Nella nostra riflessione sul vangelo di oggi, ci soffermiamo sulla figura del profeta a cui noi costruiamo i nostri monumenti a ricordo di chi non รจ stato accolto proprio dai nostri padri, vale a dire da noi.
Il profeta รจ colui che, mentre รจ vivo, va ucciso comunque e non va ascoltato. Salvo poi appropriarsi delle sue parole usandole a nostro uso e consumo per potere uccidere, in nome dei profeti passati uccisi dai nostri padri, i profeti dellโoggi che, purtroppo ci diciamo, tocca a noi non ascoltare e uccidere. A noi tocca fare dei monumenti o delle tavole rotonde sui profeti passati, pensando in tal modo di sganciarci dagli errori dei nostri padri. Monumenti e tavole rotonde che diventano, invece, motivo di condanna per noi.
Questa รจ la storia dei profeti. Il profeta รจ colui che dice La Parola di Dio sulla realtร smascherando, in tal modo, la violenza della realtร stessa. Il problema nasce dal fatto che nessuno di noi desidera riconoscere questa nostra violenza. Per questo abbiamo cosรฌ bisogno di attribuirla agli altri, che siano essi gente del passato come del presente. Gesรน smaschera questa violenza mostrando come prova il fatto che abbiamo bisogno di inneggiare a personaggi del passato per giustificare le uccisioni dei profeti di oggi. Il problema non sono i monumenti di oggi alle persone del passato, ma lโuccisione dei profeti di oggi. ร una catena che ci passiamo di padre in figlio e che sembra non avere mai termine.
ร forse il tempo di riconoscere che io, oggi, ammazzo il profeta. Forse in modo piรน subdolo, lasciandolo in vita, ma tappandogli la bocca riempiendo le nostre notizie, i nostri telegiornali, i nostri social, di parole del potente o del famoso o dellโeletto di turno, di parole inutili, disumane e vuote. Siamo democratici non uccidiamo il nemico, semplicemente lo tacciamo evitando che le parole di vita e di profezia possano giungere ancora ai nostri orecchi. Rendiamo superficiale e inutile democraticamente il profeta mostrandolo come cosa del passato che non ha nulla a che vedere col nostro quotidiano, dove siamo in tuttโaltre faccende affaccendati.
ร tempo di riconoscere che in noi cโรจ il non volere ascoltare la veritร , se non vogliamo continuare ad essere sepolcri imbiancati. Riconoscere la mia violenza contro il profeta e dunque contro la veritร , รจ passo di sapienza divina a cui siamo chiamati. La mia smania di dovermi giustificare ad ogni costo depone a mia condanna. Va bene pentirsi di crociate e di streghe, ma non รจ quello il problema, il problema รจ se io mi pento delle mie uccisioni di oggi. Per farlo devo cominciare a riconoscerle. ร bene che il mondo si penta degli eccidi storici di cui รจ responsabile, ma sarebbe meglio che cominciasse a riconoscere gli eccidi che oggi perpetra dal Mediterraneo al muro in Messico, allโAfghanistan, allโAfrica tutta e chi piรน ne ha piรน ne metta. Siamo parte di questo sistema per questo, poco o tanto, responsabili dello stesso. La nostra societร fondata sullโimmagine uccide. Le nostre tratte di donne e bambini per ricchi perversi, uccidono. Lo sfruttamento del lavoro nel sud del mondo, uccide. Le industrie di armi che giustifichiamo perchรฉ ci danno lavoro e soldi e che chiedono continue nuove guerre lontane da noi, uccidono!
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I profeti sono qui, in mezzo a noi, per farmi riflettere su quanto sta capitando ora. Andiamo a cercarli e consumiamo i gradini della loro casa, per ascoltarli e per farli nostri oggi, nรฉ ieri nรฉ domani. Riconosciamo che noi colmiamo la misura dei nostri padri.
Noi siamo questa generazione a cui viene chiesto il sangue dei propri padri. Noi abbiamo sulle spalle il cumulo di ingiustizia delle generazioni passate. E continuiamo la via dellโingiustizia fino a quando non ci decidiamo a scoprire il nostro gioco malefico che condanna il passato per passare sotto silenzio lโoggi del male.
Oggi vediamo che รจ colma la misura della violenza, dellโingiustizia, dellโipocrisia? Ce la prendiamo giustamente coi falรฒ dellโAmazzonia e investiamo miliardi per potere intervenire e potere mettere il becco anche in quel luogo per farlo divenire luogo di sfruttamento dellโoccidente anzichรฉ del Brasile. ร cosa malvagia lโuccisione dellโAmazzonia, ma non รจ cosa malvagia perchรฉ lo fanno i brasiliani anzichรฉ noi occidentali. Vediamo i luoghi che noi occidentali con Russia e Cina stiamo demolendo nel pianeta decretando la morte del pianeta stesso?
Ricordo quanto il cardinal Martini disse e fece a riguardo di p. Turoldo: โPoeta, profeta, disturbatore di coscienze, uomo di fede, uomo di Dio, amico di tutti gli uominiโ. Cosรฌ al suo funerale. Ma lโanno precedente era andato a trovarlo elogiando il ministero profetico da lui svolto e ammettendo che la Chiesa โriconosce la profezia troppo tardiโ. P. Turoldo che era scacciato da ogni dove e che รจ stato accolto dal vescovo di Bergamo che gli disse: se cโรจ posto per me, cโรจ posto anche per te.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
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Siete figli di chi uccise i profeti.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23, 27-32
In quel tempo, Gesรน parlรฒ dicendo: ยซGuai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: allโesterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Cosรฌ anche voi: allโesterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquitร .
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: โSe fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profetiโ. Cosรฌ testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padriยป.
Parola del Signore
