Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 27 Ottobre 2019

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Facciamo in modo che Dio ci trovi

Questa domenica il vangelo ci propone le preghiere del fariseo e del pubblicano, ยซfermatosi a distanzaยป (Lc 18,13). Egli sta piรน indietro rispetto al fariseo, perchรฉ allโ€™interno del tempio esisteva una sorta di โ€œteologia dello spazioโ€: la zona dei pagani, la zona degli israeliti, la zona dei leviti e quella dei sacerdoti, per arrivare fino al cuore del tempio ossia il Santo dei Santi, in cui solamente lโ€™uomo piรน integerrimo, il sommo sacerdote, poteva entrare una volta allโ€™anno.

Il fariseo prega usando molte parole, descrivendo se stesso e la sua vita; il pubblicano dice solo: ยซabbi pietร  di me (v. 13). Il primo vanta azioni perfette e pure: digiuna due volte la settimana e paga le decime di quanto possiede; il secondo, invece, vede solo il proprio peccato e implora misericordia.

Il fariseo parla di se stesso: la sua non รจ una preghiera, perchรฉ fondamentalmente รจ centrato sulla sua realtร , su ciรฒ che รจ e che non รจ, su ciรฒ che fa e che non fa; ringrazia Dio, ma lo fa per un possesso, quello del proprio ego che รจ bello, ammirevole, presentabile. Il grottesco di costui, a parte il vanto inopportuno e sgradevole, รจ che in fondo non sta chiedendo niente: la sua รจ pura autocelebrazione priva di preghiera, perchรฉ parte da sรฉ e resta a se stesso.
Il pubblicano invece non osa alzare gli occhi al cielo: significa che per lui il cielo รจ una presenza, non uno strumento da usare in modo utilitaristico; di fronte al cielo si pone in un atteggiamento contrito: si batte il petto, invoca perdono e misericordia, chiede di essere trasformato affinchรฉ si possa realizzare per lui quello che si celebrava nel giorno del gran perdono โ€“ lo iom kippur โ€“ il giorno della copertura del peccato; chiede quindi di ritornare nellโ€™alleanza e di essere tolto da quello che sta vivendo. Nella sua preghiera riconosce che solo Dio puรฒ fare qualcosa di buono: avere pietร . Allora la preghiera diventa relazione con Dio, e non รจ una sottolineatura della propria identitร , non รจ autocontemplazione.

Il fariseo รจ simile a quelle persone che, quando ti incontrano, parlano sempre di se stesse esternando il proprio narcisismo, magari per rimestare la propria incompiutezza esecrando anche i propri errori; รจ simile a quelli che ti fanno una domanda e mentre stai rispondendo ti interrompono cambiando discorso. ยซIo non sono come gli altriยป (Lc 18,11), afferma il fariseo: ha bisogno di un paragone per trovare qualcuno che stia peggio.

Evagrio Pontico (monaco cristiano, scrittore e asceta greco del IV secolo), nel trattare i vizi capitali, spiega che ยซla radice di ogni ira รจ ritenersi giustiยป e per ritenersi giusto un uomo deve confrontarsi con gli altri. Chi invece non si ritiene tale si confronta con Dio.

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Spesso nella preghiera andiamo avanti faticosamente, senza gioia e senza frutto, perchรฉ restiamo ancorati allโ€™atto in sรฉ. Impariamo lโ€™arte di lasciarci trovare da Dio e di lasciarci ridimensionare, cedendo a Lui lโ€™iniziativa, mettendo al suo cospetto lโ€™infinita povertร  e la nostra fragilitร . Davanti a Dio abbiamo il diritto di essere poveri, senza il bisogno di essere in competizione e di rimanere nella faticosa ricerca della nostra giustizia, che non interessa a nessuno e che ci rende capaci solo di giudicare.

Lโ€™intima presunzione di essere giusti รจ disprezzo nei confronti degli altri: per sopravvivere alle nostre sconnessioni e riconsolarci troviamo qualcuno da disprezzare e da considerare peggiore di noi. Tutto ciรฒ non porta da nessuna parte. Lโ€™unica cosa che ci guida verso la novitร , a un giorno del perdono e del cambiamento, รจ metterci nelle mani di Dio poveri come siamo.

Fonte

Letture della
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

La preghiera del povero attraversa le nubi

Dal libro del Sirร cide
Sir 35,15b-17.20-22a

ย 
Il Signore รจ giudice
e per lui non cโ€™รจ preferenza di persone.
ย 
Non รจ parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dellโ€™oppresso.
Non trascura la supplica dellโ€™orfano,
nรฉ la vedova, quando si sfoga nel lamento.
Chi la soccorre รจ accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
ย 
La preghiera del povero attraversa le nubi
nรฉ si quieta finchรฉ non sia arrivata;
non desiste finchรฉ lโ€™Altissimo non sia intervenuto
e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito lโ€™equitร .

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 33 (34)
R. Il povero grida e il Signore lo ascolta.

Benedirรฒ il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R.
ย 
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce. R.
ย 
Il Signore รจ vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarร  condannato chi in lui si rifugia. R.

Seconda Lettura

Mi resta soltanto la corona di giustizia.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
2 Tm 4,6-8.16-18

ย 
Figlio mio, io sto giร  per essere versato in offerta ed รจ giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerร  in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
ย 
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore perรฒ mi รจ stato vicino e mi ha dato forza, perchรฉ io potessi portare a compimento lโ€™annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e cosรฌ fui liberato dalla bocca del leone.
ย 
Il Signore mi libererร  da ogni male e mi porterร  in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Parola di Dio

Vangelo

Il pubblicano tornรฒ a casa giustificato, a differenza del fariseo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,9-14

ย 
In quel tempo, Gesรน disse ancora questa parabola per alcuni che avevano lโ€™intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
ย 
ยซDue uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e lโ€™altro pubblicano.
ย 
Il fariseo, stando in piedi, pregava cosรฌ tra sรฉ: โ€œO Dio, ti ringrazio perchรฉ non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adรนlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedoโ€.
ย 
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: โ€œO Dio, abbi pietร  di me peccatoreโ€.
ย 
Io vi dico: questi, a differenza dellโ€™altro, tornรฒ a casa sua giustificato, perchรฉ chiunque si esalta sarร  umiliato, chi invece si umilia sarร  esaltatoยป.

Parola del Signore

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