Parte dell’omelia tenuta durante il viaggio Pastorale a Palermo del 3 ottobre 2010. Qui potete leggere tutto il testo.
[…] Cari fratelli e sorelle, ogni assemblea liturgica รจ spazio della presenza di Dio. Riuniti per la santa Eucaristia, i discepoli del Signore sono immersi nel sacrificio redentore di Cristo, proclamano che Egli รจ risorto, รจ vivo e datore di vita, e testimoniano che la sua presenza รจ grazia, forza e gioia. Apriamo il cuore alla sua parola ed accogliamo il dono della sua presenza! Tutti i testi della liturgia di questa domenica ci parlano della fede, che รจ il fondamento di tutta la vita cristiana. Gesรน ha educato i suoi discepoli a crescere nella fede, a credere e ad affidarsi sempre di piรน a Lui, per costruire sulla roccia la propria vita. Per questo essi gli chiedono: ยซAccresci in noi la fedeยป (Lc 17,6). Eโ una bella domanda che rivolgono al Signore, รจ la domanda fondamentale: i discepoli non chiedono doni materiali, non chiedono privilegi, ma chiedono la grazia della fede, che orienti e illumini tutta la vita; chiedono la grazia di riconoscere Dio e di poter stare in relazione intima con Lui, ricevendo da Lui tutti i suoi doni, anche quelli del coraggio, dellโamore e della speranza.
Senza rispondere direttamente alla loro preghiera, Gesรน ricorre ad unโimmagine paradossale per esprimere lโincredibile vitalitร della fede. Come una leva muove molto piรน del proprio peso, cosรฌ la fede, anche un pizzico di fede, รจ in grado di compiere cose impensabili, straordinarie, come sradicare un grande albero e trapiantarlo nel mare (Ibid.). La fede – fidarci di Cristo, accoglierlo, lasciare che ci trasformi, seguirlo fino in fondo – rende possibili le cose umanamente impossibili, in ogni realtร . Ne dร testimonianza anche il profeta Abacuc nella prima lettura. Egli implora il Signore a partire da una situazione tremenda di violenza, dโiniquitร e di oppressione; e proprio in questa situazione difficile e di insicurezza, il profeta introduce una visione che offre uno spaccato del progetto che Dio sta tracciando e sta attuando nella storia: ยซSoccombe colui che non ha lโanimo retto, mentre il giusto vivrร per la sua fedeยป (Ab 2,4). Lโempio, colui che non agisce secondo Dio, confida nel proprio potere, ma si appoggia su una realtร fragile e inconsistente, perciรฒ si piegherร , รจ destinato a cadere; il giusto, invece, confida in una realtร nascosta ma solida, confida in Dio e per questo avrร la vita.
Nei secoli passati la Chiesa che รจ in Palermo รจ stata arricchita ed animata da una fede fervida, che ha trovato la sua piรน alta e riuscita espressione nei Santi e nelle Sante. Penso a santa Rosalia, che voi venerate e onorate e che, dal monte Pellegrino, veglia sulla vostra Cittร , di cui รจ Patrona. E penso anche ad altre due grandi Sante della Sicilia, Agata e Lucia. Nรฉ va dimenticato come il vostro senso religioso abbia sempre ispirato e orientato la vita familiare, alimentando valori, quali la capacitร di donazione e di solidarietร verso gli altri, specialmente i sofferenti, e lโinnato rispetto per la vita, che costituiscono una preziosa ereditร da custodire gelosamente e da rilanciare ancor piรน ai nostri giorni. Cari amici, conservate questo prezioso tesoro di fede della vostra Chiesa; siano sempre i valori cristiani a guidare le vostre scelte e le vostre azioni!
La seconda parte del Vangelo odierno presenta un altro insegnamento, un insegnamento di umiltร , che tuttavia รจ strettamente legato alla fede. Gesรน ci invita ad essere umili e porta lโesempio di un servo che ha lavorato nei campi. Quando torna a casa, il padrone gli chiede ancora di lavorare. Secondo la mentalitร del tempo di Gesรน, il padrone aveva tutto il diritto di farlo. Il servo doveva al padrone una disponibilitร completa; e il padrone non si riteneva obbligato verso di lui perchรฉ aveva eseguito gli ordini ricevuti. Gesรน ci fa prendere coscienza che, di fronte a Dio, ci troviamo in una situazione simile: siamo servi di Dio; non siamo creditori nei suoi confronti, ma siamo sempre debitori, perchรฉ dobbiamo a Lui tutto, perchรฉ tutto รจ suo dono. Accettare e fare la sua volontร รจ lโatteggiamento da avere ogni giorno, in ogni momento della nostra vita. Davanti a Dio non dobbiamo mai presentarci come chi crede di aver reso un servizio e di meritare una grande ricompensa. Questa รจ unโillusione che puรฒ nascere in tutti, anche nelle persone che lavorano molto al servizio del Signore, nella Chiesa. Dobbiamo, invece, essere consapevoli che, in realtร , non facciamo mai abbastanza per Dio. Dobbiamo dire, come ci suggerisce Gesรน: ยซSiamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fareยป (Lc 17,10). Questo รจ un atteggiamento di umiltร che ci mette veramente al nostro posto e permette al Signore di essere molto generoso con noi. Infatti, in un altro brano del Vangelo egli ci promette che ยซsi cingerร le sue vesti, ci farร mettere a tavola e passerร a servirciยป (cfr Lc 12,37). Cari amici, se faremo ogni giorno la volontร di Dio, con umiltร , senza pretendere nulla da Lui, sarร Gesรน stesso a servirci, ad aiutarci, ad incoraggiarci, a donarci forza e serenitร .
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Anche lโapostolo Paolo, nella seconda lettura odierna, parla della fede. Timoteo รจ invitato ad avere fede e, per mezzo di essa, ad esercitare la caritร . Il discepolo viene esortato a ravvivare nella fede anche il dono di Dio che รจ in lui per lโimposizione delle mani di Paolo, cioรจ il dono dellโOrdinazione, ricevuto per svolgere il ministero apostolico come collaboratore di Paolo (cfr 2Tm 1,6). Egli non deve lasciar spegnere questo dono, ma deve renderlo sempre piรน vivo per mezzo della fede. E lโApostolo aggiunge: ยซDio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di caritร e di prudenzaยป ( v. 7).
[…]
Qui potete leggere tutto il testo.
Letture della
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
Il giusto vivrร per la sua fede.
Dal libro del profeta Abacuc
Ab 1,2-3;2,2-4
ย
Fino a quando, Signore, implorerรฒ aiuto
e non ascolti,
a te alzerรฒ il grido: ยซViolenza!ยป
e non salvi?
Perchรฉ mi fai vedere lโiniquitร
e resti spettatore dellโoppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
ย
Il Signore rispose e mi disse:
ยซScrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perchรฉ la si legga speditamente.
ร una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perchรฉ certo verrร e non tarderร .
Ecco, soccombe colui che non ha lโanimo retto,
mentre il giusto vivrร per la sua fedeยป.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 94 (95)
R. Ascoltate oggi la voce del Signore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
ย
Entrate: prostrร ti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
ร lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.
ย
Se ascoltaste oggi la sua voce!
ยซNon indurite il cuore come a Merรฌba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opereยป. R.
Seconda Lettura
Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
2 Tm 1,6-8.13-14
ย
Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che รจ in te mediante lโimposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di caritร e di prudenza.
ย
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, nรฉ di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
ย
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e lโamore, che sono in Cristo Gesรน. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti รจ stato affidato.
Parola di Dio
Vangelo
Se aveste fede!
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 5-10
ย
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: ยซAccresci in noi la fede!ยป.
ย
Il Signore rispose: ยซSe aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: โSrร dicati e vai a piantarti nel mareโ, ed esso vi obbedirebbe.
ย
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirร , quando rientra dal campo: โVieni subito e mettiti a tavolaโ? Non gli dirร piuttosto: โPrepara da mangiare, strรญngiti le vesti ai fianchi e sรฉrvimi, finchรฉ avrรฒ mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tuโ? Avrร forse gratitudine verso quel servo, perchรฉ ha eseguito gli ordini ricevuti?
ย
Cosรฌ anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi รจ stato ordinato, dite: โSiamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fareโยป.
Parola del Signore
