Commento al Vangelo di domenica 11 Agosto 2019 – Enzo Bianchi

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โ€œNon temere, piccolo gregge!โ€

Enzo Bianchi

Continua il cammino di Gesรน e dei discepoli verso Gerusalemme, lร  dove avverrร  il suo esodo (cf. Lc 9,31), la sua morte. Gesรน sa cosa lo attende, perchรฉ ormai lโ€™ostilitร  della gerarchia religiosa giudaica si รจ fatta ossessiva, mentre la simpatia della gente va scemando ogni giorno di piรน, perchรฉ non sembra realizzarsi quel Messia che pretendevano di trovare in Gesรน. Egli appare sempre piรน deludente per la folla e il profilo del fallimento di una missione e di una vita si fa sempre piรน evidente.

รˆ in questo contesto che Gesรน pronuncia alcune parole che dopo due millenni vengono ascoltate dai credenti con commozione profonda e convinzione perseverante: โ€œNon temere, piccolo gregge, perchรฉ รจ benevolenza del Padre vostro dare a voi il Regno!โ€. Gesรน guarda la piccola realtร  della sua comunitร , una โ€œbaraccaโ€ piรน che una costruzione, una ventina di uomini e alcune donne che lo seguono, sovente perplessi e ansiosi, e si rivolge loro con un linguaggio affettivo e fraterno: โ€œNon avere paura, piccola realtร , che sembri inadeguata a compiere una missione riguardante tutto Israele, tutta lโ€™umanitร . Non avere paura, minoranza debole e visibilmente fragile, senza appoggi nel mondo. Non avere paura, realtร  poco visibile, inerme, senza influenza e impotente nel mondo. Non avere paura, comunitร  che merita rimproveri e continuamente ha bisogno di richiami, di correzioniโ€.

Perchรฉ? Perchรฉ comunque il Padre, Dio, nel suo amore vuole dare a questa comunitร  il Regno, farla partecipare a quella vita che รจ la sua, la vita salvata, sensata, nella sua mano dalla quale nessuno potrร  mai strapparla. Quella del piccolo gregge รจ unโ€™immagine distante da noi e probabilmente anche poco eloquente, ma ciรฒ che in essa รจ decisivo รจ il carattere della piccolezza. Gesรน vede dietro a sรฉ una piccola realtร , mentre grande รจ la realtร  religiosa dei giudei, grandissima รจ la realtร  del mondo in cui quella piccola comunitร  รจ apparsa ed รจ cresciuta poco. Essa perรฒ non tema, non si lasci assalire dallโ€™ansia e dalla paura perchรฉ, in quella situazione cosรฌ precaria, ciรฒ che รจ decisivo รจ accogliere la promessa di Gesรน di partecipare al Regno di Dio.

Certo, per accogliere tali parole di Gesรน e, di conseguenza, non temere ma gioire, bisogna essere davvero il piccolo gregge che segue lui, coinvolto nella sua vicenda fino al fallimento e alla morte. Non basta dirsi cristiani, ma per esserlo veramente occorre essere โ€œpoveriโ€, peccatori che desiderano conversione, uomini e donne che non confidano in se stessi ma sanno mettere la fede e la speranza in Gesรน e nel suo Regno veniente. Non diamo per scontato che queste parole abbiano noi come destinatari, poichรฉ ci diciamo cristiani! Come dirsi figli di Abramo poteva essere un inganno (cf. Lc 3,8; Mt 3,9), cosรฌ pure dirsi discepoli di Gesรน puรฒ coincidere semplicemente con il vanto di unโ€™appartenenza, con il darsi unโ€™identitร  che copra il vuoto personale.

Comprendiamo allora lโ€™affermazione seguente di Gesรน: โ€œVendete ciรฒ che avete e condividetelo; fatevi borse che non si consumano, un tesoro inattaccabile nei cieli, lร  dove il ladro non arriva e il tarlo non consuma. Perchรฉ, dovโ€™รจ il vostro tesoro, lร  sarร  anche il vostro cuoreโ€. Per avere questa gioia del dono del Regno ci vuole poco, pochissimo: distaccarsi dai beni, condividendoli! Confesso che mi impressiona questa parola, unica condizione posta per essere piccolo gregge: spogliarsi e condividere. Spogliarsi di ciรฒ che si ha โ€“ beni, denaro, terra โ€“ non per disprezzo, non in nome di un cinismo filosofico, ma semplicemente per condividere con quanti non hanno e non possiedono. Ognuno ha delle ricchezze: soldi, possessi, ma anche forza, tempo disponibile, doni personali. Basta condividere ciรฒ con gli altri, che sono tutti fratelli e sorelle. Solo cosรฌ un discepolo, una discepola, diviene veramente tale, smette di avere due padroni (cf. Lc 16,13; Mt 6,24), smette di porre sรฉ al centro della vita e non รจ piรน tentato di essere alienato allโ€™avere, al possesso, non รจ piรน tentato di mettere la fiducia e la speranza nelle ricchezze.

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Sรฌ, lo ripeto, รจ cosรฌ semplice, eppure richiede una conversione mai avvenuta una volta per sempre, ma che va rinnovata giorno dopo giorno alla sequela di Gesรน, perchรฉ i beni, il denaro, quasi sempre ci accompagnano e crescono. Penso spesso alla nostra vita di monaci: giungiamo in monastero rispondendo alla vocazione e non abbiamo nulla, siamo veramente poveri, perchรฉ, se avevamo beni o denaro, li abbiamo lasciati; poi perรฒ, poco per volta, partecipiamo ai beni e al denaro, senza i quali una comunitร  non puรฒ vivere, e purtroppo li lasciamo crescere e finiamo per giustificare lโ€™accumulo, fino a confidare in essi. Allora โ€“ occorre dirlo โ€“ non siamo piรน il piccolo gregge di Gesรน!

Per questo Gesรน chiede grande vigilanza e profonda intelligenza nella vita cristiana. Chiede di restare nellโ€™atteggiamento e nella tenuta dei servi, che per servire si cingevano la veste ai fianchi; chiede di tenere le lampade accese, di restare in attesa della venuta del Signore, per ascoltare lui che bussa alla porta e potergli aprire quando arriva. Servi in attesa del Signore che viene: ecco chi sono i cristiani, per i quali risuona la beatitudine: โ€œBeati quei servi che il Signore al suo arrivo troverร  vigilantiโ€, cioรจ beato chi, avendo come suo tesoro il Signore, sarร  in attesa di trovarlo e lo incontrerร  alla sua venuta, a qualunque ora arrivi, anche se dovesse tardare.

Gesรน aggiunge un brevissimo detto, performativo per i discepoli, seguito da unโ€™esortazione: โ€œSe il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi restate pronti perchรฉ, nellโ€™ora che non immaginate, viene il Figlio dellโ€™uomoโ€. Vegliare, non dormire, non essere preda del sonnambulismo e dellโ€™intontimento spirituale, tenere gli occhi aperti non รจ facile: la stanchezza del giorno, il lavoro, i molti servizi fatti, la lunghezza della vita cristiana, la monotonia del quotidiano, sono tutti attentati alla vigilanza, che significa anche consapevolezza e responsabilitร . โ€œLo spirito รจ pronto ma la carne รจ deboleโ€ (Mc 14,38; Mt 26,41), dice altrove Gesรน a tre discepoli che non riescono a vegliare con lui nella notte della passione.

E se รจ vero che tutti i discepoli, i servi, devono vigilare, cโ€™รจ qualcuno che di questa attenzione รจ piรน responsabile degli altri. Nel piccolo gregge tutti sono fratelli e sorelle, tutti hanno ricevuto il compito di vigilare, ma non tutti hanno la stessa responsabilitร . Ecco perchรฉ, sollecitato da Pietro, Gesรน dice con chiarezza che nella comunitร  cโ€™รจ una distinzione tra i semplici discepoli e i responsabili, che non devono separarsi ma anzi realizzare di piรน la fraternitร  e lโ€™uguaglianza dei figli di Dio. Cโ€™รจ qualcuno che nella comunitร  ha un compito preciso, quello dellโ€™oikonรณmos, del preposto alla casa, chiamato a svolgere il suo servizio nel dare da mangiare ai suoi fratelli e sorelle, nel dare il cibo della parola e della sapienza di Dio, โ€œministroโ€ perchรฉ dร  a ciascuno la minestra: questo รจ il sostentamento necessario, che fa vivere, di cui lโ€™oikonรณmos รจ responsabile. Spetta a lui la cura spirituale e materiale dei fratelli, ed egli deve svolgere il servizio di servo affidabile (pistรณs) e intelligente, sapiente (phrรณnimos).

Ma se questo servo si pone al centro della vita comunitaria; se afferma solo se stesso e non fa crescere gli altri; se pensa a fare la โ€œsua vitaโ€, senza una condivisione con i fratelli e le sorelle; se organizza il consenso intorno a sรฉ perchรฉ ha nel cuore i sentimenti del tiranno, per il quale gli altri sono nientโ€™altro che strumenti del suo potere e successo; se non sa mostrare umanitari misericordia nei rapporti comunitari; e se, nutrito di narcisismo, pensa di essere โ€œirreprensibileโ€e fustiga solo i difetti degli altri, alloraโ€ฆ

Non aggiungiamo piรน nulla, basta leggere il brano evangelico fino alla fine. Allora il Signore veniente si separerร  da quel servo e lo metterร  tra le persone non affidabiliโ€ฆ Attenzione dunque: a chi piรน รจ dotato di doni, piรน รจ intelligente, piรน a responsabilitร  nella comunitร  del Signore, piรน sarร  richiesto! Perchรฉ il giudizio di Dio, che si manifesterร  quando staremo davanti a lui dopo la nostra morte, dipenderร  non solo da ciรฒ che abbiamo operato ma anche dal grado di coscienza e di responsabilitร  avuto e dallโ€™uso dei doni di cui siamo stati dotati. Tutti i cristiani, ma soprattutto le loro guide, devono sempre tenere lo sguardo fisso sullโ€™orizzonte escatologico: il Signore รจ il Veniente, dunque occorre essere vigilanti e capaci di attenderlo!

p. Enzo Bianchi – Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo della domenica

Fonte: Monastero di bose

Letture della
XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

Come punisti gli avversari, cosรฌ glorificasti noi, chiamandoci a te.Dal libro della Sapienza
Sap 18,6-9
La notte [della liberazione] fu preannunciata
ai nostri padri,
perchรฉ avessero coraggio,
sapendo bene a quali giuramenti avevano prestato fedeltร .
ย 
Il tuo popolo infatti era in attesa
della salvezza dei giusti, della rovina dei nemici.
Difatti come punisti gli avversari,
cosรฌ glorificasti noi, chiamandoci a te.
ย 
I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto
e si imposero, concordi, questa legge divina:
di condividere allo stesso modo successi e pericoli,
intonando subito le sacre lodi dei padri.
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 32 (33)
R. Beato il popolo scelto dal Signore.Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti รจ bella la lode.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua ereditร . R.
ย 
Ecco, lโ€™occhio del Signore รจ su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R.
ย 
Lโ€™anima nostra attende il Signore:
egli รจ nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R.

Seconda Lettura

Aspettava la cittร  il cui architetto e costruttore รจ Dio stesso.

Dalla lettera agli Ebrei
Eb 11,1-2.8-19


Fratelli, la fede รจ fondamento di ciรฒ che si spera e prova di ciรฒ che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
ย 
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedรฌ partendo per un luogo che doveva ricevere in ereditร , e partรฌ senza sapere dove andava.
ย 
Per fede, egli soggiornรฒ nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la cittร  dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore รจ Dio stesso.
ย 
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dellโ€™etร , ricevette la possibilitร  di diventare madre, perchรฉ ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre giร  segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si puรฒ contare.
ย 
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla cosรฌ, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilitร  di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioรจ a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una cittร .
ย 
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrรฌ Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrรฌ il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: ยซMediante Isacco avrai una tua discendenzaยป. Egli pensava infatti che Dio รจ capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
ย ย 
Oppure forma breve: Eb 11,1-2.8-12
Aspettava la cittร  il cui architetto e costruttore
รจ Dio stesso.
Dalla lettera agli Ebrei
ย 
Fratelli, la fede รจ fondamento di ciรฒ che si spera e prova di ciรฒ che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
ย 
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedรฌ partendo per un luogo che doveva ricevere in ereditร , e partรฌ senza sapere dove andava.
ย 
Per fede, egli soggiornรฒ nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la cittร  dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore รจ Dio stesso.
ย 
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dellโ€™etร , ricevette la possibilitร  di diventare madre, perchรฉ ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre giร  segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si puรฒ contare.

Parola di Dio

Vangelo

Anche voi tenetevi pronti.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12, 32-48

ย 
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ย 
ยซNon temere, piccolo gregge, perchรฉ al Padre vostro รจ piaciuto dare a voi il Regno.
ย 
Vendete ciรฒ che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perchรฉ, dovโ€™รจ il vostro tesoro, lร  sarร  anche il vostro cuore.
ย 
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
ย 
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverร  ancora svegli; in veritร  io vi dico, si stringerร  le vesti ai fianchi, li farร  mettere a tavola e passerร  a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dellโ€™alba, li troverร  cosรฌ, beati loro!
ย 
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perchรฉ, nellโ€™ora che non immaginate, viene il Figlio dellโ€™uomoยป.
ย 
Allora Pietro disse: ยซSignore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?ยป.
ย 
Il Signore rispose: ยซChi รจ dunque lโ€™amministratore fidato e prudente, che il padrone metterร  a capo della sua servitรน per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverร  ad agire cosรฌ. Davvero io vi dico che lo metterร  a capo di tutti i suoi averi.
ย 
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: โ€œIl mio padrone tarda a venireโ€, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverร  un giorno in cui non se lโ€™aspetta e a unโ€™ora che non sa, lo punirร  severamente e gli infliggerร  la sorte che meritano gli infedeli.
ย 
Il servo che, conoscendo la volontร  del padrone, non avrร  disposto o agito secondo la sua volontร , riceverร  molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrร  fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverร  poche.
ย 
A chiunque fu dato molto, molto sarร  chiesto; a chi fu affidato molto, sarร  richiesto molto di piรนยป.
Parola del Signore
ย ย 
Oppure forma breve: Lc 12,35-40
Anche voi tenetevi pronti..
Dal Vangelo secondo Luca
ย 
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ย 
ยซSiate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
ย 
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverร  ancora svegli; in veritร  io vi dico, si stringerร  le vesti ai fianchi, li farร  mettere a tavola e passerร  a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dellโ€™alba, li troverร  cosรฌ, beati loro!
ย 
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perchรฉ, nellโ€™ora che non immaginate, viene il Figlio dellโ€™uomoยป.

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