Questo brano evangelico รจ un fiume in piena, รจ un mare infinito, per quanto si tenti di capirlo รจ incomprensibile, nel senso che non lo si puรฒ comprendere ma, soprattutto, non lo si puรฒ inscatolare. ร infinito e lโinfinito lo si puรฒ solo contemplare perchรฉ se lo vuoi studiare ti sfugge sempre piรน. Guardiamo gli studiosi dellโinfinito per quanto ne scoprano rimangono sempre con un pugno di mosche in mano: รจ piรน quello che ti sfugge di quello che riesci a cogliere. Cosรฌ รจ questa parabola: o la contempliamo e ci lasciamo toccare da lei oppure ci sfuggirร sempre e sempre piรน.
Per fare questo dobbiamo sgombrare il campo da pregiudizi che accompagnano la nostra lettura e le spiegazioni che ne derivano: non dobbiamo fare i buoni samaritani! Lasciamo perdere questa mania di religiositร e di legge che ci portiamo appresso e che non ci salverร mai dalla disumanizzazione della nostra vita.
Gesรน, dice il vangelo di Giovanni, รจ tacciato di essere un samaritano e di avere un demonio. Gesรน, il malvagio che merita la morte, si presenta come un samaritano, come un samaritano buono. Lui non va a cercare il bene da fare: per caso, come il sacerdote e il levita, passa da quelle parti, si lascia toccare dalla vita e risponde a questa vita che lo tocca e lo provoca. Alla vita non rimane indifferente. Ci possiamo chiedere: ma io dove vivo? Vivo nei miei pellegrinaggi, per quanto belli? Vivo nei miei viaggi? Vivo quando posso scegliere dove andare e dove stare? No!!! Io vivo ovunque mi trovo! Vale a dire: o vivi dove sei o non vivi; o ami e ti lasci amare laddove poni i tuoi passi e dove poni il tuo sedere, oppure butti via la vita in fantasie e in ricerche di cose lontane, infinite, irraggiungibili, disumanizzanti.
Lโistinto รจ programmazione dellโanimale che per se e la specie vive di cibo e di sesso. Lโuomo vive per la felicitร che non puรฒ essere ridotta alle mangiate o alle bevute o alle ubriacature di sesso. ร ben altro lโuomo e non รจ solo istinto, รจ ben di piรน.
Gesรน lโuomo che รจ samaritano e che ha un demonio si presenta a noi oggi in mezzo ad una situazione non proprio bella, non proprio felice. Non la rifugge perchรฉ non bella, la incontra e la vive, semplicemente fa questo. Lui, il maledetto straniero, fa questo. Non lo fa per legge, perchรฉ dobbiamo amare o dobbiamo fare, lo fa perchรฉ i suoi passi lโhanno condotto lรฌ; non guarda con la curiositร del sacerdote e passa oltre, ma si ferma e incontra. Per noi oggi fermarci ed incontrare senza andare a cercare chi incontrare per non incontrare nessuno, per non incontrare la vita, sarebbe giร un passo cristiano importante ed umanizzante.
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Lui, lo straniero, incontra me oggi mezzo morto e mi ama con compassione. A me incontrarlo non passando oltre e lasciarmi amare da Lui. Saremo beati, perchรฉ i nostri occhi contemplano nel vedere il suo volto che si volge a me, a noi. Non รจ questione di leggi e di norme, non รจ questione di andare e fare lo stesso, รจ questione di stare e di lasciare che Lui ci guardi e noi lo possiamo contemplare, laddove ci troviamo, non dove non ci troviamo. Il fare bene non รจ una professione, non puรฒ essere una programmazione, il fare il bene รจ essere bene laddove tu ti poni a sedere o dove ti poni a camminare. Questa รจ beatitudine e felicitร : incontrare chi incontri, non cercare altro e non volgere lo sguardo da unโaltra parte, perchรฉ ho altro da fare, perchรฉ devo correre da unโaltra parte. La legge dellโamore non รจ una legge da seguire e da non sbagliare perchรฉ altrimenti sei punito, la legge dellโamore รจ la legge della libertร anche dai nostri impegni e dalle nostre agende. Il figlio che accetta di lasciarsi amare e di amare non sbaglia anche se sbaglia ad amare. Il figlio รจ chiamato alla vita e alla gioia, non alla tristezza, anche se la situazione puรฒ essere drammatica.
Noi che ci perdiamo dietro ai nostri idoli anche religiosi siamo chiamati dalla vita ad incontrare i briganti che ci spogliano di tutto perchรฉ lรฌ possiamo essere compassionati dallo sguardo di Gesรน samaritano che mi vede e ha compassione e si ferma ad amarmi.
Forse questโoggi sarebbe bene che ci ponessimo una domanda, piรน che portarci via una risposta da questo vangelo: chi sono i briganti per me? Chi o che cosa spoglia la mia vita, mi bastona, mi lascia mezzo morto prima di sera? Chiediamocelo con libertร e senza giudizio. Chiediamoci poi: chi o che cosa mi guarda con compassione, mi dona uno sguardo beato di contemplazione, diventa un invito alla vita. Si prende cura di me e mi stimola ad essere cura per il volto dellโaltro da me contemplato?
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
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Chi รจ il mio prossimo?
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10, 25-37
In quel tempo, un dottore della Legge si alzรฒ per mettere alla prova Gesรน e chiese: ยซMaestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?ยป. Gesรน gli disse: ยซChe cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?ยป. Costui rispose: ยซAmerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stessoยป. Gli disse: ยซHai risposto bene; faโ questo e vivraiยป.
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesรน: ยซE chi รจ mio prossimo?ยป. Gesรน riprese: ยซUn uomo scendeva da Gerusalemme a Gรจrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passรฒ oltre. Anche un levรฌta, giunto in quel luogo, vide e passรฒ oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciรฒ le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricรฒ sulla sua cavalcatura, lo portรฒ in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirรฒ fuori due denari e li diede allโalbergatore, dicendo: โAbbi cura di lui; ciรฒ che spenderai in piรน, te lo pagherรฒ al mio ritornoโ. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che รจ caduto nelle mani dei briganti?ยป. Quello rispose: ยซChi ha avuto compassione di luiยป. Gesรน gli disse: ยซVaโ e anche tu faโ cosรฌยป.
Parola del Signore.
