p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 26 Agosto 2019

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Guai a voi scribi e farisei ipocriti! Perchรฉ? Perchรฉ guai a voi e perchรฉ, soprattutto, ipocriti? San Paolo era irreprensibile nellโ€™osservanza della Legge. Piรน di cosรฌ, piรน bravo di cosรฌ non poteva essere. Ma questo che era da lui ritenuto un guadagno, il massimo che poteva fare, lโ€™ha considerato una perdita. Essere osservante della Legge era divenuto per lui una perdita, addirittura spazzatura, ci dice, di fronte alla conoscenza di Gesรน, suo Signore.

In Paolo possiamo cogliere un passaggio dallโ€™alleanza antica a quella nuova: รจ la sua conversione, รจ la sua caduta da cavallo, dal cavallo della Legge al camminare pellegrinante dellโ€™amore. A questo tutti noi siamo chiamati, a questa conversione. In cosa consiste questa conversione? Invece della Legge e della violenza della stessa Legge e della trasgressione impossibile da evitare della stessa Legge, siamo chiamati a passare alla relazione di amore. La Legge non puรฒ che essere violenta, lโ€™amore, se vero, non puรฒ che essere perdente. รˆ il passaggio dallโ€™essere bravi per potere esercitare un potere e una violenza su chi non ritengo essere bravo, roba da inquisizione per intenderci, allโ€™essere persone che vivono perchรฉ amate dal Padre. In altre parole รจ il passaggio dallโ€™essere schiavi della Legge usando il nostro fariseismo per fare la guerra al prossimo, ad essere figli che vivono semplicemente di fraternitร . Questa violenza della Legge ci porta a volere dei proseliti. Al giorno dโ€™oggi quando sento parlare di vocazioni sacerdotali e religiose, sento molto questo odore, questa puzza. รˆ un odore che manifesta la preoccupazione di mantenere un potere e di potere esercitare questo potere, non un gesto di amore perchรจ ognuno, preti e religiosi compresi, trovino la loro chiamata ad essere figli dello stesso Padre in modo diversificato. La chiamata del Signore a noi รจ chiara: siamo chiamati ad essere uomini e donne del nostro tempo, che non disdegnano dellโ€™amore e che continuamente lo cercano senza dare nulla per scontato. Gente che sa quanto il proprio amore รจ limitato e che, per questo, si affida alla sorgente dellโ€™amore che รจ il Padre che manda a noi il suo Spirito Santo dโ€™amore.

Matteo non si rivolge a scribi e farisei Ebrei dei tempi di Gesรน. Matteo si rivolge alla sua chiesa, quindi a noi, per svelare quella ipocrisia religiosa cosรฌ difficile da scoprire.

Noi possiamo fare il male in due modi.

Il primo รจ quello che ci porta a trasgredire le cose giuste. Di fronte a questo male sentiamo la predica dei buoni che ci dicono che siamo cattivi, ci persuadiamo di essere peccatori, magari andiamo a confessarci e cerchiamo di convertirci. Questo รจ il nostro male banale fatto di trasgressioni, un male reale ma banale, facile da scoprire e da negare.

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Cโ€™รจ un secondo male, un altro male, piรน sottile che si maschera dietro lโ€™osservanza. Questo male รจ tale perchรฉ la propria presunta giustizia, quella irreprensibilitร  alla Legge, ci porta a perseguitare gli altri, come faceva Paolo contro i cristiani prima della sua conversione. รˆ la violenza sugli altri mediante la propria giustizia, la propria osservanza, il proprio essere bravi. Cosรฌ noi schiacciamo gli altri e giustifichiamo il nostro intervento criminale in qualsiasi parte del mondo. Ci inventiamo il terrorismo e rompiamo le scatole al mondo intero perchรฉ noi che siamo i buoni, abbiamo subito unโ€™azione cattiva da parte dei cattivi. A causa di questo sono ventโ€™anni che lโ€™occidente fa la guerra al mondo per tenere soggiogato il mondo e potere intervenire a suo piacimento, anche alla faccia dellโ€™ONU, in ogni parte della terra.

Questo รจ il peccato piรน grave di ogni trasgressione. Forse, assieme ad un bambino che muore di fame, รจ il vero peccato cosiddetto mortale, perchรฉ uccide la nostra umanitร , e quindi la nostra fede, oltre che la vita del prossimo.

Cosรฌ tu uccidi lโ€™altro come fratello e uccidi te come figlio. Cadi nella tentazione di volere entrare dalla porta larga dellโ€™autosufficienza, con quella supponenza religiosa che diventa violenza allo stato puro. Una violenza sacrale, ben giustificata, tanto che neghi pure che sia violenza. Ti sembra cose da gente zelante il cui fine, che รจ creare il proprio ambito di potere anche se religioso, giustifica i mezzi.

Ogni nostra osservanza della Legge che non รจ dettata dallโ€™amore รจ dettata da questo spirito di ipocrisia che diventa violenza allo stato puro, con tutte le giustificazioni sacrali di questo mondo.

รˆ per smascherare questa ipocrisia che il vangelo si rivolge a noi, oggi, come i nuovi scribi e farisei ipocriti nella loro convinta bontร .

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

Qui puoi continuare a leggere altri commenti al Vangelo del giorno.

Guai a voi, guide cieche.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23, 13-22

In quel tempo, Gesรน parlรฒ dicendo:
ยซGuai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosรจlito e, quando lo รจ divenuto, lo rendete degno della Geรจnna due volte piรน di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: โ€œSe uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per lโ€™oro del tempio, resta obbligatoโ€. Stolti e ciechi! Che cosa รจ piรน grande: lโ€™oro o il tempio che rende sacro lโ€™oro? E dite ancora: โ€œSe uno giura per lโ€™altare, non conta nulla; se invece uno giura per lโ€™offerta che vi sta sopra, resta obbligatoโ€. Ciechi! Che cosa รจ piรน grande: lโ€™offerta o lโ€™altare che rende sacra lโ€™offerta? Ebbene, chi giura per lโ€™altare, giura per lโ€™altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi รจ assisoยป.

Parola del Signore

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