Il commento alle letture di domenica 20 OTTOBRE 2019 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ “Buona Bibbia a tutti“.
La preghiera di domanda
Alla luce della rivelazione di Dio in Cristo, che senso ha ancora la preghiera di domanda, se Dio รจ un Padre buono che a tutti provvede con un piano di infinita misericordia? Infatti Gesรน ci dice:
“Pregando, poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di essere ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perchรจ il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate” (Mt 6,7-8).
Ma d’altra parte lo stesso Gesรน ci esorta:
- Pubblicitร -
“Chiedete e vi sarร dato, cercate e troverete, bussate e vi sarร aperto. Perchรจ chi chiede ottiene, chi cerca trova, a chi bussa sarร aperto” (Lc 11,9-10);
e perciรฒ racconta la parabola dell’amico importuno, che ottiene esaudimento dall’altro, giร a letto con i bambini, non
“per amicizia, … ma per la sua insistenza” (Lc 11,5-8).
Gesรน ci invita a
“pregare sempre, senza stancarsi” (Lc 18,1),
e racconta a proposito la parabola del giudice disonesto che dร udienza alla vedova solo perchรจ questa non smette di importunarlo (Lc 18,2-8).
Ma allora come conciliare l’invito a non sprecare parole, perchรจ il Padre sa giร tutto, con quello di pregare incessantemante? E poi: Dio ha bisogno di essere “stancato” dalle nostre preghiere per esaudirci? E ci esaudirร solo per la nostra cocciutaggine e non per amore? Anzi, รจ un “disonesto” (Lc 18,6), che ascolta solo chi lo stressa e non per giustizia? Con che criterio allora Dio esaudisce le nostre preghiere? Conta quindi la loro quantitร , se non addirittura le “raccomandazioni” di questo o di quel Santo piรน “potente” degli altri? Anche i rapporti con l’Altissimo viaggiano con la logica perversa delle relazioni umane, spesso improntate solo sulla petulanza quando non addirittura su bustarelle e tangenti?
a) Una preghiera del tempo irredento
Innanzittutto, mentre la preghiera di lode non cesserร mai, perchรจ farร parte della nostra dimensione paradisiaca (i santi cantano in cielo il “cantico nuovo” (Ap 5,9-10.13), il cantico di Mosรจ (Ap 15,3) e il cantico dell’Agnello (Ap 15,3-4), oltre ad altri inni a Dio (Ap 19,1-3.6-8)…), la supplica fa ancora parte del tempo irredento, nasce dall’uomo non ancora compiuto. E’ l’uomo che รจ ancora sotto la minaccia delle tenebre, che ancora non riesce a scorgere il piano di Dio, che porta a lui le sue domande.
Anche il Nuovo Testamento ci testimonia continuamente la preghiera di domanda: il centurione
“avendo udito parlare di Gesรน, mandรฒ… a pregarlo di venire e di salvare il suo servo” (Lc 7,3);
“Giairo, capo della sinagoga, … lo pregava di recarsi a casa sua, perchรจ aveva un’unica figlia, che stava per morire” (Lc 8,41-42);
il padre dell’epilettico implora:
“Maestro, ti prego di volgere lo sguardo a mio figlio” (Lc 9,38);
i dieci lebbrosi pregano:
“Gesรน Maestro, abbi pietร di noi!” (Lc 17,13);
e il cieco di Gerico:
“Gesรน, Figlio di Davide, abbi pietร di me!” (Lc 18,28);
uno dei due ladroni sulla croce:
“Ricordati di me quando sarai nel tuo regno” (Lc 23,42);
la donna siro-fenicia
“lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia” (Mc 7,26);
“La suocera di Pietro era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei” (Mc 1,30);
“e gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano” (Mc 7,32);
“gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo” (Mc 8,22);
Maria e Marta mandano a dire a Gesรน:
“Signore, ecco, il tuo amico รจ malato” (Gv 11,3)…
Gesรน stesso esorta a pregare il Padre “perchรจ mandi operai alla sua messe” (Mt 9,38), perchรจ nel momento della grande tribolazione “la vostra fuga non accada d’inverno o di sabato” (Mt 24,20),
“per non entrare in tentazione” (Lc 22,40); ed egli stesso prega “perchรจ non venga meno la fede” di Pietro (Lc 22,32), perchรจ passi da lui il calice della Passione (Lc 22,41-42; Gv 12,27), perchรจ il Padre perdoni i suoi crocifissori (Lc 23,34), perchรจ mandi ai suoi il Consolatore (Gv 14,16), per tutti i suoi discepoli nella stupenda “preghiera sacerdotale” dell’ultima cena (Gv 17).
E Paolo esorta:
“Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessitร esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche” (Fil 4,6);
e Giacomo:
“Chi รจ malato, chiami a sรจ i presbiteri della chiesa e preghino su di lui” (Gc 5,14).
b) Un dialogo con il Papร
Ma
“Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate” (Mt 6,8);
“Chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherรฒ il Padre per voi: il Padre stesso vi ama!” (Gv 16,26-27):
perchรจ allora la preghiera di domanda?ย
Questo รจ giร un fatto stupendo: Dio รจ colui che mi ascolta, รจ l’Amico con cui confidarmi, รจ il Papร buono a cui posso rivolgermi in ogni circostanza, certo di essere capito. Il nostro Dio non รจ colui che tace, ma รจ colui che per noi si รจ fatto Verbo, Parola incarnata (Gv 1,14), con cui posso avere dialogo. Posso sottoporre a lui ogni mio problema, ogni mia ansia, ogni mia angoscia, certo che saranno compresi nel suo Amore. E’ quindi giusto e gesto d’affetto che io gli parli, che gli sottoponga quelle che mi sembrano le mie necessitร .
c) Richiediamo il nostro massimo bene?
Ma perchรจ talora Dio non ci esaudisce? Una delle risposte che ci dร la Scrittura รจ che spesso ciรฒ che chiediamo non รจ il bene piรน grande per noi: anche la guarigione, la fine di una prova, il superamento di quella difficoltร che tanto ci angustia, talora agli occhi di Dio non sono il massimo bene per noi. Talora siamo come il bimbo che chiede al papร la caramella o di giocare con l’accendino, ma che si vede negare le sue richieste perchรจ il padre sa che il figlio potrebbe fare indigestione o bruciarsi con il pericoloso giocattolo. Al bimbo le sue richieste sembrano grandi beni, nell’ottica sapiente del genitore queste non sono il meglio per lui.
Spesso la logica lungimirante di Dio รจ diversa dalla nostra: e ciรฒ che a noi appare una inconsolabile sciagura puรฒ essere agli occhi di Dio occasione di un dono migliore:
“Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio,
nessun tormento le toccherร .
Agli occhi degli stolti parve che morissero;
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace…
Quanti confidano in lui comprenderanno la veritร ” (Sap 3,1-8);
“Il giusto, anche se muore prematuramente, troverร riposo.
Vecchiaia veneranda non รจ la longevitร ,
nรจ si calcola dal numero degli anni;
ma per gli uomini la canizie sta nella sapienza;
e un’etร senile รจ una vita senza macchia.
Divenuto caro a Dio, fu amato da lui
e poichรจ viveva fra peccatori, fu trasferito.
Fu rapito, perchรจ la malizia non ne mutasse i sentimenti
o l’inganno non ne traviasse l’animo,
perchรจ il fascino del vizio deturpa anche il bene
e il turbine della passione travolge una mente semplice.
Giunto in breve alla perfezione,
ha compiuto una lunga carriera.
La sua anima fu gradita al Signore;
perciรฒ egli lo tolse in fretta da un ambiente malvagio.
I popoli vedono senza comprendere;
non riflettono nella mente a questo fatto
che la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti
e la protezione per i suoi santi…
Le folle vedranno la fine del saggio,
ma non capiranno ciรฒ che Dio ha deciso a suo riguardo
nรจ in vista di che cosa il Signore l’ha posto al sicuro” (Sap 4,7-17).
“Perchรจ i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri” (Is 55,8-9).
Solo Dio sa qual รจ il supremo bene per noi. E la nostra preghiera non cambia il suo parere, nonostante alcuni antropomorfismi dell’Antico Testamento, come in occasione dell’episodio in cui Abramo parrebbe voler distogliere Dio dall’intenzione di distruggere Sodoma (Gn 18,18-32), o quando Mosรจ fa recedere Dio dal proposito di sopprimere il popolo idolatra (Es 32, 9-14):
“Io sono il Signore, non cambio” (Ml 3,6).
Inoltre se Dio cambiasse idea per la nostra preghiera, o avrebbe pensato qualcosa di non bene per noi prima della nostra supplica, o avrebbe deciso qualcosa che non รจ il massimo bene per noi dopo la nostra invocazione: รจ ciรฒ รจ impossibile, perchรจ l’Amore non puรฒ che volere il massimo bene per l’amato.
“Noi non sappiamo che cosa sia conveniente domandare…, ma lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza e intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili” (Rm 8,26).
Spesso quindi non siamo esauditi perchรจ non chiediamo a Dio “i beni per noi convenienti”, anche se quella grazia a noi pare indispensabile per la nostra felicitร . Durissimo รจ al proposito l’apostolo Giacomo:
“Non avete perchรจ non chiedete; chiedete e non ottenete perchรจ chiedete male, per spendere per i vostri piaceri. Gente infedele!… O forse pensate che la Scrittura dichiari invano: fino alla gelosia ci ama lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi? Ci dร anzi una grazia piรน grande” (Gc 4,2-6).
Questo Dio che ci ama alla follia, che addirittura รจ “geloso” di noi, ci esaudisce sempre, ma talora con “una grazia piรน grande” di quella che noi gli chiediamo. La fede รจ proprio credere al suo Amore, che la sua volontร altro non รจ che il massimo bene per noi:
“Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerร ogni cosa insieme con lui?” (Rm 8,32).
Abbandonarsi quindi totalmente a lui รจ giungere quindi al sommo bene, alla piรน vera realizzazione di noi stessi.
d) Chiedere il “miracolo”?
Ma parliamoci chiaramente: anche se sappiamo
“che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28),
la morte di una persona cara, la malattia, le tragedie di questo mondo restano male oggettivo; anche se Dio sa trarre da esse un bene piรน grande per noi, ci possiamo sempre chiedere come mai Dio, onnipotente, non ci dia beni piรน grandi lasciandoci anche i … beni piรน piccoli. La risposta che spesso non chiediamo a Dio il nostro massimo bene, se pur puรฒ darci talune consolazioni, non ci soddisfa certo. E nessuno, credo, potrร dire che, seppur misteriosamente, la morte di un bambino o lo sterminio di un popolo siano in ogni caso un bene. Nel mistero del mancato esaudimento delle nostre preghiere c’รจ quindi spazio per il concetto che spessoย Dioย ha preparato per noi beni maggiori, ma ciรฒ non basta a confortarci di fronte al mancato ottenimento di certe sacrosante richieste in ordine alla salute, alla vita, all’onesta prosperitร .
Il problema รจ ancora una volta un altro: come abbiamo piรน volte cercato di esplicare, l’alteritร da Dio รจ per noi grande dono, perchรจ ci permette di incontrarlo in un ambito di amore. Ma รจ un dono che contempla purtroppo sofferenza e morte. Dio non bara dicendo che questa finitudine creaturale รจ un bene: egli sa che essa รจ un male, e per questo si pone accanto a noi che soffriamo mandando a noi il suo stesso Figlio che, incarnandosi, morendo e risorgendo, vince per noi malattia e morte e ci fa partecipi della vita divina. Questa รจ la “volontร di Dio” (Gv 6,38-40.42; 10,17-18; 19,30; Mt 26,39; Eb 10,5-7…), il suo progetto creazionale per noi, che trova il suo compimento nel mistero dell’incarnazione: e l’incarnazione del Figlio, che ci permette di superare la nostra finitudine, รจ il massimo dono di Dio. Certo, a Dio non รจ impossibile il “miracolo”, l’intervento straordinario sul libero corso della natura e della storia. Ma lo stesso Gesรน, di fronte ai milioni di malati, di sofferenti, di morti del suo tempo, non ne guarรฌ e risuscitรฒ che pochissimi: perchรจ il vero dono per tutti sarebbe stata la sua stessa vita, che avrebbe, nel mistero pasquale della sua morte e resurrezione, sconfitto ogni malattia a la stessa morte: e di ciรฒ i vari “miracoli” non erano che un piccolo “segno”.
Il credente puรฒ anche quindi chiedere a Dio il “miracolo”, di intervenire sospendendo per un attimo il limite creaturale, in qualche modo la nostra alteritร da lui: ma deve credere che proprio questa alteritร ci permette di amare Dio, e soprattuttoย che in ogni caso il vero “miracolo” che Dio sempre opera per tutti รจ il dono del Figlio che ci fa risorgere con lui.ย
e) Pregare รจ chiedere: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontร ” (Lc 22,42)
La vera preghiera del credente, nel dolore, รจ allora di essere incorporato al mistero del Cristo Salvatore, di aderire cioรจ al progetto di Dio, alla sua “volontร ”. Pregare รจ quindi chiedere a Dio l’accettazione della sua volontร . Il criterio fondamentale della preghiera cristiana รจ proprio:
“Sia fatta la tua volontร ” (Mt 6,10).
Gesรน nel Getsemani chiede sรฌ che
“passi da lui il calice” della Passione (Mt 26,39; Mc 14,36; Lc 22,42);
nel testo di Marco sembra chiedere decisamente il miracolo:
“Abbร , Padre, tutto รจ possibile a te” (Mc 14,36);
in quello di Luca la richiesta รจ piรน sfumata:
“Padre, se vuoi” (Lc 22,42);
in Matteo Gesรน pare conscio che il Padre ha voluto vincolarsi all’alteritร degli eventi creaturali:
“Padre mio, se รจ possibile…” (Mt 26,39).
Ma in ogni caso conclude decisamente:
“Non sia fatta la mia, ma la tua volontร ” (Lc 22,42; cfr Mc 14,36; Mt 26,39).
E nel brano di Giovanni che i biblisti considerano corrispondente ai testi sinottici sul Getsemani, Gesรน addirittura non chiede piรน nulla al Padre, ma solo professa la sua obbedienza alla sua volontร :
“Ora l’anima mia รจ turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest’ora? Ma per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome!” (Gv 12,27-28).
La preghiera di essere capaci di compiere la volontร di Dio, che quindi รจ l’unica autentica orazione, sempre viene esaudita:
“Questa รจ la fiducia che abbiamo in lui: qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontร , egli ci ascolta. E se sappiamo che ci ascolta in quello che gli chiediamo, sappiamo di avere giร quello che abbiamo chiesto” (1 Gv 5,14-15).
Giovanni ci dice quindi che ciรฒ che noi domandiamo a Dio secondo la sua volontร , Dio ce lo ha giร concesso: ciรฒ significa che chiedere di compiere la volontร di Dioย รจ in realtร interrogarsi se si sta facendo o no il suo volere, รจ mettersi di fronte a Dio per disporsi ad obbedirlo, certi di ottenere da lui la forza divina per fare quanto egli richiede. Pregare รจ quindi chiedere a Dio la conversione, l’accettazione del suo piano su di noi, l’obbedienza alla sua Parola: e nella misura in cui la nostra preghiera รจ sincera scopriamo che Dio ci ha giร dato questa grazia.
f) Pregare รจ chiedere lo Spirito Santo
Nella preghiera quindi apriamo il nostro cuore e ci lasciamo trasformare dalla potenza di Dio. E’ per questo che di fronte al brano di Matteo:
“Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darร una pietra? O se gli chiede un pesce darร una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto piรน il Padre vostro che รจ nei cieli darร cose buone a quelli che gliele domandano” (Mt 7,9-11),
Luca, il medico (Col 4,14), forse piรน attento al grande tema del dolore, cambia, nel suo testo parallelo, “le cose buone” in “lo Spirito Santo”:
“il Padre vostro celeste darร lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono” (Lc 11,11-13);
la vera preghiera di domanda รจ richiedere lo Spirito Santoย che ci trasformi secondo il piano di Dio!!! ย Preghiera รจ quindi chiedere la trasformazione del cuore di chi prega perchรจ sia conforme alla divina volontร : nella preghiera non chiedo a Dio di cambiare i suoi piani, chiedo che Dio mi cambi secondo i suoi piani! La vera preghiera รจ quindi sempre richiesta dello Spirito Santo perchรจ ci plasmi, ci trasformi secondo il piano di Dio, incorporandoci al Cristo, realizzando in noi “i disegni di Dio”;
“Lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili: e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poichรจ egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio” (Rm 8,26-27).
Dioย quindi sempre esaudisce la nostra preghiera dandoci non questo o quel bene, ma il sommo bene, lo Spirito Santo, pienezza di ogni dono, che ci fa comprendere ed amare il mistero di Dio:
“Vi insegnerร ogni cosa e vi ricorderร tutto ciรฒ che vi ho detto” (Gv 14,26);
“Convincerร il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Gv 16,8).
Veramente la preghiera รจ allora
“cercare il regno di Dio e la sua giustizia”,
cioรจ lo Spirito stesso di Dio, certi che
“tutto il resto vi sarร dato in aggiunta” (Mt 6,33).
g) La preghiera di intercessione per i fratelli
Che senso ha allora la preghiera di intercessione, che tanto spazio ha sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento? Si pensi alle grandi figure di intercessori tra i patriarchi (Gen 18,23-32; 20,7), a Mosรจ (Es 32,11-14; 34,8-9), ai profeti (Am 7,1-6; 2 Re 19,4; Ger 42,2-4), ai martiri (2 Mc 7,37-38; At 7,60), a Paolo (Fil 1,3-4; Col 1,3; 2 Ts 1,11; 2 Cor 13,9): ma tutti i cristiani devono intercedere per i fratelli (1 Ts 5,25; 2 Cor 9,14; Ef 6,18-20; Col 4,3-4; Eb 13,18-19; At 12,5; 20,36; 21,5…), specialmente per la remissione dei peccati (Gc 5,16; 1 Gv 5,16) e per i malati, certi che
“la preghiera fatta con fede salverร il malato” (Gc 5,13-15),
cioรจ lo renderร partecipe del piano divino di salvezza in Cristo. Bisogna
“che si facciano domande, suppliche, preghiere… per tutti gli uomini, per i re e per quelli che stanno al potere” (1 Tm 2,1-2),
e anche per i nostri persecutori (Mt 5,44), come Gesรน (Lc 23,34). Perchรจ
“molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza” (Gc 5,16).
Ma che senso ha questa intercessione reciproca, se Dio non cambia certo per le nostre preghiere il suo progetto d’amore su di noi?
– E’ fede in Dio che ci ascolta
ย Innanzitutto la preghiera di intercessione รจ dialogo con Dio sui nostri fratelli: รจ riconoscere che egli si prendeย cura di tutti si suoi figli, e che ascolta il grido di chi soffre: รจ quindi grande espressione di fede in lui.
– E’ caritร verso i fratelli
Poi ci fa prendere coscienza del fratello, dei suoi problemi, delle sue sofferenze: รจ quindi grande momento di caritร ; e l’amore reciproco รจ il segno dell’appartenenza al regno di Dio (Gv 13,34-35), al punto che Gesรน garantisce la sua presenza salvifica laddove c’รจ caritร fraterna:
“Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che รจ nei cieli ve la concederร . Perchรจ dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,19-20).
Pregare per l’altro รจ quindi un gesto di amore che affretta misteriosamente il compimento per l’altro del suo incontro con Gesรน salvatore, che รจ la vera risposta ad ogni nostra preghiera.
– E’ farsi carico dei fratelli
Questo atto di amore perรฒ non รจ solo un ricordo verbale, ma รจ farci carico del fratello nell’amore: pregare per un altro รจ essenzialmente mettermi di fronte a Dio perchรจ mi illumini su che cosa posso fare io per l’altro. E Gesรน mi dร la forza di fare per il fratello nel bisogno ciรฒ che chiedo per lui. Per questo in talune comunitร ormai, nella preghiera comune, si preferisce sostituire la formula: “Preghiamo per…” con la dizione: “Davanti a Dio ci ricordiamo di…”: nella preghiera, davanti al Signore, mi assumo le mie responsabilitร sulla situazione dei fratelli, e chiedo a Dio la forza di essere io stesso per essi segno concreto dell’amore di Dio.
h) L’intercessione di Maria e dei Santi
Che senso ha chiedere l’intercessione di Maria, di qualche santo o di qualche fratello particolarmente timorato di Dio? Chiedere la loro preghiera per noi innanzitutto accresce la caritร nella Chiesa, rinsalda la comunione dei santi, ed รจ richiesta che la Vergine o i nostri fratelli piรน buoni ci siano vicini per farci accettare il progetto d’amore di Dio su di noi, aiutandoci con il loro esempio e il loro affetto ad essere uniti a Cristo e ripieni del suo Spirito. Inoltre invocare l’aiuto dei Santi significa al contempo riconoscerci peccatori e indegni della misericordia di Dio: e questo รจ il primo indispensabile passo per dilatare il nostro cuore ad accogliere la gratuitร dell’Amore di Dio.
Se quindi chiedo a un fratello: “Prega per me!”, significa affermare: “Stammi vicino, vivi con me un rapporto di caritร che mi renderร piรน presente il Signore nella mia vita, aiutami con il tuo esempio e la tua fraternitร ad accettare la volontร di Dio su di me”. Se poi chiedo l’intercessione della Beata Vergine Maria o di qualche Santo, in realtร dico loro: “La comunione con voi mi aiuti a sperimentare l’amore di Dio, renda Gesรน Signore realtร viva in me; siatemi di esempio e di aiuto per accettare il mistero di Dio, per sostenere sempre la mia fede nella sua bontร immensa;ย chiedo il vostro soccorso perchรจ credo nella comunione dei santi, che misteriosamente aiuta la crescita della fede e della caritร di tutti i credenti; e ponendomi di fronte a voi, che avete mirabilmente seguito il Signore nella vostra vita, mi riconosco ancor piรน peccatore, fragile, debole e bisognoso di quella salvezza piena che solo Dio puรฒ darci”.
Pregare รจ quindi sempre rispondere nell’amore a Colui che รจ Amore (1 Gv 4,8) e che altro non ci dona che Amore.
Letture della
XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
Quando Mosรจ alzava le mani, Israele prevaleva.
Dal libro dell’รsodo
Es 17,8-13
ย
In quei giorni, Amalรจk venne a combattere contro Israele a Refidรฌm.
ย
Mosรจ disse a Giosuรจ: ยซScegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalรจk. Domani io starรฒ ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dioยป. Giosuรจ eseguรฌ quanto gli aveva ordinato Mosรจ per combattere contro Amalรจk, mentre Mosรจ, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle.
ย
Quando Mosรจ alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalรจk. Poichรฉ Mosรจ sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e lโaltro dallโaltra, sostenevano le sue mani. Cosรฌ le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.
ย
Giosuรจ sconfisse Amalรจk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 120 (121)
R. Il mio aiuto viene dal Signore.
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrร lโaiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra. R.
ย
Non lascerร vacillare il tuo piede,
non si addormenterร il tuo custode.
Non si addormenterร , non prenderร sonno
il custode dโIsraele. R.
ย
Il Signore รจ il tuo custode,
il Signore รจ la tua ombra
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirร il sole,
nรฉ la luna di notte. R.
ย
Il Signore ti custodirร da ogni male:
egli custodirร la tua vita.
Il Signore ti custodirร quando esci e quando entri,
da ora e per sempre. R.
Seconda Lettura
Lโuomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
2 Tm 3,14 – 4,2
ย
Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dallโinfanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesรน.
ย
Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, รจ anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perchรฉ lโuomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
ย
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesรน, che verrร a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimitร e insegnamento.
Parola di Dio
Vangelo
Dio farร giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,1-8
ย
In quel tempo, Gesรน diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessitร di pregare sempre, senza stancarsi mai:
ย
ยซIn una cittร viveva un giudice, che non temeva Dio nรฉ aveva riguardo per alcuno. In quella cittร cโera anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: โFammi giustizia contro il mio avversarioโ.
ย
Per un poโ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sรฉ: โAnche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dร tanto fastidio, le farรฒ giustizia perchรฉ non venga continuamente a importunarmiโยป.
ย
E il Signore soggiunse: ยซAscoltate ciรฒ che dice il giudice disonesto. E Dio non farร forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farร forse aspettare a lungo? Io vi dico che farร loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dellโuomo, quando verrร , troverร la fede sulla terra?ยป.
Parola del Signore
