌ anche la donna. Alla resurrezione, dunque, di chi sarร  moglie? Poichรฉ tutti e sette lโ€™hanno avuta in moglieโ€.

รˆ buona cosa sapere che al tempo di Gesรน era dominante una concezione materiale del Regno messianico e delle realtร  a esso connesse, perciรฒ si credeva che la resurrezione avrebbe permesso ai morti del passato di prendere parte al Regno per essere giudicati e ritrovare nella beatitudine una feconditร  straordinaria. Affermava, per esempio, rabbi Gamaliele: โ€œVerrร  un tempo in cui la donna partorirร  ogni giorno una voltaโ€. La resurrezione era pensata come rianimazione del cadavere, ritorno alla vita corporea precedente: una concezione a dir poco enigmatica, che aprirebbe numerosi problemiโ€ฆ

Guardando a questo intervento dei sadducei, non possiamo non denunciare il cinismo di molti uomini religiosi anche nella chiesa di oggi: per loro non esiste innanzitutto la sofferenza umana ma piuttosto la lettura della realtร  attraverso una casistica teologica o moraleโ€ฆ Non sentono il peso spesso insopportabile del dolore umano, ma a loro interessa innanzitutto la โ€œdottrinaโ€, e di conseguenza misurano tutto con lโ€™appello alla legge. Ma chi non conosce la compassione puรฒ essere un buon teologo? Puรฒ essere uno che ha una parola per lโ€™umanitร  sofferente e peccatrice? No, รจ solo uno che parla di Dio per mestiere, senza la passione per chi fatica tanto a vivere!

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Gesรน invece risponde con autorevolezza, interpretando diversamente lโ€™idea della resurrezione: egli rivela che questo mondo passa e che la novitร  del regno dei cieli non conterrร  piรน la necessitร  inscritta nella vita biologica di uomini e donne. Per Gesรน, tra questo mondo e il mondo che viene cโ€™รจ un contrasto radicale, non perchรฉ questa terra e questo cielo debbano essere distrutti e tornare al nulla, ma nel senso che lโ€™assetto e la necessitas inscritti in essi non saranno piรน presenti. Il mondo che viene รจ una realtร  altra da quella che conosciamo: vi entreranno quanti, in base al giudizio universale da parte di Dio (cf. Mt 25,31-46), saranno ritenuti degni, i โ€œbenedetti dal Padreโ€ (Mt 25,34). Il giudizio provocherร  una crisi e una cernita: quelli che sulla terra hanno vissuto secondo la volontร  di Dio โ€“ la conoscessero o meno โ€“, prenderanno parte al Regno. Su quelli che invece hanno contraddetto questa volontร  che รจ lโ€™amore, nientโ€™altro che lโ€™amore verso gli altri, ovvero sui โ€œmaledettiโ€ (Mt 25,41), non cโ€™รจ alcuna parola nel vangelo secondo Luca: su di loro un silenzio totale, come se non fossero degni di essere rialzati dal nulla della morteโ€ฆ Ecco come Gesรน alza il velo sulla realtร  dellโ€™altro mondo, nella quale vi sarร  una ri-creazione inimmaginabile, una trasfigurazione radicale che possiamo solo intravedere pensando agli angeli, ai messaggeri di Dio, creature non mortali, non corruttibili. Gesรน aggiunge inoltre che nel Regno cesserร  ogni attivitร  di prosecuzione della specie, dunque ogni attivitร  sessuale, perchรฉ non si morirร  piรน.

Confessiamo onestamente che su questa realtร  che non conosciamo e che ci รจ annunciata in modo allusivo non sappiamo dire, non sappiamo immaginare. A noi dovrebbe bastare lโ€™essere convinti che la realtร  dopo la resurrezione della carne sarร  comunione con Dio e con tutti gli umani e che in questa comunione nulla andrร  perduto dellโ€™amore che abbiamo vissuto, amando e accettando di essere amati. Questo ci dovrebbe bastare: unโ€™eterna comunione dโ€™amore, una condizione in cui non ci saranno piรน il pianto, il lutto, la separazione, il dolore, la morte (cf. Is 25,16; Ap 7,17; 21,4), perchรฉ saremo โ€œfigli di Dioโ€.

Di fronte alla realtร  crudele della morte, lโ€™annuncio della resurrezione รจ il non evidente, il non credibile per eccellenza, ma proprio questo รจ il nucleo della fede cristiana: fede in primo luogo nella resurrezione di Gesรน Cristo, il Signore, e di tutti i credenti in lui. Come ha predicato lโ€™Apostolo Paolo, se Cristo non รจ risorto dai morti vana รจ la fede cristiana, e se non cโ€™รจ resurrezione dei morti neanche Cristo allora ha vinto la morte, neanche lui รจ vivente per sempre (cf. 1Cor 15,12-17).

Quanto alle parole di Gesรน: โ€œI figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito, ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono nรฉ moglie nรฉ maritoโ€, non possiamo dimenticare che per secoli sono state lette come un invito a vivere giร  qui il celibato per il Regno. Nรฉ dimentichiamo che, proprio a partire da questโ€™affermazione, i monaci hanno parlato del proprio stato come della โ€œvita angelicaโ€. Oggi invece leggiamo tali parole con unโ€™ermeneutica diversa, non ritenendole piรน un fondamento alla condizione del celibato per il Regno. Sappiamo infatti che Gesรน si serviva delle immagini della sua cultura, comprensibili al suo uditorio, per porre lโ€™accento sullโ€™annuncio della resurrezione della carne quale speranza per i suoi discepoli.

Ma a mio avviso il punto teologico e rivelativo culminante di questa discussione con i sadducei sta in unโ€™affermazione di Gesรน contenuta nel brano parallelo di Marco e di Matteo: โ€œVoi vi ingannate, perchรฉ non conoscete le Scritture nรฉ la potenza di Dioโ€ (Mc 12,24; Mt 22,29), quella dรฝnamis che puรฒ operare, creare e ri-creareโ€ฆ Accusa terribile, rivolta a quei sacerdoti ai quali competeva dare al popolo la conoscenza di Dio (cf. Os 4,6)! Ed ecco, nelle parole conclusive di Gesรน, la correzione di questa non-conoscenza: โ€œChe poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosรจ a proposito del roveto, quando dice: โ€˜Il Signore รจ il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbeโ€™ (Es 3,6). Dio non รจ dei morti, ma dei viventi; perchรฉ in lui tutti vivonoโ€. Secondo Gesรน la resurrezione รจ giร  testimoniata dalla Torah, anche se i sadducei non sanno discernerla allโ€™interno delle sante Scritture: i padri della nostra fede hanno vissuto per Dio, e la loro fede ha fatto sรฌ che siano viventi in Dio, oltre la morte. Perchรฉ lโ€™alleanza tra Dio e il suo popolo, tra Dio e gli umani tutti, รจ tale che nulla e nessuno potrร  romperla: non certo la morte, perchรฉ egli รจ fedele e nella morte si presenta a noi con le braccia aperte, in attesa di prenderci con sรฉ come figli e figlie amati per sempre.

Ecco lโ€™ignoranza dei sadducei, la loro incapacitร  di leggere le parole dette da Dio a Mosรจ, dunque la loro non fede nella potenza di Dio. I credenti invece sono convinti che, essendo in alleanza con Dio, quando muoiono vivono per Dio e in Dio, perchรฉ Dio รจ fedele e non viene mai meno alla sua promessa e alla sua alleanza. Siamo posti di fronte al grande mistero dellโ€™esodo pasquale: moriamo a questo mondo per essere rialzati mediante una trasfigurazione della nostra intera persona, spirito e corpo, alla vita in Cristo, nel Regno eterno dellโ€™amore.

Questa pagina evangelica non รจ solo testimonianza e confessione della resurrezione da parte di Gesรน, ma contiene domande per noi oggi. Quali sono le ragioni per cui ci diciamo cristiani e viviamo? Crediamo veramente che la morte non sia lโ€™ultima parola su ciascuno di noi e che le ragioni per cui viviamo fino a donare la vita sono ragioni di fede e di speranza nella resurrezione, la quale non sarร  prolungamento, continuitร  della nostra vita terrestre, ma continuitร  del nostro amore vissuto come uomini e donne dotati della grazia del Signore? Crediamo veramente che lโ€™amore di Dio per noi va oltre la morte? Crediamo concretamente che la morte รจ evento pasquale, evento che dobbiamo vivere e attraversare per amare fino allโ€™estremo (cf. Gv 13,1) e per credere in Dio radicalmente, totalmente, facendo della nostra morte un atto di consegna della vita a lui che ce lโ€™ha donata? Oggi la crisi della fede che attraversa la chiesa รจ innanzitutto debolezza della fede nella resurrezione, nella vita eterna.

Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo della domenica

Fonte: Monastero di bose

Letture della
XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

Il re dellโ€™universo ci risusciterร  a vita nuova ed eterna.

Dal secondo libro dei Maccabรจi
2 Mac 7,1-2.9-14

ย 
In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite.
ย 
Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: ยซChe cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padriยป.
ย 
[E il secondo,] giunto allโ€™ultimo respiro, disse: ยซTu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dellโ€™universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterร  a vita nuova ed eternaยป.
ย 
Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: ยซDal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perchรฉ da lui spero di riaverle di nuovoยป. Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.
ย 
Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: ยซรˆ preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarร  davvero risurrezione per la vitaยป.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 16 (17)
R. Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto.

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi lโ€™orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non cโ€™รจ inganno. R.
ย 
Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io tโ€™invoco poichรฉ tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me lโ€™orecchio, ascolta le mie parole, R.
ย 
Custodiscimi come pupilla degli occhi,
allโ€™ombra delle tue ali nascondimi,
io nella giustizia contemplerรฒ il tuo volto,
al risveglio mi sazierรฒ della tua immagine. R.

Seconda Lettura

Il Signore vi confermi in ogni opera e parola di bene.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicรฉsi
2 Ts 2,16 – 3,5

ย 
Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesรน Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
ย 
Per il resto, fratelli, pregate per noi, perchรฉ la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo รจ anche tra voi, e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non รจ di tutti. Ma il Signore รจ fedele: egli vi confermerร  e vi custodirร  dal Maligno.
ย 
Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo giร  lo facciate e continuerete a farlo. Il Signore guidi i vostri cuori allโ€™amore di Dio e alla pazienza di Cristo.

Parola di Dio

Vangelo

Dio non รจ dei morti, ma dei viventi.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 20, 27-38

ย 
In quel tempo, si avvicinarono a Gesรน alcuni sadducรจi โ€“ i quali dicono che non cโ€™รจ risurrezione โ€“ e gli posero questa domanda: ยซMaestro, Mosรจ ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma รจ senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. Cโ€™erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morรฌ senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e cosรฌ tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morรฌ anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarร  moglie? Poichรฉ tutti e sette lโ€™hanno avuta in moglieยป.
ย 
Gesรน rispose loro: ยซI figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono nรฉ moglie nรฉ marito: infatti non possono piรน morire, perchรฉ sono uguali agli angeli e, poichรฉ sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosรจ a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore รจ il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non รจ dei morti, ma dei viventi; perchรฉ tutti vivono per luiยป.

Parola del Signore

Oppure forma breve Lc 20,27.34-38
Dio non รจ dei morti, ma dei viventi.
Dal Vangelo secondo Luca
ย 
In quel tempo, disse Gesรน ad alcuni sadducรจi, i quali dicono che non cโ€™รจ risurrezione:
ย 
ยซI figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono nรฉ moglie nรฉ marito: infatti non possono piรน morire, perchรฉ sono uguali agli angeli e, poichรฉ sono figli della risurrezione, sono figli di Dio.
ย 
Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosรจ a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore รจ il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non รจ dei morti, ma dei viventi; perchรฉ tutti vivono per luiยป.

Parola del Signore

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