Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di domenica 27 Ottobre 2019 – XXX domenica del Tempo Ordinario, da Radio Vaticana e dalle pagine di Famiglia Cristiana.
Nel Vangelo di questa Domenica Gesรน espone la parabola del pubblicano che si riconosce peccatore e del fariseo che si ritiene giusto.
Vivere misurando noi stessi con il Signore
ยซLa preghiera del povero attraversa le nubi, nรฉ si quieta finchรฉ non sia arrivataยป, dice la prima lettura di questa domenica; nel Vangelo si contrappongono due tipi di preghiera, una che arriva in cielo e lโaltra no.
Uno dei due personaggi รจ un pubblicano, ma bisogna correggere lโimmagine edulcorata di questa classe di persone: erano collaborazionisti che sfruttavano il proprio popolo rastrellando per conto dei romani le imposte di ogni tipo. Era brutta gente. Eppure la preghiera di questo losco figuro รจ ascoltata e costui รจ giustificato โ ossia reso giusto agli occhi di Dio.
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Lโaltro รจ una bravissima persona, un uomo di preghiera, onesto, giusto e fedele, osservante delle buone regole e praticante assiduo di opere di penitenza. Ha solo un problemino: disprezza gli altri. Cosรฌ, robetta.
Dice Paolo: ยซSe conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne ma non avessi la caritร , non sarei nulla. E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la caritร , a nulla mi servirebbeยป (1Cor 13,2-3). Che fregatura: fare un sacco di belle cose e poi scoprire che non servono a niente.
Qual รจ la differenza fra il pubblicano e il fariseo? Il Vangelo, come la settimana scorsa, tratta della preghiera e il problema รจ proprio qui: il pubblicano prega, lโaltroโฆ non proprio.
La preghiera del fariseo, tecnicamente, รจ una lode e quindi di per sรฉ sarebbe una signora preghiera, ma il nostro fariseo, allโimpiedi e impettito, fa un errore che lโaltro non fa: il pubblicano, malgrado i suoi carichi pendenti, รจ curvo e a distanza, si mette al cospetto del Signore e si misura con la Sua santitร . Umilmente proclama Dio capace di redimerlo. In sostanza, il pubblicano parla di sรฉ e di Dio in modo retto, secondo veritร . Lui รจ un peccatore e Dio lo potrebbe salvare.
Invece il fariseo si misura con gli altri uomini e colleziona primati. ร primo in classifica rispetto a ladri, ingiusti, adรนlteri e, soprattutto, รจ molto meglio di quello schifoso pubblicano. Preghiera e digiuno, se sono boria e auto-edificazione, sono peggio dei peccati, diceva il grande Florenskij citando santโAmbrogio di Optina.
ISTINTO COMPETITIVO. Vuol dire che รจ meglio mettersi a vivere come i pubblicani? No, vuol dire che anzichรฉ vivere nellโinvidia, che รจ intrinseca nellโistinto competitivo che riempie il fariseo, vale la pena di vivere misurandosi con il Signore.
Se mi va di pensar bene di me stesso, troverรฒ sempre qualcuno peggio di me โ beati monoculi in terra caecorum โ e cosรฌ tiriamo spesso a campare, cercando qualcuno da disprezzare per sopravvivere inconsapevolmente alla nostra inconsistenza. ร per questo che la cronaca nera vende tanto e il gossip รจ arte tanto diffusa.
Quando ci si mette al cospetto di Cristo crocifisso e risorto non ci si puรฒ raccontare di essere dei mariti perfetti, o dei fratelli perfetti. O dei preti perfetti. Al cospetto del Signore si inizia a pregare, perchรฉ abbiamo tanto da farci perdonare.
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di don Fabio Rosini
